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Quando la politica s’impegna. Il rapporto Ipcc sul clima. Ecco che cosa hanno detto gli ecologisti

where Ginevra (Svizzera) when Lun, 27/03/2023 who roberto

Italian Climate Network, Greenpeace, Kyoto Club, Wwf: non superare +1.5°C è possibile ma dobbiamo agire subito

Molta eco ha avuto il Rapportoipcc.jpg di sintesi del sesto Rapporto di valutazione pubblicato la settimana passata dal gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Intergovernmental panel on climate change, Ipcc), cui hanno collaborato scienziati ed ecologisti.
Il documento è il nuovo grande rapporto realizzato dall’Ipcc e fa il punto sulla situazione attuale della crisi climatica e sugli scenari che si profilano sia a lungo termine sia in un futuro più vicino, tra il 2030 e il 2040.
Il rapporto di sintesi (Synthesis Report - Syr) è il riepilogo di tutti i rapporti del 6° ciclo di valutazione dell'IPCC pubblicati tra il 2018 e il 2023.

Che cosa contiene il documento
Il 19 marzo, dopo una settimana di negoziati a Interlaken in Svizzera, è stato approvato il nuovo rapporto scientifico sul clima del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite. In particolare, nel documento sono incluse le nuove informazioni derivanti dai tre rapporti di valutazione: The Physical Science Basis (Working Group 1); Impacts, Adaptation and Vulnerability (Working Group 2); Mitigation of Climate Change (Working Group 3). A questi tre documenti si aggiunge anche quanto emerso dai tre rapporti speciali Global Warming of 1.5°C, Climate Change and Land, e The Ocean and Cryosphere in a Changing Climate. Dal lavoro dell’Ipcc emerge ancora una volta il consenso sull’urgenza della crisi climatica e sulle sue cause primarie. Il rapporto legge una situazione già critica, con un surriscaldamento globale, e mette in guardia dai danni che si verificheranno se l’aumento delle temperature supererà la soglia di 1,5°C rispetto all’era preindustriale, anche temporaneamente.
 
La natura ha già assorbito il 54% delle emissioni
L'Ipcc dimostra che nell'ultimo decennio la natura ha assorbito circa il 54% delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall'uomo. Le emissioni globali tra il 2010 e il 2019 sono state più alte di qualsiasi altro decennio della storia umana e circa 3,5 miliardi di persone vivono in contesti altamente vulnerabili al cambiamento climatico. Gli obiettivi climatici intermedi: ridurre le emissioni di gas serra del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035 per raggiungere lo zero netto entro la metà del secolo ed evitare che le temperature globali superino il pericoloso punto di non ritorno di 1,5°C.
 
Il parere di Italian Climate Network
Ecco la posizione a commento di Italian Climate Network con, nell’ordine, le dichiarazioni di Serena Giacomin, presidente, e Jacopo Bencini, policy advisor.
“La scienza parla chiaro, il tempo per agire con azioni di adattamento e mitigazione è poco, ma gli strumenti conoscitivi e tecnologici ci sono. Non serve altro che la volontà. Come Italian Climate Network facciamo un appello al mondo della comunicazione, perché si stringa al mondo scientifico e lo aiuti a superare le barriere del dubbio e del ritardo d’azione. Collaborazione e senso costruttivo sono alla base di un processo di sviluppo sostenibile, la transizione di cui abbiamo bisogno non è solo ecologica, ma culturale. La scienza non ha dubbi, così non si può andare avanti e più aspetteremo più gli impatti della crisi climatica saranno difficili da sopportare”.
A parere di Jacopo Bencini,  dell’Italian Climate Network, “serve coraggio. In un decennio i costi del fotovoltaico sono scesi dell’85%, quelli dell’eolico del 55%, quelli delle batterie al litio dell’85%. La tecnologia c’è, i soldi ci sono, i numeri parlano: ora serve solo la volontà politica. Negare l’evidenza sarebbe adesso politicamente antistorico, segnalarlo è, in un certo senso, servizio pubblico. Anche, in prospettiva italiana, verso la necessaria e irrimandabile revisione al rialzo del nostro piano nazionale, il Pniec”.
 
Gianni Silvestrini (Kyoto Club): “Tagliare drasticamente le emissioni”
“Occorre cercare di raggiungere in Italia gli obiettivi europei sulla mobilità elettrica e sulle case green, evitando gradualità che l’emergenza climatica non concede più. Le temperature sono infatti già superiori di 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali. Solo se si raggiungerà rapidamente il picco delle emissioni di gas serra nel mondo e si riuscirà a ridurle rapidamente negli anni successivi, si potranno ancora evitare le peggiori devastazioni legate al superamento di 1,5 ° C”. Così commenta Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club.
 
Greenpeace:  “La politica può difendere il clima o lasciare un’eredità tossica”
“Questo rapporto è il nostro manuale di sopravvivenza”, afferma Reyes Tirado dell’Unità scientifica di Greenpeace International presso l'Università di Exeter. “Le decisioni che prendiamo oggi, e nei prossimi otto anni, possono garantire un pianeta più sicuro per i millenni a venire. Politici, leader e classi dirigenti di tutto il mondo devono fare una scelta: difendere il clima per le generazioni presenti e future, o comportarsi come criminali che lasciano un’eredità tossica ai nostri figli e nipoti”. Simona Abbate, campaigner Energia e Clima di Greenpeace Italia, dichiara: “Non occorre attendere un miracolo, esistono già le soluzioni di cui abbiamo bisogno per dimezzare le emissioni in questo decennio”.
 
Il Wwf: “I governi accelerino l’eliminazione dei combustibili fossili”
Stephanie Roe, responsabile scientifica del Wwf su clima ed energia e una delle autrici principali del rapporto del Gruppo di lavoro III dell'Ipcc, commenta: "Con le emissioni attuali ancora al livello più alto della storia dell'umanità, siamo fuori strada e la finestra per limitare il riscaldamento a 1,5°C si sta rapidamente chiudendo. Basti pensare che solo il sistema alimentare è responsabile di circa un terzo (23-42%) delle emissioni globali di gas serra”.
Afferma Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia: “I sistemi naturali hanno assorbito il 54% delle emissioni di anidride carbonica causate dall'uomo nell'ultimo decennio, il 31% delle emissioni viene eliminato dagli ecosistemi terrestri, tra cui piante, animali e terreni, mentre il restante 23% viene assorbito dagli oceani, rallentando il riscaldamento globale e contribuendo a proteggere l'umanità da rischi di cambiamento climatico molto più gravi. Non possiamo sperare di limitare il riscaldamento a 1,5°C, di adattarci al cambiamento climatico e di salvare vite e mezzi di sussistenza, se non agiamo con urgenza anche per salvaguardare e ripristinare la natura. La natura è una parte non negoziabile della soluzione alla crisi climatica".
 
Per approfondire: https://ipccitalia.cmcc.it/climate-c...
La versione italiana del comunicato stampa ufficiale dell’Ipcc: https://ipccitalia.cmcc.ihttps://fil...
“La fisica del clima e le sfide future”, di Anna Pirani, tra gli autori del rapporto (AR6 IPCC, Rapporto di Sintesi, WG1 TSU, CMCC, Università Cà Foscari): https://files.cmcc.it/ar6/syr/PIRANI...
“Gravità, urgenza e speranza”, Lucia Perugini (CMCC, supporto scientifico alla delegazione del governo italiano nei negoziati sul clima): https://files.cmcc.it/ar6/syr/PERUGI...

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