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Inquinamento. Lombardia, Cattaneo: il traffico auto incide poco, il lockdown lo ha confermato

where Milano when Lun, 29/06/2020 who roberto

A fronte di una riduzione del traffico pari a circa il 70%, nell'intera area si è registrata una riduzione delle emissioni degli inquinanti dal 14%. Legambiente Lombardia: "un errore"

Il lockdown imposto dall'emergenza smog.jpgCovid ha costituito uno straordinario esperimento per verificare l'impatto del traffico veicolare sulla qualità dell'aria in Lombardia e più in generale nel Bacino Padano. I dati hanno dimostrato che il traffico veicolare incide in minima percentuale sull'inquinamento atmosferico. A sostenerlo è l'assessore all'Ambiente e Clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo. "Abbiamo fatto il punto sulla qualità dell'aria nel periodo del lockdown, che ha costituito anche uno straordinario esperimento, irripetibile, per verificare l'effetto di una riduzione così consistente del traffico sulla qualità dell'aria - ha spiegato Cattaneo -. In passato abbiamo concentrato le nostre politiche di contrasto alle emissioni di sostanze inquinanti soprattutto sulle limitazioni del traffico, mentre il lockdown ha reso evidente a tutti che il traffico ha inciso in una percentuale limitata".
 
I numeri - "A fronte di una riduzione del traffico pari a circa il 70% nell'intera Area si è registrata una riduzione delle emissioni degli inquinanti dal 14% (Pm10) al 40% (Nox) - ha fatto presente Cattaneo -. Le politiche che adotteremo dovranno necessariamente agire non solo sulla mobilità, ma anche su molteplici altri fattori di inquinamento, quali il riscaldamento a biomasse e le emissioni provenienti dagli spandimenti in agricoltura". "Sono dati molto interessanti - ha confermato Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all'Università San Raffaele di Milano e all'Università di Parma - che andrebbero pubblicati anche nel circuito scientifico ufficiale perché un esperimento come quello del lockdown si può usare per le future strategie ambientali. Regione Lombardia ha attuato una politica sui veicoli molto efficace, fatta di incentivi, di blocco dei veicoli più inquinanti, quindi di riduzione delle polveri sottili e degli altri inquinanti. Il risultato è che la componente veicolare è diminuita, ora la sfida è sui riscaldamenti domestici, dove invece bisogna fare molto di più. È una battaglia in corso - ha concluso il professore -: Regione Lombardia, che ha una delle zone più disagiate al mondo dal punto di vista geografico, ha fatto più degli altri e oggi deve concentrarsi sui riscaldamenti domestici e su altre fonti non sempre ancora catalogate".

Stufe - "Inoltre - ha anticipato Cattaneo - stiamo studiando una delibera che rivede le modalità con cui si possono commercializzare e installare nuove stufe a biomassa. L'obiettivo è quello di favorire gli impianti più recenti e meno inquinanti con l'ipotesi di sostenere questo ricambio con degli incentivi significativi che possano coprire anche il 90% del costo, sommando gli incentivi regionali e nazionali". "Questa è l'idea di una politica multicriterio - conclude Cattaneo -: si agisce sul traffico, sul riscaldamento, sullo spandimento di reflui zootecnici in agricoltura. Voglio però chiudere con un dato: in Lombardia oggi produciamo 1883 grammi pro capite all'anno di pm10 contro i 4107 di media europea e la media italiano è sopra i 3mila: il motivo per cui siamo ancora oltre i limiti imposti dall'Unione Europea sono le condizioni orografiche del nostro territorio".

La replica di Legambiente -“Assessore, sbagliato continuare a sottovalutare l’inquinamento da traffico e soprattutto da diesel. I dati raccolti durante il lockdown lo confermano” replicano gli ambientalisti.  “Un doppio errore – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – in primo luogo perchè rompe il fronte dell’impegno delle regioni del Nord Italia a condurre azioni coordinate per la riduzione dello smog, e poi perchè i dati su cui si basa Cattaneo suonano, al contrario di quanto egli affermi, come una chiarissima conferma del ruolo delle emissioni da traffico, e in primo luogo da diesel, sull’inquinamento atmosferico”.
L’associazione rimarca come la riduzione misurata nelle emissioni di NOx durante il periodo di lockdown (fino al 40%), sia notevole e interamente attribuibile alla riduzione del traffico (calato del 80% per quanto riguarda le autovetture, e del 50% per il trasporto commerciale). “Un dato che conferma, in modo molto lineare, quello che già le ARPA del Nord Italia avevano da tempo stimato con i loro modelli, i cui dati sono riportati sul sito dell’inventario nazionale delle emissioni, ben il 51% delle emissioni di NOx in Lombardia derivano da traffico, con un ruolo assolutamente prevalente delle motorizzazioni diesel”.
Meno rilevante è invece il dato delle emissioni di polveri sottili, dal momento che meno di un terzo del PM10 in atmosfera deriva da emissioni dirette allo scarico: “grazie al miglioramento dei dispositivi di abbattimento, infatti, la gran parte del PM10 che respiriamo d’inverno deriva da reazioni di chimica atmosferica tra inquinanti: ancora una volta da ossidi d’azoto (NOx), che si combinano con l’ammoniaca dei (troppi) allevamenti intensivi della pianura lombarda. Per questa ragione le riduzioni delle concentrazioni di PM10 sono state meno forti, precisamente un terzo delle riduzioni di NOx, dal momento che le emissioni di fonte zootecnica ovviamente non sono state minimamente influenzate dal lockdown” .
 

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