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Pesticidi, per la Corte dei Conti UE l’azione europea ha portato a progressi modesti

where Lussemburgo when Lun, 10/02/2020 who roberto

Ritardi nel recepimento della Direttiva e agricoltori poco incentivati ad adottare metodi alternativi. La Corte mette nel mirino la possibilità di monitorare rischi e adempimenti

Sono scarsi i risultati conseguiti dall’Unionepesticidi.jpg europea nella lotta contro l’uso dei pesticidi. Lo evidenzia una nuova relazione della Corte dei conti europea, nella quale si legge che diversi Stati membri hanno recepito in ritardo l’insieme delle disposizioni della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi, mentre gli agricoltori sono ancora poco incentivati ad adottare metodi alternativi. In aggiunta, la Commissione europea evidenzia anche la scarsa possibilità di monitorare con precisione gli effetti o i rischi dovuti all’uso di pesticidi. Dal 1991 l’Ue dispone di norme comuni per la loro autorizzazione e il loro utilizzo e, nel 2009, ha adottato la direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi. La Corte ha verificato se l’azione dell’UE al riguardo abbia avuto un esito positivo. Come è noto, i prodotti fitosanitari vengono utilizzati per proteggere le colture da organismi nocivi, parassiti e malattie. Comprendono insetticidi, fungicidi ed erbicidi, che possono esercitare pressioni sull’ambiente e comportare rischi per la salute umana.

Vari Stati membri dell’UE hanno recepito in ritardo la direttiva nel diritto nazionale e, nel 2012, sono state avviate procedure di infrazione nei confronti di due di essi. La Corte ha inoltre constatato che la Commissione europea non aveva debitamente verificato la completezza o l’esattezza del recepimento. Ad esempio, non tutti gli Stati membri avevano recepito nel diritto nazionale l’obbligo per gli agricoltori di applicare la difesa integrata. La Corte riconosce però che, a partire dal 2016, la Commissione ha intensificato gli interventi per far rispettare l’attuazione della direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi.

In linea con la direttiva, la difesa integrata è divenuta obbligatoria per gli agricoltori. Essa consiste nel ricorrere ai pesticidi solo se la prevenzione e altri metodi falliscono o non sono efficaci. Non sono però stabiliti criteri chiari o requisiti specifici che aiutino a rendere esecutivo questo obbligo e a verificarne il rispetto. Parallelamente, è stata creata una categoria di “prodotti fitosanitari a basso rischio”. A oggi, tuttavia, sono disponibili all’impiego solo 16 sostanze di questo tipo su 487 (3 %) e non sono sufficienti, sostiene la Corte. Si osserva, inoltre, che gli agricoltori sono poco incentivati a ridurre la propria dipendenza dai pesticidi. In particolare - segnala ancora la Corte - l’applicazione dei princìpi di difesa integrata non è prevista come condizione per percepire i pagamenti PAC.

“La Commissione europea non è stata capace, finora, di ridurre in misura consistente e controllare i rischi associati all’impiego di pesticidi da parte degli agricoltori”, ha dichiarato Samo Jereb, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “C’era l’opportunità di risolvere adeguatamente questo problema grazie alla nuova politica agricola comune che entrerà in vigore nel 2021, ma purtroppo non è stata colta.”

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