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Le notizie, quelle brutte. Mediterraneo bollente, 4 gradi sopra le medie stagionali

where Roma when Lun, 27/06/2022 who roberto

Enea e Cnr in campo per prevedere ondate di calore e impatti su ambiente e attività economiche

È allarme per le temperature mediterraneo-bollente.jpgsempre più bollenti del Mediterraneo: dal 10 maggio il mare nostrum è colpito da un’ondata di calore che ha innalzato la temperatura della superficie marina di circa 4 °C rispetto alla media del periodo 1985-2005, con picchi superiori a 23 °C. Sono questi i primi risultati del progetto CareHeat (finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa), al quale partecipano per l’Italia Enea e Cnr, quest’ultimo nel ruolo di coordinatore.
Nello specifico, il progetto mira a sviluppare nuove metodologie per prevedere e identificare le ondate di calore, comprenderne la propagazione e gli impatti su ambiente, biodiversità e attività economiche, quali pesca e acquacoltura. Oltre a Enea e Cnr, partecipano al progetto CareEHeat, finanziato da Esa nell’ambito delle “azioni bandiera” della Commissione europea, gli istituti di ricerca francesi Cls (Collect Locatisation Satellites) e Ifremer (Institut français de réchèrche pour l’exploitation de la mer) e le non-profit Mercator Ocean International (Francia) e +Atlantic Colab (Portogallo).
 
I dettagli della ricerca Cnr ed Enea
Partendo da una descrizione dello stato dell'arte sul rilevamento, il progetto mira a definire le lacune conoscitive attuali e i metodi proposti per il loro superamento, considerando la variabilità del clima e gli eventi meteorologici “forzanti”, ovvero ondate di calore in atmosfera prodotte da condizioni meteorologiche favorevoli quali, ad esempio, il persistere dell’anticiclone africano, senza trascurare l’analisi delle fonti di dati disponibili e gli impatti biologici riportati in letteratura.
In seguito, i modelli numerici e i dati provenienti dai profilatori automatici di parametri fisici e biochimici (Argo e Bioargo) operanti nel Mediterraneo, contribuiranno a valutare l’impatto di questa anomalia termica negli strati più profondi del mare e quindi su un ecosistema marino alle prese con le difficoltà associate a una variazione veloce della temperatura. Nell’ambito del progetto, a partire dal mese di luglio i ricercatori daranno il via alla fase che prevede l’uso dei modelli più avanzati, inclusi quelli basati su reti neurali, per individuare automaticamente le ondate termiche, valutare il loro impatto sull’ecosistema marino e definire il concetto stesso di ondata di calore nel contesto attuale di riscaldamento globale. Lo studio inizierà con l’analisi di eventi principali per aree di interesse, considerando anche le esigenze degli utenti che potranno usufruire dei risultati di questa ricerca. A tale scopo gli operatori del settore (pescicoltura, pesca e aree marine protette) hanno risposto a un questionario finalizzato anche a modulare gli obiettivi del progetto.
 
Parola agli scienziati
“Con il termine ondate di calore, in inglese ‘marine heat waves’, si intendono situazioni in cui la differenza tra la temperatura superficiale del mare misurata e il valore climatologico, ovvero atteso per quella particolare regione in quello specifico periodo dell’anno, supera una soglia critica per almeno 5 giorni in un’area sufficientemente ampia di mare”, sottolinea Salvatore Marullo del laboratorio Enea di modellistica climatica e impatti. “Le attività di ricerca sono iniziate con lo studio dell’ondata di calore che attualmente interessa il Mar Mediterraneo partendo dall’analisi dai dati satellitari disponibili che per primi hanno rilevato l’anomalia termica, con valori confrontabili con l’ondata di calore del 2003. È dagli inizi di maggio che nell’area mediterranea si registrano temperature ben al di sopra della media stagionale e anche la prima metà di giugno è stata caratterizzata da situazioni meteorologiche tipiche di fasi più avanzate della stagione estiva”.
“Capire che cosa esattamente sta succedendo al clima attuale è sempre più importante, perché i cambiamenti iniziano ad incidere concretamente sulla vita di tutti i giorni, sulle attività economiche fino al singolo cittadino, passando per l’inasprimento dei fenomeni migratori”, evidenzia Gianmaria Sannino, responsabile laboratorio Enea di modellistica climatica e impatti. “Quindi - aggiunge - è opportuno definire quantitativamente i fenomeni in corso per capirne le cause e prevederne gli sviluppi, focalizzandosi sugli oceani che ricoprono circa il 70% della superficie terrestre per pianificare e gestire i servizi ecosistemici e lo sviluppo sostenibile”.

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