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Geologi in fuga – L’accordo Italia-Canada apre nuove chance ai nostri laureati

where Vancouver (Canada) when Lun, 30/07/2012 who redazione

Grazie a un accordo stipulato a Vancouver tra il Cng, il Consiglio nazionale dei geologi, e l’omologa associazione canadese si creeranno opportunità di lavoro in Canada per i nostri esperti. “Questo a testimonianza di quanto siano stimati i geologi italiani all’estero e soprattutto del valore che viene dato a questa figura scientifica in altri paesi”, commenta a caldo Vittorio D’Oriano, vice presidente del Cng.
Ma in Italia, denuncia il Consiglio, non è così. Sono i numeri a parlare: nel nostro paese abbiamo regioni dove sono solo otto i geologi impiegati negli enti pubblici, mentre in Finlandia, per esempio, ci sono ben otto nuovi posti di lavoro ogni anno per ogni nuovo geologo laureato. Ma anche nella stessa Germania la musica della prevenzione è diversa: qui i geologi impiegati sono 21mila e ogni anno vengono creati circa quattrocento nuovi posti di lavoro dedicati. Insomma, dice D’Oriano, “Il mercato, in Europa, c’è”.
I geologi italiani sono pronti a lasciare l’Italia? “Il nostro obiettivo è creare sviluppo nel nostro paese, restare qui e fare in modo che le nuove generazioni possano trovare impiego sul territorio italiano – risponde il vicepresidente. – Certo, basta guardare oltre i confini nazionali per vedere che all’estero i geologi, compresi quelli italiani, sono davvero più considerati. Oggi dire che siamo arrabbiati e stanchi è poco”.
E il terremoto in una zona geografica, a torto, ritenuta scarsamente sismica ha inasprito le tensioni. “L’Italia è sismica e, fatta eccezione per alcune zone molto definite della penisola, tutto il territorio è a rischio – chiariscono i geologi. – E siccome gli effetti al suolo non dipendono solo dall’energia ma anche dalla localizzazione dell’ipocentro e dalla durata del sisma, non si capisce perché ci si ostini, ai fini pratici, a classificare il territorio suddividendolo in aree a differente rischio”. Difficile che si facciano passi avanti, secondo D’Oriano, se – come è successo alla recente Conferenza delle regioni – viene approvata con il concorso di tutte le amministrazioni regionali italiane, nessuna esclusa, una mozione per ridurre l’obbligatorietà del controllo sui progetti anche in zona sismica.

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