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Il piano verde dell’Europa. All’ambiente il 37% degli investimenti, emissioni a -55%

where ​Bruxelles (Belgio) when Lun, 21/09/2020 who roberto

L’intervento di Ursula von der Leyen sullo stato dell'Unione. L'appoggio del ministro Costa, lo scetticismo del WWF. Per BusinessEurope serve una strategia industriale

La Commissione europea vuole aumentareursula-von-der-leyen.jpg l’obiettivo di riduzione delle emissioni 2030 almeno al 55%, sta lavorando a un Carbon Border Adjustment Mechanism per tassare la CO2 sulle importazioni e vuole che il 37% di NextGenerationEU sia speso direttamente per gli obiettivi del Green Deal europeo, almeno 225 miliardi di euro dei quali saranno raccolti tramite obbligazioni verdi. La ha detto la presidente Ursula von der Leyen nel discorso sullo Stato dell’Unione, al centro del quale ha posto la questione climatica, come pure nel programma di lavoro della Commissione per i prossimi 12 mesi che l’esecutivo comunitario ha trasmesso al Parlamento Ue. “Entro la prossima estate, rivedremo tutta la nostra legislazione su clima ed energia per renderla ‘adatta al 55%”, ha annunciato Von der Leyen. “Miglioreremo lo scambio di quote di emissioni, stimoleremo le energie rinnovabili, miglioreremo l’efficienza energetica, riformeremo la tassazione dell’energia”, ha spiegato.
 
Il ministro dell’Ambiente Costa “Un impegno prospettato nel Green Deal e che avevamo già sostenuto” - “L’Italia sostiene con convinzione la nuova proposta di riduzione delle emissioni nel 2030 ad almeno il 55% rispetto al 1990 presentata dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, precisando un impegno prospettato nel Green Deal e che,, come Italia, avevamo già sostenuto”. Lo afferma il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, commentando il discorso della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen alla plenaria del Parlamento europeo. “La scienza è chiara - osserva il ministro. - Dobbiamo accelerare la riduzione delle emissioni, se vogliamo affrontare seriamente la sfida del cambiamento climatico, anche alla luce del lockdown, durante il quale è emersa con chiarezza la correlazione tra le attività dell’uomo e gli effetti sull’ambiente. Abbiamo tutti gli strumenti perché l’Unione si presenti al negoziato mondiale sul clima come continente leader. Come Paese co-organizzatore della COP 26 sul clima il prossimo anno, puntiamo sull’ambizione, un’ambizione non declaratoria, bensì fondata su realismo e concretezza. Abbiamo la possibilità di farlo: lavoreremo come Italia verso questo obiettivo”.
 
BusinessEurope: serve una strategia industriale - “La nostra ambizione comune di diventare climaticamente neutra guida inevitabilmente l'accelerazione della riduzione delle emissioni. Ma, per avere successo, deve essere sostenuto da una forte strategia industriale Ue, che tenga conto dell'impatto economico senza precedenti del Covid-19 e non perda di vista la situazione internazionale”. Questa la reazione di BusinessEurope all’annuncio di Ursula von der Leyen sul nuovo obiettivo proposto dalla Commissione di ridurre almeno del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030 dall’attuale 40%. Il dg Markus Beyrer ha indicato che il mondo dell’industria verificherà “attentamente la valutazione d'impatto per capire se la Commissione europea propone un piano credibile per raggiungere questa ambizione in modo efficiente in termini di costi, tenendo conto della logica economica”. BusinessEurope indica che “il dibattito sugli obiettivi per il 2030 non è la questione più urgente per l'industria”.
 
Il WWF chiede un obiettivo per il 2030 che arrivi almeno il 65% - Nonostante questo sia un passo avanti cruciale, non è ancora sufficiente per affrontare la gravissima crisi climatica: il WWF chiede un obiettivo per il 2030 che arrivi almeno il 65%. L’organizzazione ambientalista parla anche di ambiguità: non è chiaro, infatti, se la proposta finale trasformerà l'attuale obiettivo di "emissioni" in un obiettivo di “emissioni nette” - il che significa che verrebbe incluso l'assorbimento di anidride carbonica da parte delle foreste e del suolo. Se così fosse, questo non solo sarebbe in contrasto con la stessa Legge sul Clima in corso di approvazione a livello UE, che non fa riferimento alle rimozioni di CO2 come parte integrante dell'obiettivo ma, peggio ancora, falserebbe fortemente le ambizioni UE sul clima.
Per il WWF, l’obiettivo di riduzione del 55% è ancora lontano da quello che chiedono la scienza, l’opinione pubblica e da quello che impone la crisi climatica che molti stanno già vivendo. L'accordo di Parigi quest’anno compie cinque anni: l'UE deve onorare il suo spirito e gli impegni assunti nel 2015”.

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