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Inceneritori. Le Regioni contro lo Sblocca Italia. Lombardia all’attacco

where Milano when Lun, 05/12/2016 who redazione

Dopo la sconfitta del Veneto alla Corte costituzionale, ora tocca alla Lombardia. Al via un nuovo ricorso contro l’articolo 35: “Contrasta fortemente contro la nostra programmazione”

L’altra settimana, come riferiva e-gazettemaroni.jpg, la Corte costituzionale bocciava la Regione Veneto e la Lombardia. Ora la Lombardia ha deciso di fare un nuovo ricorso contro l’articolo 35, dedicato al piano nazionale inceneritori e contenuto della legge Sblocca Italia, e contro il decreto del presidente del Consiglio dei ministri (DpCM) che lo applica.
E il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, contrattacca a sua volta: le Regioni non possono fare le ‘furbette’ per non adeguarsi alle norme europee.

Il ministro Galletti - Rispetto all'art. 35 dello Sblocca Italia, che prevede l’individuazione della capacità complessiva degli impianti di incenerimento dei rifiuti, "entro il 3 dicembre le Regioni mi devono dire cosa intendono fare, di quanti impianti dispongono e quanti ne servono e per fare cosa, per evitare nuove infrazioni europee, e alcune Regioni sono già in infrazione", dice il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. "Abbiamo solo chiesto che le Regioni si adeguassero alla normativa europea, una delle vergogne che abbiamo. Con l'art. 35 dello Sblocca Italia dico che credo che le Regioni possano arrivare al 65% di raccolta differenziata: a fronte di una media italiana del 35-40% ci sono Regioni che sono vicine all'obiettivo, Regioni che l'hanno superato, Regioni come la Sicilia al 12%, ci sono Comuni all'80% e Comuni al 3%, con le stesse regole. Quindi il problema non sono le regole, serve determinazione. Insomma, io dò modo di arrivare al 65% e oltre di raccolta differenziata, e ho sempre creduto si possa arrivare a un - 10% nella produzione dei rifiuti, serve qualche sforzo ma si può raggiungere", segnala Galletti, "poi per il resto ho solamente quantificato la parte rimanente, dopo aver raggiunto il 65% di differenziata e il -10% nella produzione", il tutto però "senza mandarli in giro per il mondo, e ho chiesto che si chiudano discariche".

La Lombardia protesta - "Siamo convinti che l'intero sistema delineato dall'art. 35 dello Sblocca Italia, pur avallato dalla sentenza della Corte costituzionale, contrasti fortemente con la pianificazione e l’interesse regionale: ecco perché la Lombardia procederà con l'impugnazione del DpCM, attuativo di tale disposizione, evidenziando l'incoerenza della posizione nazionale, che non solo ha determinato la pronuncia di illegittimità costituzionale nella parte in cui ha equiparato, ai fini della priorità di accesso agli inceneritori, i rifiuti decadenti dal trattamento degli urbani agli urbani, ma anche perché su tale equiparazione ha fondato lo stesso DpCM", ha detto l'assessore regionale Claudia Terzi dopo la sentenza della Corte che ha di fatto ritenuto infondato il ricorso presentato dalla Lombardia.

In particolare, la Corte ha ritenuto che sia sulla decretazione di urgenza come sulla compromissione delle sfere di competenza legislativa regionale non ci fossero i presupposti per valutare positivamente il ricorso della Lombardia. E così anche sull'ammissione di rifiuti speciali pericolosi a solo rischio infettivo provenienti da altre Regioni, che altererebbe gli equilibri finanziari regionali, con potenziale aggravio della tariffa a carico dei cittadini. Per la Corte, questo squilibrio sarebbe compensato dalla previsione del contributo a carico dei gestori degli impianti, da destinare ad apposito Fondo finalizzato al contenimento delle tariffe.

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roberto maroni
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