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Suolo. Roma, nel 2030 sarà consumata un’area pari a 36 volte Villa Borghese

where Roma when Lun, 26/06/2017 who roberto

Le previsioni dell’Ispra sul consumo di suolo: ritmo di 3 metri quadri al minuto, 161 l'anno per un totale di 2.895 ettari

Nel Comune di Roma il consumo di suolo dal 2012 al 2016 è passato da 31.064 ettari a 31.594 (pari al 24,58%); proiettandoci al 2030, anno ipotizzato per l'attuazione delle previsioni del Piano Regolatore Generale - Prg), sarà di 33.959 ettari (26,42%), tre volte il consumo di suolo a Napoli. Lo scenario previsto dal 2012 al 2030 è dunque un incremento di 2.895 ettari (161 l'anno; come dire 3 mq al minuto, pari ad un +9,32%. In un solo anno (tra 2015 e 2016) la trasformazione dei suoli nel Comune di Roma è stata pari a 54 ettari, la più alta tra le grandi città metropolitane d'Italia (Torino 22 ettari, Bologna 17 ettari).consumosuoloroma.jpg
Perdere suolo significa perdere servizi ecosistemici (mancata produzione di prodotti agricoli, aumento dell'erosione, regolazione delle acque, maggiori costi energetici): la valutazione economica di questa perdita dal 2012 al 2030 varia da un minimo di 107 a un massimo di 140 milioni di euro l'anno.
Conoscere le dinamiche di evoluzione del territorio e le loro conseguenze aiuta a fare scelte più sostenibili.
Per ciò che riguarda il suolo destinato all'edilizia della Capitale, in otto anni (2008-2016) risultano già consumati 3.300 ettari, oltre la metà di quelli che erano disponibili in base al Prg per questa destinazione d'uso (quasi 6000). La previsione al 2030 mostra un incremento di questa tipologia di suolo consumato di ulteriori 1.434 ettari (una volta e mezzo la pineta di Castel Fusano). Ciò porterebbe la percentuale di consumo di queste aree a circa l'80 % di quanto reso disponibile dal Prg.
Oggi a Roma, grazie ai modelli definiti nell'ambito del Progetto Soil Administration Models 4 Community Profit (Sam4cp), finanziato dal programma europeo LIFE+, con capofila la Città metropolitana di Torino, Ispra e Roma Capitale, hanno presentato lo scenario previsto per gli incrementi futuri di suolo consumato nell'Urbe.
Ipotizzando una piena applicazione del Prg al 2030, è stata confrontata la cartografia del rapporto Ispra 2016 "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici", riferita agli anni 2012 e 2015 e aggiornata al 2016, in previsione del prossimo rapporto Ispra-Snpa sul consumo di suolo - con quella vettoriale del Piano Regolatore Generale di Roma.
Le informazioni sono state poi completate con la cartografia nazionale della copertura del suolo elaborata tramite un'integrazione dei dati satellitari ottenuti dal Programma europeo Copernicus 2012. Le stime sono comunque cautelative, poiché non sono considerate le previsioni sulle aree destinate a servizi, pubblici e privati, sulle infrastrutture tecnologiche, sugli interventi relativi alla città da ristrutturare.
Le stime si sono concentrate, oltre che sulle aree edificabili già descritte, anche sulle strade, dove la stima di incremento di suolo consumato è prevista al 2030 pari a 581 ettari e l'Agro romano, dove si consumerà suolo per 350 ettari.
Anche se il consumo di suolo ha subito un rallentamento nel 2016 (ma il periodo considerato è in realtà da novembre 2015 a maggio 2016), le previsioni del Prg sottolineano come l'aumento costante di copertura artificiale che ha interessato la Capitale, dal dopoguerra ad oggi, non sia destinato a diminuire.
Tra gli effetti di queste perdite di suolo per la città di Roma c’è sicuramente l'aumento della temperatura: la perdita di suolo influirà infatti sull'aumento della temperatura media estiva in città pari a 0,09 gradi. L'eliminazione delle aree naturali a scapito di quelle urbane porterà all'emissione in atmosfera di circa 650mila tonnellate di CO2, a causa del mancato stoccaggio di circa 175 mila tonnellate di carbonio. I Comuni dovranno quindi dotarsi e presentare piani di contenimento delle emissioni.
"Siamo orgogliosi di offrire ai cittadini romani uno strumento che permetta loro di partecipare ancora più attivamente alle scelte che riguardano la loro città": questa la dichiarazione del Sindaco di Roma Capitale Virginia Raggi, che ha aperto i lavori della giornata.
"Fermare il consumo di suolo è una tappa fondamentale per ciò che concerne la tutela dell'ambiente", ha detto Massimo De Rosa, della Commissione Ambiente della Camera; "finalmente i cittadini potranno valutare in prima persona l'impatto e le ripercussioni che alcune opere hanno sul territorio, sia per quanto riguarda ambiente e salute, sia dal punto di vista economico".
"Le stime e lo scenario presentati oggi a Roma", ha dichiarato il direttore generale dell'Ispra Stefano Laporta, "rappresentano una valutazione estremamente innovativa. Mi auguro che da tali proiezioni, che potrebbero essere estese all'intero territorio nazionale, anche grazie agli strumenti liberamente utilizzabili da tutti e messi a disposizione da questo progetto, scaturisca una nuova visione delle nostre aree metropolitane e che anche nella pianificazione si tenga conto dei danni che un consumo di suolo incontrollato potrebbe causare al territorio e all'economia che insiste su quel territorio".
"Non solo le deficitarie politiche amministrative non hanno portato ad una sostanziale attenuazione del fenomeno negli ultimi anni, ma la Capitale continua a viaggiare a ritmi nettamente superiori agli altri grandi centri metropolitani del nostro Paese: la stima di medio periodo è che verranno mangiati 3 metri quadrati al minuto, un'enormità se si considera quanto poco è ormai rimasto da cementificare e da impermeabilizzare nel territorio comunale", afferma Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l'università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA. Roma - conclude Simoncini - prosegue la sua folle corsa verso l'esterno, sempre a caccia di nuovi territori da trasformare in periferie-dormitorio senza infrastrutture, servizi, tessuto sociale.

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