torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Le imprese e il clima. La transizione ecologica impatterà in maniera significativa sul 72% delle aziende

where Milano when Lun, 10/10/2022 who roberto

Uno studio del REPAiR Lab di SDA Bocconi e CRIF individua gli aspetti chiave ai quali le imprese devono prestare attenzione nella gestione del percorso di decarbonizzazione, facendo leva anche sull’opportunità del PNRR

L’emergenza climatica avrà un impattoindustria.jpg medio o superiore sul 72% delle aziende dovuto al percorso di transizione ecologica avviato nella propria catena industriale. In particolare, le aziende maggiormente impattate saranno quelle nei settori chimico e del cemento. Lo evidenzia uno studio del REPAiR Lab (Responsible, Patience and Reliable Finance Lab), il laboratorio di SDA Bocconi e CRIF sulla finanza responsabile e sostenibile, che si occupa del ruolo assunto dalle imprese nel contenimento delle emissioni chiamate a dover fronteggiare un rischio di transizione ecologica in termini di operatività o, per gli operatori finanziari, in rendimenti inferiori sugli investimenti. Da qui, lo studio individua i passaggi chiave che le imprese devono seguire per governare al meglio il loro processo di decarbonizzazione e minimizzare i rischi della transizione verde.
 
Impatto maggiori sulle grandi

Per stimare gli impatti della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio sono state analizzati oltre 5 milioni di imprese italiane sulla base dell’indicatore di rischio di transizione ecologica sviluppato da CRIF, che esprime la probabilità per un’azienda di subire impatti significativi con orizzonte al 2050 e che considera valore della produzione, EBITDA Margin e investimenti. A livello di dimensioni, le aziende che subiranno un impatto maggiore sono tendenzialmente più grandi della media. Inoltre, focalizzando l’analisi sul consumo energetico, emerge una relazione tra i settori “energivori”, con maggior consumo di gas metano, e il rischio di transizione nel lungo periodo.
“Il processo di decarbonizzazione dell’economia comporterà profondi cambiamenti strutturali - spiega Michele Calcaterra, direttore operativo del REPAiR Lab, che con Alessandra Caragnano e Cecilia Marchesi ha coordinato il lavoro di ricerca. - Taluni settori saranno chiamati ad incrementare o ridurre la propria quota di mercato, mentre altri saranno coinvolti in processi di M&A o potenzialmente dovranno abbandonare il mercato: si pensi alle imprese operanti nei settori connessi alle attività relative all'estrazione e alla distribuzione di combustibili fossili o alle imprese che producono beni e servizi che utilizzano i combustibili come input primario all’interno del loro processo produttivo”.
 
I quattro aspetti fondamentali

In questo scenario, secondo lo studio di REPAiR Lab, il lavoro delle imprese deve concentrarsi in maniera integrata su quattro aspetti fondamentali: la strategia, la gestione dei rischi, il tema dell’accesso ai capitali e infine, aspetto rilevante, le metriche di misurazione.
Per quanto riguarda la strategia, è prioritario che le imprese integrino gli obiettivi di decarbonizzazione e sostenibilità con modalità che siano coerenti col piano industriale. Le strategie di decarbonizzazione richiedono allocazione di risorse che devono essere viste come investimenti necessari al rafforzamento della competitività, della reputazione e della resilienza. Inoltre, il processo di transizione “deve essere considerato una sorta di volano non solo per le aziende del settore energetico, ma anche per le aziende manifatturiere e per le aziende di servizi”, aggiungono i ricercatori di REPAiR Lab. In questo scenario, la finanza d’impresa svolge un ruolo primario di propulsore della transizione: affrontando i rischi di transizione (reputazionali e normativi), gli operatori finanziari possono influenzare le imprese e la collettività verso scelte più sostenibili e contemporaneamente, sviluppando sinergie tra diversi clienti, possono favorire la transizione delle imprese ‘brown’ in ‘green’. Per quanto riguarda il secondo punto, la gestione dei rischi, è fondamentale che gli aspetti legati al cambiamento climatico siano integrati nelle strategie di risk management dell’azienda: in un momento in cui l’attenzione degli investitori verso la sostenibilità è via via crescente, intraprendere e comunicare un chiaro percorso verso la decarbonizzazione per le imprese diventa un fattore positivo e abilitante sul fronte dell’accesso al credito.
Ne consegue il terzo punto, quello dell’accesso ai finanziamenti e nuovi capitali: non potranno che essere le aziende più virtuose dal punto della sostenibilità a diventare più attrattive e resilienti agli occhi dei mercati e degli investitori. Per gestire la transizione, “serviranno ingenti fonti di capitali, anche sotto forma di obbligazioni o equity, che possano supportare le imprese nella gestione dei rischi ambientali”, sottolineano i ricercatori del REPAiR Lab.
Infine, le metriche, aspetto di assoluto rilievo su cui ha lavorato un team congiunto di ricercatori SDA Bocconi e professionisti di CRIF coordinati da Maurizio Poli (SDA Bocconi) e Mariagiovanna Zavallone, Senior manager di CRIF. Su quest’aspetto sarà prioritario che le imprese si uniformino agli standard europei e internazionali di misurazione, affinché la valutazione delle proprie attività e la loro comunicazione sia la più omogenea e aperta possibile.

immagini
industria