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Obiettivo zero emissioni. Uno studio di Ambrosetti+Eni: servono la cattura della CO2, l’idrogeno e il biometano

where Roma when Lun, 13/02/2023 who roberto

Le tecnologie più efficaci sono elettrificazione, eolico e solare; cattura di CO2, idrogeno e bioenergia possono contribuire in misura contenuta. Scarseggeranno le materie prime verdi

Per accelerare la decarbonizzazionecattura-co2.jpg a livello europeo occorre una strategia basata sulla neutralità tecnologica, che prevede l'impiego complementare di tutte le tecnologie oggi disponibili per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni di CO2 e di limitare l'aumento della temperatura a solo +1,5 gradi centigradi rispetto al periodo pre-industriale. Un quadro di riferimento delle tecnologie necessarie per gestire il processo di decarbonizzazione è al centro dello studio “Proposal for a Zero Carbon technology roadmap”, promosso da Eni in collaborazione con The European House - Ambrosetti, che sarà tra i temi centrali del prossimo Technology Forum, che Ambrosetti ha organizzato per il prossimo 25 e 26 maggio 2023 a Stresa.
Il principio di neutralità tecnologica indica la neutralità delle scelte politiche rispetto alle diverse tecnologie, a parità di risultato. In campo ambientale, significa che le politiche non si concentrano solo su alcune tecnologie per la decarbonizzazione, come le rinnovabili o l'auto elettrica, ma prendono in considerazione tutte le tecnologie utilizzabili, come biomasse, biocarburanti, idrogeno, cattura, stoccaggio e utilizzo del carbonio (Ccus).
L'analisi di Ambrosetti ed Eni ha analizzato 185 fonti di letteratura accademico-scientifica e ha messo a confronto 56 stakeholder; lo studio identifica le 100 tecnologie chiave per la decarbonizzazione che possono essere utilizzate per ridurre le emissioni entro il 2050.
 
L’obiettivo e gli strumenti
Le emissioni devono essere ridotte del 5,5% all’anno per raggiungere un bilancio negativo delle emissioni, ma con il trend attuale l’obiettivo di riduzione di emissioni del -55% sarà mancato di 16 punti percentuali nel 2030 e sarà raggiunto solo nel 2050. Le soluzioni che porteranno il maggior contributo saranno l'elettrificazione col 22%, eolico e solare col 21%, cattura stoccaggio e riutilizzo di CO2 (Cccus) e Carbon Dioxide Removal (Cdr, tecnologia che permette di togliere l'anidride carbonica dall'atmosfera una volta che è stata prodotta ed emessa in aria) con il 14%, mentre idrogeno e bioenergia possono contribuire rispettivamente per l'8% e il 7%.
Tra il 2023 e il 2050 l'applicazione delle tecnologie raccomandate genererà secondo la ricerca "più di 2.700 miliardi di euro di valore aggiunto cumulato in Europa (di cui 181 miliardi di euro solo nel 2050) e circa 1,7 milioni di occupati nel 2050 considerando l'impatto complessivo della filiera”.
 
L’obiettivo da conseguire
Secondo l’analisi, il modo più strategico ed efficace per affrontare la decarbonizzazione è lavorare sulle emissioni sia energetiche che non energetiche, concentrandosi sulle industrie Hard to Abate, sulla produzione di energia e sui trasporti pesanti. Sebbene, infatti, la maggior parte delle emissioni (72%) sia generata dai combustibili fossili per la generazione di energia, le emissioni non energetiche rappresentano il 28% delle emissioni nell’Unione Europea. Da qui la necessità, rimarca l'analisi, per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica, di dispiegare tutte le leve tecnologiche disponibili: efficienza energetica, produzione di energia carbon neutral, produzione e utilizzo di vettori energetici carbon neutral, compensazione delle emissioni di CO2, infrastrutture di CO2 (tecnologie e infrastrutture che consentono di trasportare, utilizzare o immagazzinare la CO2).
 
Il problema materie prime
Secondo Ambrosetti ed Eni, la dipendenza tecnologica deve essere considerata come la dipendenza energetica. L'accesso ai materiali e alle terre rare si sta rivelando la vera area di rischio per la transizione energetica europea. Si prevede che entro il 2030 la domanda di importazioni di componenti per i pannelli fotovoltaici aumenterà di 7 volte, quella di fuel cell per l'idrogeno di 47 volte e quella di componenti per le turbine eoliche di 44 volte.
 
Il commento di Descalzi
“È mia profonda convinzione che la transizione energetica richieda l’adozione di un approccio neutrale alle soluzioni energetiche, che consenta di usare tutte le opzioni in maniera sinergica e complementare tra loro, in base alla loro maturità ed efficacia nel ridurre le emissioni”, sottolinea Claudio Descalzi, ad di Eni, nella Prefazione allo Studio Strategico.

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