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Le sfide e l’ambiente. Ecco il nuovo rapporto dell’Agenzia europea

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 09/12/2019 who roberto

L’Europa ha compiuto importanti progressi per quanto riguarda l’efficienza delle risorse e l’economia circolare, ma le tendenze ambientali in Europa non sono migliorate. Le sette aree chiave

Il nostro continente deve affrontare soer2020.jpgquestioni di grande portata: perdita della biodiversità, uso delle risorse, impatto del cambiamento climatico e rischi ambientali per la salute e il benessere. Tendenze globali, come i mutamenti demografici, intensificano molte sfide ambientali, mentre i rapidi cambiamenti tecnologici portano nuovi rischi e incertezze. È questo il quadro generale delineato dal rapporto "State and Outlook of the Environment Report - SOER 2020"  dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA). La relazione quinquennale è stata presentata a Bruxelles presso il Consiglio dell'Unione Europea.

 
La relazione sollecita i paesi, i leader e i responsabili politici europei a cogliere l’opportunità di sfruttare i prossimi dieci anni per potenziare e accelerare drasticamente le misure finalizzate a riportare l’Europa sulla traiettoria giusta per raggiungere i suoi obiettivi e le sue finalità politiche di medio e lungo termine in campo ambientale, al fine di evitare cambiamenti e danni irreversibili. Per portare a termine tale trasformazione occorrerà investire in un futuro sostenibile e porre fine all’uso di fondi pubblici per sovvenzionare quelle attività che danneggiano l’ambiente. Da tali cambiamenti di priorità negli investimenti l’Europa ne può trarre enormi benefici, per le opportunità economiche e sociali che ne potrebbero derivare. Al contempo, sarà essenziale dare ascolto alle preoccupazioni dei cittadini e assicurare un ampio sostegno a questo cambiamento di rotta: una transizione socialmente equa.
 
Lo stato dell’ambiente è peggiorato, le prospettive sono ambigue
Nel complesso le tendenze ambientali in Europa non sono migliorate dall’ultimo rapporto sullo stato dell’ambiente pubblicato dall’AEA nel 2015. La valutazione illustra che, sebbene la maggior parte degli obiettivi per il 2020,  soprattutto quelli sulla biodiversità, non sarà raggiunta, vi è ancora la possibilità di centrare quelli a più lungo termine e quelli fissati per il 2030 e il 2050. L’Europa ha compiuto importanti progressi per quanto riguarda l’efficienza delle risorse e l’economia circolare. Le tendenze recenti sottolineano, però, un rallentamento di questi in alcune aree importanti quali la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, le emissioni industriali, la produzione di rifiuti, il miglioramento dell’efficienza energetica e la percentuale di energia rinnovabile. In prospettiva il ritmo dei progressi attuali non sarà sufficiente a conseguire gli obiettivi energetici e climatici per il 2030 e il 2050.
L’ambito in cui i miglioramenti sono meno incoraggianti resta quello relativo alla protezione e alla conservazione della biodiversità europea e della natura. Dei 13 obiettivi strategici specifici fissati per il 2020 in questo settore, solo due hanno buone probabilità di essere raggiunti: la designazione di zone marine e zone terrestri protette. Guardando al 2030, se le attuali tendenze persistono il deterioramento dell’ambiente naturale si aggraverà e aria, acqua e suolo continueranno a essere inquinati.
Gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento atmosferico e acustico sull’ambiente e la salute umana sono ancora fonte di preoccupazione. L’esposizione al particolato, responsabile di circa 400 000 decessi prematuri in Europa ogni anno, colpisce i paesi dell’Europa centrale e orientale in modo sproporzionato. Vi è inoltre una crescente preoccupazione per le sostanze chimiche pericolose e i rischi che ne derivano. Guardando al futuro, con una migliore integrazione delle politiche sull’ambiente e la salute, le prospettive per la riduzione dei rischi ambientali per la salute potrebbero essere più ottimistiche.
 
Il rapporto delinea le sette aree chiave in cui è necessaria un’azione coraggiosa per rimettere l’Europa in carreggiata affinché possa raggiungere gli obiettivi e le ambizioni fissate per il 2030 e il 2050.
 
Realizzare il potenziale non sfruttato delle attuali politiche ambientali. La piena attuazione delle politiche esistenti farebbe avanzare notevolmente l’Europa verso il raggiungimento dei suoi obiettivi ambientali per il 2030.
Adottare la sostenibilità come quadro di riferimento per l’elaborazione delle politiche. Lo sviluppo di quadri strategici a lungo termine con obiettivi vincolanti – a cominciare dal sistema alimentare, dalle sostanze chimiche e dallo sfruttamento del suolo – stimolerà e guiderà azioni coerenti in vari settori d’intervento e in tutta la società.
Mettersi alla guida dell’azione internazionale verso la sostenibilità. L’UE dovrebbe utilizzare la propria influenza diplomatica ed economica per promuovere l’adozione di accordi internazionali ambiziosi in settori quali la biodiversità e l’uso delle risorse.
Promuovere l’innovazione nella società. La possibilità di cambiare rotta dipenderà strettamente dalla nascita e la diffusione di diverse forme di innovazione che possano innescare nuovi modi di pensare e di vivere.
Aumentare gli investimenti e riorientare il settore finanziario per supportare progetti e imprese sostenibili. Per raggiungere questo obiettivo occorre investire nel futuro, facendo pieno uso dei fondi pubblici per sostenere l’innovazione e soluzioni fondate sulla natura, aggiudicando appalti sulla base di criteri di sostenibilità e prestando sostegno alle regioni e ai settori interessati. Questo implica impegnare anche il settore finanziario in investimenti sostenibili attraverso l’attuazione ed il  miglioramento del piano d’azione sulla finanza sostenibile dell’UE.
Gestire i rischi e garantire una transizione socialmente equa. Affinché la transizione verso la sostenibilità sia efficace, le società dovranno riconoscere i rischi potenziali, le opportunità e i compromessi, nonché individuare le modalità per gestirli. Le politiche nazionali e dell’UE svolgono un ruolo essenziale nella realizzazione di “transizioni giuste”, assicurandosi che nessuno rimanga indietro.
Creare più conoscenze e competenze. Tale politica comporta un’ulteriore enfasi sulla comprensione dei sistemi responsabili delle pressioni ambientali, dei percorsi verso la sostenibilità, delle iniziative promettenti e degli ostacoli al cambiamento. È necessario rafforzare ulteriormente le capacità di farsi strada in un mondo in rapido mutamento e di investire in istruzione e competenze. 
 
Per il Vicepresidente esecutivo Frans Timmermans. “Il nostro obiettivo è diventare il primo continente a impatto climatico zero dotato di un'economia interamente circolare grazie all'uso di nuove tecnologie pulite e all'adozione di sistemi di mobilità più puliti ed efficienti e di un'agricoltura più sostenibile, aiutando nel contempo i cittadini ad adattarsi alle nuove opportunità di lavoro e ai cambiamenti nell'industria. Si tratta di una sfida globale ed urgente e di un'opportunità unica per l'Europa."
Il Commissario Virginijus Sinkevicius ha aggiunto: “La relazione evidenzia i pericoli per il nostro capitale naturale, le nostre acque e i nostri mari, il suolo, il clima e l'aria. La settimana prossima la Commissione presenterà il Green Deal europeo e il nostro obiettivo dichiarato è quello di rafforzare la protezione dell'ambiente e l'economia circolare e di tendere all'inquinamento zero. Possiamo appiattire la curva, invertire le tendenze illustrate nella relazione e lavorare insieme per un futuro verde."

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soer2020
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