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​Green economy. Dal Consiglio nazionale una risoluzione sull’Accordo di Parigi

where Roma when Lun, 22/02/2016 who redazione

Sei impegni per cambiare passo sul clima: tra di essi efficienza energetica, mobilità sostenibile e fiscalità ambientale

consiglionazionalegreeneconomy.jpgUn appello al Governo e al Parlamento italiano per ratificare e applicare l’Accordo di Parigi con adeguate misure normative e con un efficace piano d’azione nazionale per l’energia e il clima e un impegno a sostenere sei misure necessarie per limitare l’innalzamento delle temperatura entro 1,5 gradi centigradi.
Il Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 64 organizzazioni di imprese rappresentative del settore in Italia, nella sua prima riunione del 2016 ha approvato una risoluzione sull’accordo di Parigi sul clima.

“Il Documento di Parigi - spiega Edo Ronchi, membro del Consiglio nazionale - è basato su impegni definiti nazionalmente, gestiti e attuati nazionalmente e comunicati e verificati globalmente. Bisogna verificare se tale strumento di governance sarà effettivamente in grado di assicurare azioni adeguate per il clima. È necessario quindi sostenere un miglioramento degli impegni europei e nazionali e questa Risoluzione vuole essere uno stimolo in questa direzione”.
Le sei misure individuate che, nella Risoluzione, il Consiglio si impegna a sostenere, spaziano dalla tassa su carbonio allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili nazionali, dalla tutela del capitale naturale, fino alla mobilità sostenibile e l’eliminazione degli incentivi negativi per l’ambiente.

I punti approvati - Incrementare l’efficienza, il risparmio energetico e lo sviluppo di fonti energetiche nazionali rinnovabili.
Sviluppare il risparmio, il riciclo e la rinnovabiltà dei materiali in un’ottica di circular economy.
Promuovere una mobilità più sostenibile, città meno inquinate e più vivibili e un’edilizia più sostenibile.
Incrementare gli assorbimenti di carbonio attraverso la gestione appropriata e sostenibile delle foreste, dei pascoli e dei terreni agricoli.
Introdurre il carbon pricing in sostituzione di altre forme di prelievo fiscale e per eliminare o per riallocare gli incentivi negativi per l’ambiente.
Rafforzare attività di punta come l’agroalimentare e il turismo, migliorando la qualità del territorio, tutelando e valorizzando meglio quella grande risorsa nazionale che è costituita dal nostro capitale naturale e culturale.

Il testo

Il Consiglio nazionale della green economy,
Valutato che l’Accordo e la Decisione di Parigi segnano un cambio di passo globale nel far fronte alla crisi climatica, non solo per il contenuto letterale dei documenti approvati, ma per il significato strategico assunto dal processo reale in atto che con questo Accordo ha trovato un punto di svolta e di nuova spinta mondiale.
Visto che l’Accordo di Parigi segna due punti di grande importanza:
- 195 governi di altrettanti Paesi, compresi tutti i grandi emettitori di gas serra, USA e Cina in testa, hanno riconosciuto necessari rilevanti impegni di riduzione - e impegnative politiche di adattamento- e hanno dichiarato impegni nazionali di riduzione, stipulando un patto per verificare questi impegni periodicamente;
- 195 governi hanno approvato un obbiettivo più ambizioso di quello annunciato alla vigilia, introducendo la necessità di stare molto al di sotto dei 2°C e di fare ogni sforzo per non aumentare la temperatura media globale rispetto all’era preindustriale di più di 1,5 °C, nonché di raggiungere, nella seconda metà di questo secolo, un equilibrio fra emissioni antropiche e assorbimenti di gas serra.
Visto che l’adozione dell’Accordo di Parigi è avvenuta con l’approvazione di un “Documento di decisione” che, benché non sarà sottoposto alla ratifica (accettazione, approvazione o adesione) degli Stati, contiene punti importanti, in particolare:
- nel paragrafo IV dal titolo: “Azione rafforzata prima del 2020” sollecita i Paesi a compiere “maggiori possibili sforzi di mitigazione nel periodo pre-2020”;
- nel paragrafo V dedicato agli Stakeholder, così come l’appello lanciato dal Consiglio nazionale della green economy alla vigilia di Parigi e sottoscritto da un gruppo di imprese e di organizzazioni italiane della green economy, sollecita un diretto impegno di mitigazione climatica del settore privato;
- riconosce anche il ruolo importante di fornire incentivi per le attività di riduzione delle emissioni, tra cui strumenti economici come il carbon pricing.
Sottolinea che gli strumenti economici - e in particolare il carbon pricing - come auspicato dall’OCSE e dall’IEA, dovrebbero ora essere impiegati in modo più esteso e far crescere la green economy, la sua forza di sviluppo e di penetrazione e che il processo globale messo in moto dall’Accordo di Parigi avrà rilevanti impatti sugli investimenti mondali nelle rinnovabili, nel risparmio energetico, nella mobilità sostenibile e un generale maggiore impegno nell’eco-innovazione e costituirà un fattore rilevante di riduzione di quelli nelle fonti fossili (in particolare carbone e petrolio).
Preso atto che il sistema di governance dell’Accordo di Parigi, riconoscendo l’impraticabilità di un Trattato internazionale - vincolante negli obiettivi, provvisto di misure per raggiungerli e di sanzioni per i Paesi che non lo rispettano – per affrontare la crisi climatica, è basato su impegni definiti nazionalmente, gestiti e attuati nazionalmente e comunicati e verificati globalmente, con il supporto di vari strumenti di analisi, di supporto tecnico, gestionale e di cooperazione. Dopo anni di trattative inconcludenti, il modello di governance dell’Accordo di Parigi era l’unico praticabile. Resta tuttavia da verificare se tale sistema di governance sarà effettivamente in grado di assicurare azioni adeguate, e nei tempi necessari, per produrre le consistenti e globali riduzioni di emissioni di gas di serra necessarie per mitigare la crisi climatica entro livelli sostenibili.
Si impegna, per limitare i rischi del modello di governance dell’Accordo di Parigi, a promuovere la gestione dei contenuti positivi dell’Accordo e della Decisione, sostenendo un miglioramento degli impegni europei e nazionali come occasioni, spinte, opportunità di nuovi investimenti, di innovazione, di nuova occupazione e di sviluppo di una green economy.
Visto che è ufficialmente riconosciuto che gli attuali impegni nazionali dichiarati dai Paesi per il 2025 e il 2030, sono un passo importante, ma non sono sufficienti per stabilizzare l’aumento delle temperatura a 1,5 °C - porterebbero invece ad un aumento medio della temperatura, con buona probabilità, ben oltre i 2°C - e che sono quindi necessarie politiche e misure più efficaci.
Visto che l’Europa e l’Italia dovrebbero cambiare passo per fare la loro parte sulla via del miglioramento dei rispettivi impegni per il nuovo target di 1,5 °C, migliorando i target al 2030 delle emissioni di gas serra, delle rinnovabili e dell’efficienza energetica e migliorando la strumentazione e le politiche per la mitigazione climatica come occasione di consolidamento della ripresa economica e di riqualificazione dello sviluppo.
Si impegna a sostenere iniziative e misure:
- per incrementare l’efficienza, il risparmio energetico e lo sviluppo di fonti energetiche nazionali rinnovabili;
- per sviluppare il risparmio, il riciclo e la rinnovabiltà dei materiali in un’ottica di circular economy;
- per promuovere una mobilità più sostenibile, città meno inquinate e più vivibili e un’edilizia più sostenibile;
- per l’incremento degli assorbimenti di carbonio attraverso la gestione appropriata e sostenibile delle foreste, dei pascoli e dei terreni agricoli;
- per l’introduzione del carbon pricing in sostituzione di altre forme di prelievo fiscale e per eliminare e/o per riallocare gli incentivi negativi per l’ambiente;
- per rafforzare attività di punta come l’agroalimentare e il turismo, migliorando la qualità del territorio, tutelando e valorizzando meglio quella grande risorsa nazionale che è costituita dal nostro capitale naturale e culturale.
Sollecita il Governo e il Parlamento italiano a ratificare e applicare l’Accordo di Parigi con adeguate misure normative e con un efficace piano d’azione nazionale per l’energia e il clima.

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