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Gli italiani e il clima. Ricerca: in Europa siamo i più insoddisfatti delle nostre politiche ambientali

where ​ Milano when Lun, 08/11/2021 who roberto

Presentati i risultati dell’indagine condotta da YouGov sugli atteggiamenti dei cittadini di sette Paesi europei verso le questioni climatiche

Quali sono gli atteggiamenti degli giovani-clima.jpgeuropei verso la crisi climatica? Quanto sono soddisfatti delle politiche climatiche e ambientali nel loro paese? In occasione della COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in corso a Glasgow, GROHE ha commissionato alla società internazionale di ricerca YouGov un’indagine su questi temi in sette nazioni europee, Italia inclusa.

Italia il paese più informato sul summit (74%) e il più insoddisfatto (67%)
Il 74% degli italiani dichiara di essere a conoscenza della conferenza di Glasgow: il dato più alto rispetto agli altri paesi. Seguono il Regno Unito con il 68%, i Paesi Bassi con il 64% e la Francia con il 59% di risposte affermative. In Germania e in Danimarca la percentuale si attesta a metà intorno al 50%, mentre in Russia la percentuale degli informati si ferma al 34%.  Il 67% degli italiani dichiara, inoltre, di essere insoddisfatto delle politiche climatiche e ambientali del proprio paese: un dato che supera di 10 punti percentuali la media europea e che fa dell’Italia il paese più critico dei sette interessati dalla ricerca.

Obiettivo clima: quasi tutti pessimisti
Circa la metà degli europei (47%) si è dichiarata pessimista circa il raggiungimento dell’obiettivo dell’accordo di Parigi del 2015 di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi. I più negativi sono Germania e Francia (58%), Paesi Bassi (55%), Regno Unito (49%) e Danimarca (48%) seguiti da Italia (43%) e Russia (20%). In generale gli intervistati delle aree urbane sono più ottimisti dei residenti nelle zone rurali.

Acquisto prodotti: più attenti al prezzo
Quando si tratta di acquistare un prodotto gli europei concordano: per il 53% il fattore decisionale è il prezzo, mentre la sostenibilità interessa il 32%. Gli italiani sono in linea con la media europea, con il 47% che si è dichiarato attento al prezzo, mentre per il 36% la priorità è la sostenibilità. È interessante notare che tra gli over 55 si concentra una maggiore sensibilità verso un acquisto eco friendly (40%), mentre nella fascia 18-34 l’attenzione maggiore viene data al prezzo (55%). Allo stesso modo gli abitanti nelle aree urbane sono più attenti al prezzo (52%) rispetto a quelli delle aree rurali (42%). Se i più sensibili al costo sono i russi con ben il 70% delle preferenze, il paese più virtuoso è la Francia, con il 49% di preferenze per l’aspetto sostenibile.

Nuovi prodotti: in Italia si guarda alla plastica
Plastica (54%), rifiuti generici (53%), energia (51%), acqua (37%) ed emissioni di CO2 (40%): sono questi i principali fattori di risparmio di risorse e rifiuti a cui prestano attenzione gli europei quando acquistano un nuovo prodotto. In Italia, in particolare, l’attenzione maggiore è verso la plastica (58%), l’energia (57%) e i rifiuti generici (55%).  Il 46% dimostra attenzione verso la riduzione di emissioni di CO2, mentre il risparmio idrico è il fattore meno rilevante (34%).  Diverso l’atteggiamento in Danimarca, dove il 53% del campione si dimostra sensibile al tema delle emissioni. La Francia rimane in prima posizione in termini di risparmio energetico e idrico in relazione ai nuovi acquisti: Il 58% presta attenzione al basso consumo di energia e il 47% tiene d'occhio il consumo di acqua. In coda rispetto a quasi tutti i parametri c'è la Russia.

I fattori decisivi per una maggiore sostenibilità
Per gli europei i fattori che possono guidare la transizione ecologica per un futuro più sostenibile sono tre: normative (37%), responsabilità sociale d’impresa (27%) e scelte individuali (21%). Se gli italiani sono d’accordo con il primo driver di cambiamento (il 43% ha scelto la regolamentazione governativa), le azioni dei singoli salgono al secondo posto con il 24%, seguite per un solo punto percentuale dall’imprenditoria responsabile (23%). I picchi di fiducia degli italiani nei confronti della regolamentazione governativa si registrano tra gli over 55 e tra i residenti delle aree urbane, rispettivamente con il 44% e il 47%. Ad attribuire maggiore fiducia nelle proprie azioni quale fattore di cambiamento sono gli intervistati nella fascia d’età 35-54 anni (26%) e gli abitanti nelle zone rurali (29%). La Russia è il paese che registra il maggior numero di consensi per le scelte dei singoli (23%), mentre nei Paesi Bassi il 39% degli intervistati ha dichiarato che le aziende hanno il potere di determinare il cambiamento verso una maggiore sostenibilità economica e sociale.

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