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Rifiuti. Analisi, con i termovalorizzatori l’Italia risparmierebbe 700 milioni

where Milano when Lun, 27/05/2019 who roberto

Censimento degli impianti Utilitalia. All'Università di Milano-Bicocca lo studio del Centro economia e regolazione dei servizi

L'Italia potrebbe risparmiare oltre 700termovalorizzatore.jpg milioni di euro all'anno in bollette su un totale di circa 10 miliardi. È la stima dei costi del mancato ricorso, in alcune regioni, a impianti di trattamento e termovalorizzazione in sostituzione delle discariche fatta dai ricercatori del Cesisp. Il tema è stato al centro del convegno annuale organizzato dal Cesisp, il Centro di Economia e regolazione dei servizi, dell'industria e del settore pubblico dell'Università di Milano-Bicocca.

In termini di sovraccosti, il servizio rifiuti più caro d’Italia è quello di Palermo Est (che si rivolge alla discarica gigante di Bellolampo), con una tassa rifiuti di 550 euro per tonnellata di rifiuti; seguono Napoli (430 euro) e Roma (406 euro di tassa rifiuti per ogni tonnellata di spazzatura). La tassa rifiuti meno pesante d’Italia è in Friuli-Venezia Giulia (241 euro), in Emilia-Romagna (267 euro), a Bari (282 euro) e in Lombardia (290 euro). Secondo la ricerca, coordinata dagli economisti Massimo Beccarello e Giacomo Di Foggia, per sbloccare il riciclo a Palermo, Napoli, Roma e in altre città servirebbero inceneritori per 6,3 milioni di tonnellate di spazzatura l’anno.

Gli impianti di compost - Secondo un’analisi dell’associazione delle imprese di settore Utilitalia, nel 2017 erano operativi nel nostro Paese 55 impianti di compostaggio dei rifiuti urbani (47 al Nord, 2 al Centro e 6 al Sud) che hanno trattato 6,1 milioni di tonnellate di rifiuti, trasformandolo in fertilizzante compost e biometano. Nei prossimi anni saranno operativi altri 31 impianti. Il rifiuto organico, con 6,6 milioni di tonnellate raccolte, rappresenta il 41,2% della raccolta differenziata. Per la digestione anaerobica dei fanghi di depurazione, nel 2017 erano attivi 87 impianti: 45 al Nord, 17 al Centro e 25 al Sud.
I 39 inceneritori - Nel 2017 erano operativi 39 impianti di incenerimento (attualmente ridotti a 37 per la chiusura di Colleferro e Ospedaletto): 26 al Nord, 7 al Centro e 6 al Sud. Al loro interno sono stati trattati 6,1 milioni di tonnellate di rifiuti. L'85% delle scorie prodotte sono state avviate a riciclo. Per diversi inceneritori i limiti sulle emissioni applicati sono più stringenti di quelli di legge.

Energia prodotta - Gli impianti di digestione anaerobica hanno prodotto 1,2 milioni di MWh e gli inceneritori 6,4 milioni di MWh, tra produzione elettrica e termica: questa energia è in grado di soddisfare il fabbisogno di circa 2,8 milioni di famiglie. Il 100% dell'energia prodotta dagli impianti di compostaggio ed il 51% di quella prodotta dai termovalorizzatori è energia rinnovabile, e non produce quindi gas serra. "Senza impianti di digestione anaerobica e senza inceneritori non si chiude il ciclo dei rifiuti e non si potranno raggiungere i target UE", spiega Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia. L'Unione europea impone di scendere entro il 2035 sotto al 10% della spazzatura in discarica, mentre oggi in Italia siamo al 23%.

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