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L’impresa verde. Rapporto GreenItaly, 3 milioni di lavori verdi

where Cassano d’Adda (Milano) when Lun, 27/11/2017 who roberto

Impegnato in attività sostenibili il 13,1% degli occupati. Interessa 355mila aziende del made in italy (27,1% del totale). Il rapporto lo trovi in Approfondimenti

Il rapporto GreenItaly 2017 è stato greenitaly2017.jpgpresentato al Palazzo della Triennale di Milano dal direttore e dal presidente della Fondazione Symbola, Domenico Sturabotti ed Ermete Realacci, insieme con Marco Mazzei e Giacomo Biraghi per Milano+15, Vittorio Biondi, direttore politiche industriali e competitività del territorio Assolombarda, Leopoldo Freyrie, presidente Fondazione Riuso, e Gloria Zavatta, amministratrice unica Amat, alla presenza dell'Assessore all'Urbanistica Verde e Agricoltura Comune di Milano Pierfrancesco Maran. I lavori sono stati coordinati da Carlo Montalbetti, promotore di Symbola.
Il rapporto misura e pesa la forza della green economy nazionale: più di un'impresa su quattro dall'inizio della crisi ha scommesso sulla green economy, che in Italia significa più ricerca, innovazione, design, qualità e bellezza.
Sono infatti 355mila le aziende italiane, ossia il 27,1% del totale, dell'industria e dei servizi che dal 2011 hanno investito, o lo faranno quest'anno, in tecnologie green per ridurre l'impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2.
Il documento include anche un focus sulla Lombardia, che con 63.170 imprese "green" è al primo posto in Italia nella graduatoria regionale per numero assoluto di aziende che hanno investito, o investiranno entro l'anno, in tecnologie green.
La green economy è un formidabile fattore di competitività ed e stata in questi anni difficili la migliore risposta alla crisi, una strada che guarda avanti e affronta le sfide del futuro incrociando la natura profonda della nostra economia: la spinta per la qualità e la bellezza, la coesione sociale, naturali alleate dell’uso efficiente di energia e materia, dell’innovazione, dell’high-tech. Una coraggiosa e vincente evoluzione di sistema avviata dal basso, che si basa su investimenti e produce lavoro, sostiene la coesione delle comunità e si intreccia con il territorio. Lo dimostrano i numeri di GreenItaly 2017, l’ottavo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione con il Conai, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e con il contributo di Ecopneus.
Il rapporto misura e pesa la forza della green economy nazionale: più di un’impresa su quattro dall’inizio della crisi ha scommesso sulla green economy, che in Italia significa più ricerca, innovazione, design, qualità e bellezza.
I numeri della green economy - Sono 355mila le aziende italiane - pari al 27,1% del totale, dell’industria e dei servizi - che dal 2011 hanno investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2. Una quota che sale al 33,8% nell’industria manifatturiera, dove l’orientamento green si conferma un driver strategico per il made in Italy, traducendosi in maggiore competitività, crescita delle esportazioni, dei fatturati e dell’occupazione.
Gli investimenti - E quest'anno si registra un’accelerazione della propensione delle imprese a investire green: ben 209mila aziende hanno investito, o lo faranno entro l'anno, su sostenibilità ed efficienza, con una quota sul totale (15,9%) che ha superato di 1,6 punti percentuali i livelli del 2011.
Gli occupati - Alla nostra green economy si devono già 2,97 milioni di green jobs, ossia occupati che applicano competenze verdi. Una cifra che corrisponde al 13,1% dell’occupazione complessiva nazionale, destinata a salire ancora entro dicembre. Dalla nostra economia verde infatti arriveranno quest’anno 320 mila green jobs e, considerando anche le assunzioni per le quali sono richieste competenze green, si aggiungono altri 863 mila occupati. Insieme all’occupazione la green economy crea anche ricchezza: i quasi 3 milioni di green jobs italiani contribuiscono infatti alla formazione di 195,8 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 13,1% del totale complessivo. Il salto competitivo e innovativo che la green economy riesce a far compiere alle imprese trae forza anche dal forte connubio green-R&S, perché, ad esempio, le medie imprese industriali che investiranno quest’anno in ricerca e sviluppo sono il 27% tra quelle che puntano sull’eco-efficienza e solo il 18% tra le altre.
Questo dato trova una conferma nei dati sui green jobs (ingegneri energetici o agricoltori biologici, esperti di acquisti verdi, tecnici meccatronici o installatori di impianti termici a basso impatto): nell’area aziendale della progettazione e della ricerca e sviluppo i green jobs rappresentano il 60% delle assunzioni previste per il 2017.
Il caso della Lombardia - Con 63.170 imprese green, la Lombardia è al primo posto in Italia nella graduatoria regionale per numero assoluto di aziende che hanno investito, o investiranno entro l’anno, in tecnologie green. Passando dal livello regionale a quello provinciale, e Milano con le sue 22.300 imprese green la provincia più virtuosa della Lombardia. Seconda Brescia, con 8.720 imprese green, terza Bergamo a quota 6.660. Seguono Monza e Brianza con 5.320, Varese con 5.190 imprese green, Como attestata a 3.830 imprese green, Pavia a quota 2.580, Mantova con 2.240 imprese, Lecco a 2.100, Cremona 1.870, Lodi 1.220 e Sondrio 1.140. L’ottimo risultato della provincia di Milano è confermato anche su scala nazionale: Milano è al primo posto in Italia nella graduatoria provinciale per numero di imprese green.
Dove sono più richiesti i green jobs - La prima regione per numerosità assoluta di assunzioni programmate di green jobs in senso stretto è la Lombardia, dove se ne contano quasi 81.620, pari a poco più di un quarto del totale nazionale (25,7%), seguita a distanza dal Lazio, con 35.080 assunzioni (11% del totale nazionale), dall’Emilia Romagna con 32.960 di green jobs (10,4%), quindi da Veneto a quota 30.940 e Piemonte con 24.340. Troviamo quindi la Campania (17.680), la Toscana (16.470), la Puglia (14.300), la Sicilia (12.250) e la Liguria (9.300).
Avvicinandoci ancor di più ai territori, le prime province per numerosità assoluta di green jobs programmate sono le grandi realtà di Milano, con 42.910 assunzioni, e Roma, con 29.480. In terza posizione c’è Torino, dove la domanda di green jobs è di 15.070 unità, quarta Napoli con 9.670 assunzioni, quinta Brescia con 9.110 assunzioni.
Il piano Impresa4.0 - Un tema che si collega a doppio filo con il Piano Nazionale Impresa 4.0, ovvero l’impegno pubblico del governo per sostenere la quarta rivoluzione industriale. Molte delle tecnologie abilitanti richiamate nel Piano rispondono infatti a necessità delle imprese di ridurre impatti di tipo energetico o ambientale o di rendere i processi più efficienti (ad esempio riducendo sprechi e riutilizzando materiali).
Non è un caso che le medie imprese industriali che investono nel green siano molto più a conoscenza delle altre delle misure contenute nel Piano (due terzi contro neanche la metà delle non investitrici green).
Il 69% delle medie imprese green si impegna in sostegno alla sviluppo del
proprio territorio, mentre tra le imprese non green tale percentuale scende al 36%.
Il parere di Realacci - “Emerge con sempre maggiore forza la necessità di un’economia più sostenibile e a misura d’uomo e per questo più forte e competitiva. Lo si evince - afferma il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci - anche dal Nobel nuovamente dato a un economista atipico, che riflette sulle persone e sulle comunità: quest’anno a Richard Thaler che, con le sue teorie, ha spiegato come i tratti umani incidono le decisioni individuali e gli esiti del mercato. Per andare in questa direzione occorre un’economia che incroci innovazione e qualità con valori e coesione sociale; ricerca e tecnologia con design e bellezza, industria 4.0 e antichi saperi”.

immagini
greenitaly2017
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