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​La guerra del tonno. Contro i “Fad” usati da Mareblu arriva la nave di Greenpeace

where Roma when Lun, 02/05/2016 who redazione

I “Fad” sono zatteroni galleggianti che hanno la capacità di attrarre irresistibilmente i pesci, per poi catturarli ancora giovanissimi

La nave Esperanza di Greenpeace ha raggiunto l’Oceano Indiano, dove è impegnata in una spedizione pacifica, per fermare quelle che l’associazione definisce “pratiche di pesca insostenibili di Thai Union, il colosso mondiale del tonno in scatola, proprietario anche del marchio italiano Mareblu”.

ecogreenpeacetonnogp0stpr2bwebsize.jpgSecondo Greenpeace, alcune popolazioni di tonno dell’Oceano Indiano, come il ben noto tonno pinna gialla, sono ormai sull’orlo del collasso a causa di una pesca eccessiva e distruttiva. Greenpeace ha deciso di entrare in azione per rimuovere dalle aree di pesca i Fad, zattere galleggianti posate in mare dai pescherecci perché hanno una capacità irresistibile di attrazione dei pesci. Partita dal Madagascar, l’Esperanza ha già rimosso e inattivato diversi sistemi di aggregazione per pesci, usati da pescherecci che riforniscono Mareblu e altri marchi del colosso Thai Union. “L’utilizzo dei Fad è ormai fuori controllo: nonostante da tempo siano noti i gravi problemi causati da questi sistemi, si stima che ogni anno vengano posizionati in mare oltre 90mila Fad”, dice Greenpeace.
Thai Union è il più grande produttore mondiale di tonno in scatola. Rifornisce non solo i suoi marchi, come Mareblu, ma molte altre aziende come Mars (cibo per animali Whiskas) e Bolton (tonno Riomare).

Secondo Giorgia Monti, responsabile della campagna mare per Greenpeace Italia, “Mareblu continua a tradire la nostra fiducia usando metodi di pesca distruttivi come quelli che stiamo documentando nell’Oceano Indiano, in barba agli impegni presi per diventare 100% sostenibile entro la fine dell’anno. Per questo abbiamo deciso di agire e fermare una pesca che saccheggia il mare per un pugno di scatolette”. Nella maggior parte delle scatolette Mareblu vendute in Italia finisce infatti tonno pescato nell’Oceano Indiano con reti a circuizione e Fad, un metodo di pesca che uccide ogni anno migliaia di giovani esemplari di tonno (“baby-tuna”) e numerosi altri animali marini, tra cui varie specie di squali, che sono attirati da queste strutture, come documentato anche dall’Esperanza in questi giorni. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Frontiers in Ecology and the Environment”, si stima che nell’Oceano Indiano i Fad possano uccidere ogni anno tra 480mila e 960mila esemplari di squalo seta (Carcharhinus falciformis).
“Se davvero Mareblu crede che “la sostenibilità non sia una scelta ma un dovere” – come recita un suo slogan – perché non ha ancora eliminato dalle sue scatolette il tonno pescato con questi sistemi devastanti?” chiede Monti di Greenpeace.
 

immagini
Pesca di Tonni pinna gialla
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