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La guerra del combustibile dai rifiuti. A Piacenza vince il cementificio, perdono i comitati

where Piacenza when Lun, 11/01/2021 who roberto

Il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso presentato dai comitati dell’alta Valdarda e dalla Legambiente contro il via libera ambientale della Regione Emilia Romagna

Il cementificio vince, insieme cementificio.jpgcon la Regione Emilia Romagna, e i “comitati del no” insieme con la Legambiente perdono al Tar Lazio nel ricorso sul cosiddetto carbonext, il combustibile solido secondario ottenuto da rifiuti selezionati usato nel forno di cementeria in sostituzione del pet coke, il combustibile convenzionale ottenuto dal petrolio. Secondo il Tar, è legittimo il via libera ambientale all’uso di questo prodotto dato dalla Regione sulla base di un decreto del 2012 che ne consentiva l’utilizzo. Il ricorso era stato presentato dai comitati dell’alta val d’Arda e dalla Legambiente contro la delibera con cui la Regione Emilia Romagna nel 2016 aveva approvato la Valutazione di impatto ambientale per il progetto Carbonext della Buzzi Unicem.

Il ricorso era stato presentato con la firma di circa 180 cittadini della val d’Arda; secondo i comitati di opposizione “l’uso del Carbonext, combustibile ottenuto da rifiuti, implicherebbe severi rischi per la salute umana”. Inoltre, il via libera della Regione avrebbe autorizzato anche l’impiego di altri combustibili solidi secondari.
Secondo i giudici amministrativi, l’impatto sulla salute umana è documentato dagli atti e “non è contraddetto con argomenti specifici di segno contrario”. Le contestazioni sull’aumento del traffico di camion per alimentare il forno di cementeria riguarderebbero “6/8 mezzi al giorno nell’ipotesi estrema, ritenendola pienamente sostenibile dal punto di vista dell’ambientale e della salute”.

Secondo i giudici l’accusa che il combustibile solido secondario avrebbe prodotto emissioni peggiori rispetto al pet coke è stata smentita dall’andamento delle emissioni: le “conseguenti variazioni negative”, dicono i magistrati, “sono smentiti dal rilievo effettuato a processo avviato”.
È probabile che i comitati intendano fare ricorso in Consiglio di Stato.

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