Gestire il territorio. Venezia. Sbloccato il dragaggio della laguna, via libera alle grandi navi
Con il Protocollo Fanghi potranno essere smaltiti i sedimenti che ostruiscono i passaggi marittimi interni alla laguna. Il rilancio del porto. Ma c’è chi contesta
La formale intesa tra i 3 ministeri competenti di Infrastrutture, Ambiente e Salute ha portato alla firma del decreto interministeriale che si occupa del rilascio delle autorizzazioni per la movimentazione nella laguna di Venezia dei sedimenti risultanti dallo scavo dei fondali. Sarà possibile mantenere e ricollocare all’interno della Laguna una quantità di fanghi e sedimenti maggiore rispetto a quella attuale, favorendo il mantenimento dell’accessibilità nautica alle banchine del porto, adeguando alle normative europee più attuali la caratterizzazione di sedimenti e sito di conferimento sulla base dello svolgimento di indagini di compatibilità chimica ed eco-tossicologica. “Con la firma al decreto anche del ministero della Salute, che segue quelle dei ministeri delle Infrastrutture e dell'Ambiente, diventa pienamente operativo il Protocollo Fanghi che consentirà di avviare lavori importanti e attesi da anni nelle acque della laguna, migliorando l'accessibilità ai porti e alle zone di navigazione. Superiamo finalmente una normativa vetusta, risalente al 1993, e rilanciamo l'economia e la competitività dei porti delle zone lagunari, soprattutto quelle dell'Alto Adriatico, sino ad oggi frenate da incomprensibili resistenze ideologiche. Al governo con buonsenso, contemperando sviluppo e tutela ambientale”. Così la viceministra all'Ambiente e sicurezza energetica, Vannia Gava.
Alcuni commenti
Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, in veste di rappresentante delle Città metropolitane nella Conferenza nazionale di coordinamento delle Autorità portuali: “Questi interventi consentiranno di migliorare l’accessibilità al porto, ma soprattutto di ripulire il fondo dei canali e delle zone di navigazione, che rappresentano l’unico elemento per garantire la mobilità della Venezia insulare. Concluso questo capitolo, spero che, con altrettanta determinazione, si arrivi a definire positivamente il rifinanziamento della Legge speciale, così come il Consiglio Comunale di Venezia ha chiesto all’unanimità, per 150 milioni all’anno per i prossimi 10 anni”. “Siamo di fronte –commenta il presidente dell’Autorità portuale, Fulvio Lino Di Blasio – a un’altra importante dimostrazione che lo sviluppo sostenibile della portualità del Veneto è già possibile. La mancata adozione del cosiddetto protocollo fanghi era infatti uno degli elementi che avevamo indicato nel nostro Piano operativo triennale 2022/2024 come vincolo allo sviluppo sostenibile del porto”.
Il presidente della Regione del veneto, Luca Zaia: “Nel rispetto del delicato equilibrio ambientale tra terra e mare in cui vivono il territorio di Venezia e altre aree venete affacciate sull’Adriatico, la Laguna potrà essere protagonista di nuovi lavori, da tempo attesi perché necessari, indispensabili a beneficio dei siti portuali, dei collegamenti e dei trasporti acquei”.
“Bene l’approvazione, ora serve una regia su Porto Marghera”, dicono la Cgil di Venezia e le sigle Filctem, Fiom e Filt. “Per noi è determinante che il protocollo garantisca l’equilibrio dell’ecosistema lagunare e mantenga la funzionalità del Porto con le necessarie manutenzioni, in una logica positiva per l’industria del territorio e che non può rappresentare in alcun modo lo scavo di nuovi canali”, commentano i segretari Daniele Giordano, Michele Pettenò, Michele Valentini e Federica Vedova.
Una voce contraria
Da sempre un consigliere di opposizione contesta navi e dragaggi. È Giovanni Andrea Martini. “L'obiettivo è facilitare il traffico navale commerciale e tornare, attraverso il Vittorio Emanuele, a portare la crocieristica in Marittima. Passa così che la logica vince, ancora una volta, rispetto a quella del rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini. Il lavoro è come sempre l’alibi che permette tutto”.