Terre d’Europa. Il parlamento di Strasburgo approva la direttiva sul suolo
La direttiva dovrà essere recepita entro tre anni. L’obiettivo è ottenere suoli in salute (healthy soils) entro il 2050, ma non c’è l’obbligo di raggiungerlo. Lo strumento principale è uniformare gli standard di misura, in modo da poter verificare in modo omogeneo lo stato di salute dei terreni e i loro cambiamenti nel tempo.
Via libera del parlamento europeo
di Strasburgo alla direttiva sui suoli. La direttiva affianca quelle precedenti su acqua e su aria ed era stata proposta nel 2023. Sono serviti due anni di dibattiti, ritocchi, modifiche e adattamenti per arrivare il 23 ottobre al Parlamento europeo che ha approvato il testo definitivo della direttiva europea sul monitoraggio e resilienza del suolo. La direttiva dovrà essere recepita dagli Stati membri entro i prossimi tre anni per ottenere suoli in salute (healthy soils) entro il 2050. Secondo le diverse stime, tra il 60 e il 70% dei suoli europei non sono in buona salute e questa degradazione compromette la capacità dei terreni di fornire i servizi ecosistemici indispensabili alla vita.
Nessun obbligo
Il testo approvato non impone agli Stati membri l'obbligo di ottenere suoli sani entro il 2050. Toccherà agli Stati membri definire obiettivi sostenibili e non vincolanti per ciascun indicatore della qualità del suolo. L’assenza di obblighi nella direttiva serve a tutelare agricoltori e silvicoltori mentre – dice il comunicato del parlamento europeo, “al contrario, sono gli Stati che devono sostenere queste categorie a migliorare la salute e la resilienza dei terreni, offrendo formazione, ricerca, innovazione e strumenti per aumentare la consapevolezza dei benefici offerti da suoli in buona salute”.
Uno standard unico
La direttiva europea intende costruire un sistema omogeneo di monitoraggio di tutti i suoli, includendo dati anche sui siti contaminati, compresi i fitofarmaci, e sul consumo di suolo.
Gli Stati membri dovranno monitorare e valutare la qualità dei terreni utilizzando la stessa metodologia e indicatori fisici, chimici e biologici standard. Così si otterranno dati omogenei e un quadro completo della condizione dei suoli. Entro dieci anni dall’entrata in vigore della direttiva ogni Stato dovrà stilare un elenco di siti potenzialmente contaminati, e dovrà prendere provvedimenti efficaci a contrastare qualsiasi rischio inaccettabile per la salute umana e l’ambiente.
Ecologisti perplessi
Secondo l’European environmental bureau, l’associazione europea delle associazioni nazionali ambientaliste, “nonostante le gravi carenze, la direttiva è una pietra miliare per affrontare la crisi europea del degrado del suolo. Il suo successo dipenderà da un’attuazione efficace”. A parere di Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente ed esperto di agricoltura sostenibile, “l’accordo è un passo fondamentale verso il riconoscimento giuridico della tutela del suolo come bene ambientale essenziale, ma il contenuto è ancora troppo debole, non all’altezza delle aspettative”.
Leggi la direttiva europea per la salute del suolo https://data.consilium.europa.eu/doc...


