torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

​Rifiuti. Nel dibattito europeo la spazzatura del mare e la plastica

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 06/02/2017 who redazione

Al Parlamento europeo l'incontro di Legambiente e Kyoto Club contro le microplastiche nelle acque dei laghi italiani e contro la spazzatura plastica che minaccia gli animali marini

rifiuti-plastica-galleggianti.jpgParlamentari, Commissione europea, ambientalisti e industria a confronto per definire azioni e politiche di prevenzione a partire dal pacchetto sull'economia circolare. Quante e quali plastiche viaggiano nei nostri laghi e mari e si spiaggiano sulle nostre coste? La risposta è nello studio condotto l'estate scorsa da Legambiente ed Enea, l'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile. Un'analisi della tipologia delle plastiche campionate durante le campagne estive di Legambiente Goletta Verde e Goletta dei laghi 2016, indirizzate non solo a fare la conta delle tipologie di materiale dei rifiuti trovati e la loro caratterizzazione chimica, ma anche a individuare soluzioni per il loro possibile recupero.

I risultati sono stati presentati al Parlamento europeo grazie alla collaborazione con l'onorevole Simona Bonafè, che ha aperto i lavori, ai quali hanno partecipato l'onorevole Marco Affronte della commissione pesca, Giorgio Zampetti (Legambiente), Loris Pietrelli (Enea), Nicolas Kalogerakis (Università tecnica di Creta), Matjaz Malgaj (Marine Environment and Water Industry), Francesco Degli Innocenti (Novamont) e Michel Loubry (PlasticsEurope).

"Neanche i laghi sono esenti dal problema delle microplastiche ritrovate in tutti i campionamenti eseguiti - ha dichiarato Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente -. Il risultato emerso dal nostro monitoraggio, che prende in considerazione cinque laghi italiani, il primo a livello nazionale, ci conferma purtroppo quanto già osservato per gli studi effettuati in mare. Il problema dei rifiuti dispersi in mare e lungo le coste sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti, come dimostrano i dati che raccogliamo ogni anno con Goletta Verde. Purtroppo, la cattiva gestione dei rifiuti a monte resta la principale causa del fenomeno e la plastica costituisce il 97% dei rifiuti galleggianti in mare. Al tempo stesso i nostri dati evidenziano come buona parte dei rifiuti che troviamo negli ambienti costieri e marini potrebbero essere riciclati. Elemento da tenere in considerazione nel determinare le azioni per la gestione del problema. È indispensabile prevenire il problema attuando campagne di sensibilizzazione e lavorando sull'innovazione di processo e di prodotto e sull'avvio di una filiera virtuosa del riciclo".

I laghi - Tra i risultati particolare importanza hanno avuto i dati raccolti durante le campagne condotte da Legambiente durante l'estate 2016. Nell'edizione 2016 di Goletta dei Laghi è stato effettuato un primo studio preliminare sulla presenza di microplastiche nei laghi italiani, un lavoro che ha visto la collaborazione tra Legambiente, Enea, l'Università Cà Foscari di Venezia e Arpa Umbria.
I risultati riportati si riferiscono a cinque laghi: Maggiore, Iseo, Garda e i laghi di Bolsena e Albano, nel Lazio, e sono relativi alle particelle rinvenute con dimensione compresa tra 1 e 5 millimetri. In tutti i campioni analizzati sono state trovate microplastiche: un dato inconfutabile sulla diffusione di questa contaminazione in ambiente lacustre, nonostante le diversità di ogni lago.

Tirreno il peggiore - Durante l'estate 2016 della campagna Goletta Verde di Legambiente, inoltre, è stata monitorata per il terzo anno consecutivo la presenza dei rifiuti galleggianti. 58 rifiuti per ogni kmq di mare. La densità più alta è stata registrata nel mar Tirreno (62 rifiuti/kmq). Il 96% dei rifiuti è costituito da plastica e al primo posto troviamo le buste (16%). A seguire teli (10%), reti e lenze (4%), frammenti di polistirolo (3%), bottiglie (3%), tappi e coperchi (3%), stoviglie (2%), assorbenti igienici (2%) e cassette di polistirolo intere o in frammenti (2%). Le principali fonti dei rifiuti galleggianti monitorati sono la cattiva gestione dei rifiuti urbani e dei reflui civili, oltre che l'abbandono consapevole (29%) e le attività produttive, tra cui pesca, agricoltura, industria (20%). Per quel che riguarda i rifiuti legati alle attività produttive, il 46% deriva dal settore della pesca (reti, lenze, cassette di polistirolo intere e frammentate). Sul fronte della cattiva gestione dei rifiuti urbani, l'83% di questi è costituito da packaging, per lo più di plastica usa e getta.

Le strategie - "Il pacchetto dell’economia circolare e i nuovi importanti obiettivi fissati nell'ultimo passaggio in Commissione ambiente giocano un ruolo importantissimo anche nella riduzione del marinelitter - ricorda Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club e promotore della legge italiana sul bando ai sacchetti non compostabili. Se si mettessero in campo delle politiche di prevenzione ad hoc infatti, si avrebbero risultati importanti, a partire dalla riduzione dei rifiuti in mare. Ad esempio, con l'adozione degli obiettivi Ue, una seria politica di prevenzione e riduzione dei rifiuti, a partire dalla plastica, l'utilizzo di un unico standard di valutazione, l'aumento del riciclaggio dei rifiuti e del packaging, la riduzione e l'eliminazione delle discariche, si avrebbe la massima riduzione del marine litter (-35,45%) e un ricavo sui costi di 168,45 milioni di euro all'anno. Nello specifico, se si aumentasse la percentuale di riciclo dei rifiuti, ci sarebbe una riduzione di quelli marini del 7,4% e un ricavo sui costi di 35,16 milioni di euro all'anno. L'aumento del riciclo del packaging (tra l'80% e il 90%) permetterebbe di diminuire il marine litter del 18,41% e il ricavo dai costi aumenterebbe a 87,48 milioni di euro all'anno."

Lo studio di Enea - Grazie alla collaborazione con ENEA, l'indagine ha permesso di identificare le matrici polimeriche dei rifiuti presenti in mare e sulle spiagge. Questo rappresenta un fattore essenziale per valutare un loro possibile riciclo e reimpiego. Una frazione compresa fra 85-94% delle plastiche raccolte e caratterizzate è costituita di polimeri termoplastici, in prevalenza Polipropilene (PP) e Polietilene (PE) a bassa e alta densità, materiali che per semplice riscaldamento possono essere rimodellati e riciclati. La loro tipologia rende assolutamente fattibile l'inserimento di queste plastiche in un ciclo virtuoso ed economicamente sostenibile. Tra le plastiche raccolte in mare c'è una netta prevalenza di polietilene, materiale normalmente utilizzato per shopper e teli. Sulle spiagge, inoltre, oltre il 50% degli oggetti ritrovati sono frammenti derivanti dalla degradazione e frammentazione di oggetti più grandi e il 28% dei frammenti è costituito da Polipropilene e Polietilene quindi anch'essi avviabili a riciclo.
In particolare i frammenti derivano, presumibilmente in base alla forma, da packaging, come per esempio buste e flaconi.

immagini
Rifiuti di plastica galleggianti, presenti sia nei mari che nei laghi italiani
leggi anche: