torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Obama rilancia la carta ambiente. Quasi sette americani su dieci sono con lui

where Washington D.C.(Stati Uniti) when Mar, 26/02/2013 who redazione

In agenda il nuovo Energy security trust “per liberare le auto dalla schiavitù del petrolio” e una rete di poli industriali ad alta tecnologia verde: nel discorso per il via ufficiale del suo secondo mandato il presidente Usa non dimentica il green. Un sondaggio rivela che il 65% degli americani vuole subito misure per contrastare i cambiamenti climatici

di Matteo Cislaghi

Dalle iniziative per combattere i cambiamenti climatici, “per un ambiente più pulito da lasciare alle future generazioni”, ai progressi nei diritti civili. Dal rafforzamento dell’economia dopo la crisi, al riscatto della classe media e dei poveri.
È un’agenda molto progressista quella che Barack Obama ha presentato sulla scalinata del Capitol Hill di Washington in occasione del suo quarto discorso sullo stato dell’Unione, che ne ha aperto in modo ufficiale il secondo mandato da presidente degli Stati Uniti. Una sequenza di obiettivi forti, da raggiungere investendo su lavoro (con la proposta di alzare le retribuzioni portando quella minima da 7,25 a 9 dollari l’ora), scuola, ricerca, sicurezza informatica ma anche green economy. Obiettivi per i quali “chiedo il sostegno di tutti – ha detto Obama – a partire dagli avversari politici che invito al compromesso”.
La partita “verde” è apertissima, come ha voluto chiarire il presidente. Che pensa a una rete di 15 poli industriali ad alta tecnologia e a basso impatto ambientale per far sì che “la prossima rivoluzione industriale abbia luogo negli Stati Uniti”. E poi c’è il nuovo Energy security trust, con un “goal” molto ambizioso: impiegare una parte dei ricavi dei mercati del petrolio e del gas per alimentare la ricerca e le applicazioni tecnologiche che, per dirla con le parole del presidente riprese dal “Daily Wired” (daily.wired.it), “possono liberare per sempre le nostre auto dalla schiavitù del petrolio”.
Il 65% dice stop al “climate change” – Quanto all’inquinamento e al riscaldamento globale, Obama non ha dubbi: “È il momento di fare di più prima che sia troppo tardi”. E secondo il sondaggio realizzato dalla League of conservation voters, un’organizzazione di ispirazione ambientalista, pubblicato dall’“Huffington Post”, il 65% degli americani è con lui.
Nel dettaglio, a considerare il cambiamento climatico un problema “serio” sono l’89% dei democratici, il 38% dei repubblicani e il 62% degli indipendenti. Sei intervistati su dieci sostengono che il “climate change” sia un fenomeno che ormai influenza “in modo stabile” la loro vita.
L’ex ministro Richardson: “Non mollare sulle energie pulite” – Le fonti fossili sono una “falsa sicurezza” e ora “non è il momento di mollare sulle energie rinnovabili”. La presa di posizione arriva dall’ex ministro all’Energia di Bill Clinton, ed ex ambasciatore Usa all’Onu, Bill Richardson.
Mentre il presidente parlava al Capitol Hill, dalle pagine del “Financial Times” Richardson ha fatto sapere che per garantire la propria sicurezza energetica gli Stati Uniti “devono guardare oltre le riserve fossili”. “L’abbondanza, recentemente scoperta, di nuove riserve fossili e di gas nel territorio americano può indurre a una falsa sensazione di sicurezza – ha spiegato Richardson ripreso dall’agenzia Tmnews. – Per quanto il gas possa essere considerato una fonte dal basso impatto ambientale, resta pur sempre limitata”.
Per questo “bisogna perseverare nella diversificazione delle fonti energetiche”, come fanno anche gli Emirati Arabi, che pure vantano un quinto delle riserve di petrolio del pianeta. Gli emiri, ha ricordato l’ex ministro, hanno appena acceso nel deserto un impianto a energia solare da 100 megawatt e si sono impegnati a investire altri 100 miliardi di dollari nelle rinnovabili.
Marcia ambientalista per le strade di Washington – Poche ore prima del discorso di Obama, Washington ha accolto una maxi manifestazione di oltre cento gruppi ambientalisti arrivati con autobus speciali da 28 diversi stati dell’Unione. I media locali lo hanno definito “il più grande raduno sul clima della storia statunitense”.
La manifestazione arriva dopo un anno in cui nel paese sono stati registrati livelli di siccità gravi, temperature record e fenomeni come l’uragano Sandy che molti esperti ritengono legati al cambiamento climatico.
“Non possiamo più permetterci di aspettare per rispondere alla minaccia del riscaldamento globale”, sostiene tra gli altri David Foster, direttore esecutivo dell’organizzazione BlueGreen Alliance. Il gruppo ha chiesto alla Casa Bianca misure che vanno dalla riduzione dell’inquinamento provocato dalle centrali elettriche alla ricostruzione del sistema idrico. E più ricchi investimenti in forme di trasporto alternative.

immagini
leggi anche: