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Smog padano, ricerca di Rse - Inutili le misure spot, servono interventi in tutta la pianura

where Milano when Lun, 14/12/2015 who redazione

Gli scienziati: hanno poca utilità gli interventi puntuali, servono politiche di contenimento delle emissioni su tutto il bacino Padano. Il sistema trasporti e il riscaldamento domestico i principali responsabili della presenza di polveri sottili

Il perdurare di condizioni meteorologiche che combinano la presenza di alta pressione e alta umidità con l'assenza di vento e precipitazioni stanno portando ogni giorno al superamento dei valori massimi di concentrazione di inquinanti a Milano e in gran parte delle Lombardia. Un fenomeno determinato dall'interazione di fattori meteorologici e antropici che rende difficile individuare soluzioni certe ed efficaci a un problema che incide negativamente sulla qualità della vita, in particolare nei contesti urbanizzati.

pianurapadanasmog.jpgRse - Ricerca sul Sistema Energetico - centro pubblico di ricerca del gruppo Gse, conduce da diversi anni studi e ricerche sulla valutazione dettagliata del ruolo delle principali sorgenti emissive presenti sul territorio italiano e in particolare nella Pianura Padana. Grazie a modelli matematici e all'analisi di dati sperimentali è possibile ricostruire, in maniera quantitativa, il destino degli inquinanti atmosferici e comprendere il ruolo delle sorgenti, simulare azioni di mitigazione e verificarne l'efficacia.

"I risultati delle nostre ricerche - spiega Guido Pirovano, ricercatore del gruppo meteorologia, clima e atmosfera del dipartimento sviluppo sostenibile e fonti energetiche di Rse - confermano l'organicità delle misure di risanamento e la scarsa utilità di provvedimenti locali e spot che dovrebbero lasciare spazio a politiche d'intervento di respiro sovraregionale. Milano, come evidenziato ad esempio dal progetto Pomi, finanziato da Regione Lombardia e coordinato dal JRC, il  Joint Research Centre di Ispra,  progetto a cui abbiamo partecipato, contribuisce solo per il 35-40% della concentrazione complessiva del suo inquinamento. Il restante 60-65% della concentrazione media annua di polveri fini è determinato da emissioni prodotte dall'intera regione, quando non dell'intero bacino padano. Misure locali sono quindi utili ma non basteranno a risolvere il problema delle polveri sottili, soprattutto se non inserite in progetti di lungo periodo".

La Regione Lombardia ha recentemente approvato il piano regionale per l'inquinamento atmosferico (Pria) che intende ridurre le emissioni regionali al 2015 e 2020, rispetto al 2008, pari a 27-41% per il pm10, 28-49% per gli ossidi di azoto, 12-19 % per i composti organici volatili.

Secondo le ricerche di Rse, sul bacino padano i comparti trasporti e il riscaldamento domestico restano i principali responsabili degli alti valori di inquinanti. Nelle principali aree urbane (Milano e Torino) i trasporti pesano con un contributo fino al 35% della concentrazione media annua di pm2.5. Valori molto significativi si osservano anche al di fuori delle aree urbane, dove le emissioni dell'intero complesso dei trasporti contribuiscono ad almeno il 20% della concentrazione media annua.

Il riscaldamento domestico produce un contributo leggermente inferiore in valore assoluto nei grossi centri metropolitani, ma più esteso all'intera area padana, essendo relativo a tutti i contesti urbani. In termini relativi, al contrario di quello che si possa pensare, sono le aree prealpine e preappenniniche a dare un contributi più rilevante (comprese fra 20 e 25%) a causa del maggiore consumo di biomassa (legna) utilizzata prevalentemente in impianti domestici. Ovviamente, nella stagione invernale il riscaldamento assume un ruolo più rilevante rispetto alla media dell'intero anno.

Meno significativo, ma comunque importante, il contributo di agricoltura e allevamento pari varia al 10 al 20% su larga parte delle zone pianeggianti dell'area padana, a causa delle rilevanti emissioni di ammoniaca.

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Smog in Pianura padana
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