Le guerre dell’acqua. Piacentini contro genovesi: “Ci rubano il fiume Trebbia”
È scaduta la concessione dell’Iren sulle acque del torrente Brugneto, un affluente del fiume emiliano, deviate per dissetare Genova. I comitati piacentini insorgono e chiedono di partecipare alle scelte sulla gestione della risorsa. Il difensore civico della Regione Liguria ha dato ragione agli emiliani.
La Trebbia (e con il fiume piacentino, anche tutta la valle) rischia di rimanere senz'acqua? I piacentini insorgono contro l’Ireti (gruppo Iren) di cui pochi mesi fa è scaduta, dopo 70 anni, la concessione per l’uso delle acque di un affluente, il torrente Brugneto, per dare acqua potabile a Genova.
La sete di Genova
Il problema nasce dal fatto che il confine fra l’Emilia e la Liguria non corre sullo spartiacque tra il bacino del fiume Po e lo spiovente verso la Liguria. Così le sorgenti della Trebbia e dei suoi primi affluenti sono in Liguria, ma il fiume è in Emilia, dove il resto del fiume scorre fino a sfociare nel Po alle porte di Piacenza. Dal secolo scorso le acque dell’affluente principale della Trebbia, il Brugneto (l’altro grande affluente è l’Àveto), sono bloccate da dighe e deviate verso gli acquedotti di Genova ma la concessione è scaduta e gli emiliani rivogliono la loro acqua, a dispetto della Liguria povera di acque.
Il lago artificiale del Brugneto, il più grande lago della regione, è lungo circa 3 chilometri e largo fino a 200 metri ed è stato formato dalla diga costruita nel 1959 dall'Amga Genova (Azienda Municipalizzata Gas e Acqua), oggi Iren; è la principale riserva idrica della città di Genova.
Trasparenza
La Regione Liguria nei mesi scorsi aveva impedito ai comitati piacentini per la difesa della Trebbia il libero accesso agli atti sulla concessione delle acque del torrente Brugneto, e così aveva impedito loro di esprimere il parere nel procedimento che riguarda i fiumi emiliani. Nelle scorse settimane il Difensore Civico della Liguria però ha dato ragione agli emiliani e ha detto che le associazioni Comitato Difesa Valtrebbia, Comitato No Tube e Residenti Utenti SS45 hanno diritto ad avere la documentazione sulla concessione delle acque. A parere dei comitati piacentini, il gestore ligure delle acque emiliane potrebbe essere privo di concessione e l’utilizzo delle acque del bacino idrografico del Po si baserebbe solamente su accordi politici senza le garanzie poste dal codice dell’ambiente, e perciò esigono che un eventuale rinnovo della concessione nasca con l’accordo della Regione Emilia-Romagna.
Richieste emiliane
Inoltre, i comitati chiedono che il lago artificiale che trattiene e devia a Genova l’acqua del Brugneto non venga tenuto pieno, e il livello dell’invaso venga tenuto sotto la soglia di pieno, in modo che ci sia margine di riempimento in caso di piogge intense da trattenere. Chiedono anche un piano per la gestione dei sedimenti accumulati nei decenni sul fondo del lago artificiale, per garantire nel tempo la capacità dell’invaso e la funzionalità dell’infrastruttura.
Il rischio, spiegano i promotori, è che la Trebbia perda nuovamente il suo affluente più importante, con ripercussioni ambientali ed economiche per l’intera valle piacentina. “Senza il suo sangue, la valle muore”.
“Negli ultimi decenni è cambiato tutto – dice il Comitato Difesa Valtrebbia –. È mutata la situazione della stessa Genova, con un fabbisogno idrico ridotto rispetto al passato: la popolazione è diminuita rispetto alle previsioni di crescita che avevano motivato le concessioni originarie, gli acquedotti cittadini oggi sono interconnessi e soprattutto è venuto meno l’enorme consumo di acqua industriale che richiedeva l’Italsider, chiusa ormai da anni. Anche il Piacentino e i territori lungo il corso della Trebbia hanno visto trasformarsi il loro assetto socio-economico e ambientale, così come il quadro normativo è stato aggiornato, imponendo procedure più rigorose e condivise nella gestione delle risorse idriche”.
La petizione degli emiliani per la Trebbia
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