torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

In un mese sciolto un pezzo di Groenlandia grande come Manhattan

where Boulder (Stati Uniti) when Lun, 17/09/2012 who redazione

Lo hanno rilevato gli scienziati americani del National snow and ice data center (Nsidc). Oltre al caldo, finisce sotto accusa anche lo scurimento del ghiaccio che – mescolato a terra e detriti – perde la capacità di riflettere la luce del sole

Anche l’estate 2012 chiude con un bilancio negativo per l’ambiente. L’estensione del ghiaccio marino artico, per esempio, ha raggiunto il minimo storico il 27 agosto.
Secondo quanto rilevato dal National snow and ice data center (Nsidc, http://nsidc.org), l’area coperta dai ghiacci artici si è ridotta a 1,58 milioni di chilometri quadrati: nel 2007, ultimo minimo, la superficie era pari a 1,61 milioni di chilometri quadrati. E gli scienziati del centro con sede a Boulder, nel Colorado, non hanno dubbi: le dimensioni dei ghiacciai si riducono, anno dopo anno, a causa dei cambiamenti climatici.
Come riferisce l’agenzia Adnkronos, oltre all’aumento globale delle temperature e le condizioni meteo, tra le cause dell’eccezionale scioglimento troviamo anche il fatto che la neve e i ghiacciai sono sempre più scuri. “Questo comporta una minore capacità di riflettere la luce del sole – osservano gli scienziati Usa. – A luglio, un clima insolitamente caldo ha investito tutta la Groenlandia, provocando il diffuso quanto raro scioglimento dei ghiacci e il loro scurimento a causa del mescolarsi delle nevi con i detriti. La quantità totale di ghiaccio sciolto in Groenlandia nel mese, solo per la minore capacità del ghiaccio di riflettere, ammonta a ben cento chilometri cubi, circa il doppio della media degli ultimi anni”. Una quantità sufficiente a ricoprire Manhattan con uno strato di ghiaccio profondo un chilometro.
Il fenomeno, però, riguarda anche l’Italia, dove la fusione dei ghiacciai ha colpito non solo i rilievi alpini ma anche quelli appenninici. Le nevi perenni, spiega il direttore scientifico del Wwf, Gianfranco Bologna, “diventano sempre più piccole, anno dopo anno, soprattutto alle massime altitudini”. Ed è proprio qui, dove la montagna confina solo con il cielo, che le specie come la pernice bianca sono più a rischio e soffrono maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici. A rischio anche alcune specie di piante tipiche di queste altezze, come il pinomugo.
Per scongiurare lo scioglimento vengono utilizzate delle coperture geotessili. Si tratta di teli che coprono interamente il ghiacciaio. In particolare, sulla neve non battuta, spiega Guglielmina Diolaiuti membro del Comitato glaciologico italiano (www.glaciologia.it), “abbiamo rilevato un contenimento dello scioglimento tra il 65 e il 70%”. Il telo, riferisce la ricercatrice, “è in grado di smorzare la temperatura dell’aria anche di 6-8 gradi. Se fuori dal telo la temperatura è tra gli 11 e i 14 gradi al di sotto stiamo tra i 4 e i 5 gradi”.

leggi anche: