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Gli incendi dei capannoni. Come va a finire: le condanne per Corteolona

where Pavia when Lun, 27/05/2019 who roberto

Patteggiamento e rito abbreviato con pene da due a quattro anni di reclusione. Il problema dell’abolizione del Sistri

Nei giorni scorsi il giudice per le indaginicorteleona.jpg preliminari di Milano ha emesso una sentenza di patteggiamento e una con rito abbreviato per il traffico di rifiuti e il conseguente incendio nel capannone di Corteolona (Pavia) avvenuto nel gennaio del 2018.

Il processo è uno dei primi che arrivano a conclusione, con l’individuazione di responsabili, in uno delle centinaia di incendi che hanno devastato i depositi di rifiuti, spesso abusivi. Da parte di tre degli imputati sono state patteggiate pene che vanno da 2 anni e 2 mesi a 4 anni di reclusione. Gli altri due imputati che avevano scelto il rito abbreviato sono stati condannati alla pena di 2 anni per le attività finalizzate al traffico illecito di rifiuti e 3 anni e 6 mesi di reclusione per l'incendio e il traffico illecito di rifiuti. Per il sesto degli imputati si dovrebbe aprire nei prossimi mesi il dibattimento con rito ordinario.

Legambiente Lombardia - Legambiente Lombardia, costituitasi parte civile nel processo, ribadisce la necessità di un maggiore sforzo comune per contrastare e prevenire il fenomeno dell'illegalità nel ciclo dei rifiuti. "Come hanno confermato le ultime inchieste regionali sulla corruzione, la gestione dei rifiuti continua ad essere sempre più un settore ad alto rischio di infiltrazioni illegali, in cui sia la criminalità economica sia quella contigua alle mafie ottengono elevati guadagni illeciti, correndo rischi relativamente bassi, a danno delle imprese oneste - ricorda Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - . Serve, ancora una volta, un cambio di passo, mettendo in campo da subito provvedimenti volti a rendere più trasparente, sostenibile ed efficiente il settore della gestione dei rifiuti: dai decreti attuativi sull'end of waste al rafforzamento dell’indice di gestione regionale, dalle politiche sulle riduzione dei rifiuti all'aumento degli standard ambientali previsti per gli impianti di trattamento. Il tutto inserito in una cornice di visione che metta al centro l'economia circolare ed eviti l'eccessivo spostamento di rifiuti da un capo all'altro dell'Italia”. "Ci auguriamo che questa vicenda e le conseguenti condanne, chiudano una fase negativa per la provincia di Pavia relativa ai rifiuti e si apra, invece, una prospettiva di sviluppo realmente sostenibile, legato a realtà, possibilità e caratteristiche del territorio", aggiunge Renato Bertoglio, rappresentante di Legambiente in provincia di Pavia.

Senza Sistri - "Con l'abolizione del Sistri, il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, voluta da questo Governo, si è ridotta notevolmente la capacità di monitorare i rifiuti pericolosi tramite tracciabilità", dice Antonella Forattini, consigliera regionale del Pd, a proposito dell'audizione congiunta delle Commissioni Ambiente e Antimafia di Massimiliano Iervolino, consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali correlati. "Promosso in virtù della semplificazione, l'effetto dell'articolo contenuto nel decreto legge approvato dal Governo lo scorso dicembre si è invece tradotto in un ritorno al passato nel controllo della tracciabilità dei rifiuti - spiega meglio Forattini -. Il Sistri era stato introdotto proprio con questo scopo e si basava sull'utilizzo di due apparecchiature elettroniche: una scatola nera da montare sui mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti per tracciarne i movimenti, e un token usb da 4 gbm, dispositivo di firma digitale portabile, che permetteva di sottoscrivere documenti informatici". Ma dal 1° gennaio 2019 il cosiddetto Decreto Semplificazione ha confermato l'abolizione del metodo di monitoraggio. "Sistri intendeva sostituire il sistema di gestione cartaceo e permettere agli organi di controllo un più efficace monitoraggio dei flussi di rifiuti sul territorio nazionale - aggiunge la consigliera Pd -. Ma lo strumento è stato ritenuto inefficace e abolito senza che sia stato introdotto un sistema di controllo elettronico alternativo". Ora, "fino alla definizione di una nuova metodica, che sarà organizzata e gestita direttamente dal Ministero dell'Ambiente, i soggetti obbligati continueranno a utilizzare gli adempimenti cartacei, compilando registri di carico e scarico e formulari di identificazione dei materiali. Ma a questo punto è evidente che si alza il rischio che i rifiuti non vengano smaltiti in maniera corretta e che finiscano a riempire centri di stoccaggio spesso abusivi con le conseguenze che abbiamo visto in questi mesi soprattutto in Lombardia, come è emerso anche dall'audizione", conclude Forattini.

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