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Smog. Greenpeace: l'inquinamento dell’aria costa all’Italia 61 miliardi di dollari

where Roma when Lun, 17/02/2020 who roberto

In Italia l’inquinamento atmosferico da fonti fossili ha causato, secondo Greenpeace, 56mila morti premature. La stima mondiale è di 4,5 milioni di morti premature e 8 miliardi di dollari al giorno

In Italia l’inquinamento atmosferico da smog.jpgcombustibili fossili ha comportato 56mila morti premature per un costo complessivo di 61 miliardi di dollari. È quanto emerge da “Aria tossica: il costo dei combustibili fossili”, rapporto redatto da Greenpeace Southeast Asia e Crea (Centre for Research on Energy and Clean Air) per valutare il costo globale dell’inquinamento atmosferico legato ai combustibili fossili.
 
Il rapporto stima in 4,5 milioni di morti premature ogni anno e 2.900 miliardi di dollari, equivalenti al 3,3% del Pil mondiale, ovvero 8 miliardi di dollari al giorno.  Dal documento emerge che circa 40mila bambini al di sotto dei 5 anni muoiono ogni anno a causa dell’esposizione a PM 2,5 derivato dalla combustione di combustibili fossili, soprattutto nei Paesi a più basso reddito; ogni anno circa 4 milioni di nuovi casi di asma tra bambini sono associati all’NO2, prodotto dalla combustione di combustibili fossili nei veicoli, nelle centrali elettriche e nelle industrie, con una stima di 16 milioni di bambini nel mondo affetti da questo sintomo a causa dall’inquinamento da NO2 derivante da combustibili fossili. La Cina continentale, gli Stati Uniti e l’India sostengono i costi più elevati dell’inquinamento dell’aria causato dai combustibili fossili, pari rispettivamente a 900, 600 e 150 miliardi di dollari all’anno.

"L’inquinamento atmosferico minaccia la nostra salute e la nostra economia, causando milioni di morti premature ogni anno e aumentando i rischi di infarto, cancro ai polmoni e asma, con un costo economico di migliaia di miliardi di dollari - dichiara Minwoo Son, della Campagna Clean Air di Greenpeace Southeast Asia - . Le soluzioni esistono, e tra di esse hanno un posto di primo piano la transizione verso le energie rinnovabili e l’abbandono delle auto con motore a combustione interna". Anche l’Italia subisce pesanti conseguente dall’inquinamento atmosferico. "È essenziale che il governo italiano non faccia passi indietro sull’abbandono del carbone al 2025, come invece l’ultima versione del Pniec sembrerebbe suggerire", commenta Federico Spadini, della Campagna Trasporti di Greenpeace Italia. "Occorre andare con coraggio e decisione verso le energie rinnovabili, abbandonando false soluzioni come il gas fossile. E anche i grandi attori privati come banche e assicurazioni devono smettere di elargire finanziamenti ai combustibili fossili", conclude Spadini.

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