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Pfas, diffusa contaminazione negli alimenti coltivati nella zona rossa

where Vicenza when Lun, 27/09/2021 who roberto

Greenpeace e le Mamme No Pfas sollecitano un intervento della Regione del Veneto. Non è ancora chiaro se gli Pfas abbiano effetti sulla salute umana: un appello a studiare se sono nocivi

Le Mamme No Pfas e Greenpeace pfas.jpghanno diffuso i risultati dei monitoraggi fatti dalla Regione del Veneto sulla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) negli alimenti di origine vegetale e animale coltivati in zona rossa, l’area del Veneto più contaminata da queste sostanze. Poiché non è ancora chiaro se gli Pfas hanno qualche effetto sulla salute umana, Greenpeace e Mamme No Pfas fanno un appello alla comunità scientifica affinché analizzi l’intero set di dati, che può essere richiesto a Greenpeace e a Mamme No Pfas per condurre un’analisi approfondita che verifichi se vi sono possibili rischi per la salute.

Si tratta di dati georeferenziati e mai diffusi in forma integrale dalle autorità competenti, ottenuti dalle Mamme No Pfas e da Greenpeace dopo una lunga battaglia legale nei confronti della Regione. Dalle elaborazioni emergono molte criticità: numerosi alimenti risultano infatti contaminati non solo per la presenza di Pfoa e Pfos, ma anche per tanti altri composti di più recente applicazione industriale.

Nel 2020 l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha ridotto di più di quattro volte il limite massimo tollerabile di Psas che possono essere assunti attraverso la dieta; tuttavia, secondo le Mamme No Pfas il Veneto “non ha effettuato nuove valutazioni né messo in atto azioni concrete per tutelare la popolazione e le filiere agroalimentari e zootecniche. A ciò si aggiungono alcuni limiti sul monitoraggio dell’area geografica monitorata, che non include la zona arancione e altre aree toccate dalla contaminazione, nonché l’insufficienza di analisi su importanti produzioni diffuse nelle zone interessate: spinaci e radicchio (un solo campionamento effettuato), kiwi, meloni, angurie, cereali (è stato analizzato solo un campione di farro), soia e mele”. Greenpeace e le Mamme No Pfas chiedono alla Regione Veneto di avviare al più presto un nuovo monitoraggio e di adottare misure urgenti.

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pfas
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