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Dai territori. Qui Torino. Ecco la Relazione sullo Stato dell'Ambiente del Piemonte

where Torino when Lun, 23/06/2025 who roberto

La qualità dell’aria migliora ancora. Un 2024 caldo ma più fresco rispetto al 2022 e al 2023. La mappatura delle isole di calore. Pioggia in aumento. I 70mila tetti di amianto a Torino e Alessandria.

È stata presentata la nuova appariapiu.jpgrelazione sullo Stato dell’Ambiente in Piemonte 2025, redatta dall’Arpa Piemonte e dalla Regione Piemonte, documento che fotografa le condizioni ambientali del territorio regionale e illustra le politiche e le azioni intraprese nel corso del 2024.

Il direttore generale dell’Arpa Piemonte, Secondo Barbero, ha illustrato i dati ambientali: "La raccolta, l’analisi e la divulgazione da parte dell’Agenzia dei dati su suolo, aria, acqua ed ecosistemi, consentono di fornire risposte tempestive e accurate alle sfide ambientali che la nostra regione affronta. Il rapporto rappresenta uno strumento fondamentale non solo per le istituzioni ma anche per i cittadini che possono così essere informati e sensibilizzati sui temi cruciali come il riscaldamento globale, l’inquinamento atmosferico, la gestione dei rifiuti. Il nostro impegno è anche orientato alla promozione di politiche ambientali efficaci, attraverso la consulenza tecnica alle amministrazioni regionali e locali, accompagnando la costruzione di strategie e piani di intervento per affrontare le emergenze ambientali e migliorare la qualità della vita. Arpa rappresenta un interlocutore attivo nel processo decisionale, collaborando con tutte le parti interessate per costruire un futuro più sostenibile."
 
L’aria migliora
Prosegue nel 2024 il trend di miglioramento della qualità dell’aria in Piemonte. Le concentrazioni degli inquinanti sono state in media le più basse di tutta la serie storica di misura, sia per il particolato Pm10 che Pm2,5.
Si riducono ancora, rispetto agli anni precedenti, il numero di giorni di sforamento del particolato Pm10, con superamenti del valore limite per la concentrazione media giornaliera in alcune stazioni urbane, prevalentemente di traffico, nella Città Metropolitana di Torino e nella stazione urbana di traffico di Asti e Alessandria.
Nei primi 5 mesi del 2025 i valori rispetto ai parametri di legge delle polveri sottili Pm10 risultano essere i migliori degli ultimi anni.
 
Azoto e ozono
Per quanto riguarda il biossido d’azoto, solo in una stazione, quella di traffico urbana di Torino – Rebaudengo, non è stato rispettato il valore limite per la media annua. Relativamente all’ozono si registra una marcata riduzione delle concentrazioni misurate in tutte le stazioni di monitoraggio anche se permane il non rispetto su tutto il territorio del valore obiettivo per la protezione della salute umana. Un dato che rispecchia l’andamento nazionale dove solo il 16% (55 stazioni su 343) delle stazioni presenti in Italia ha rispettato l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana.
 
La battaglia dell’aria
Nel dicembre 2024 è stato approvato il nuovo piano regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA2024) che tiene conto dei significativi cambiamenti del contesto di riferimento che sono stati apportati non solo dalle iniziative economiche e regolamentari assunte dalla Regione, ma anche dall’approvazione e emanazione di nuovi piani e strategie europee, statali e regionali.
Nel 2024 ha continuato il suo impegno per il rinnovamento del parco mezzi del trasporto pubblico locale attraverso programmi pluriennali per il periodo 2024-2033 che utilizzano diverse fonti di finanziamento: il piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile, il fondo nazionale complementare al piano nazionale di ripresa e resilienza e il fondo sviluppo e coesione.
 
Caldo non caldissimo
In Piemonte l’anno 2024 è stato il quarto anno più caldo dopo il 2022, il 2023 e il 2015 nella distribuzione storica compresa tra il 1958 e il 2024. La temperatura media annuale è risultata pari a circa 11 °C, superiore di 1.1 °C rispetto al periodo climatico di riferimento (il trentennio 1991-2020, avente una media climatica di circa 9.9°C).
 
Più pioggia
La precipitazione cumulata è stata di 1.495,7 millimetri, con un surplus pluviometrico di 466,2 millimetri (pari al 45%) nei confronti della media climatica del trentennio 1991-2020, posizionandosi al 2° posto dopo il 1977 tra gli anni più piovosi valutati a partire dal 1958. Gli episodi di foehn annuali sono risultati 71, poco superiori ai 66 medi del periodo 2000-2020.
 
La mappa del calore
L’Arpa ha realizzato una mappatura delle aree urbane (https://webgis.arpa.piemonte.it/port...) più sensibili agli effetti delle isole di calore attraverso la zonizzazione climatica delle aree urbane e la modellazione meteorologica del fenomeno. Inoltre ha aggiornato il sistema di allarme Heat Health Watch Warming System (https://webgis.arpa.piemonte.it/aria...) per le ondate di calore della Regione Piemonte.
 
Terreni inquinati
I luoghi contaminati al 31 dicembre 2024 sono 2.109, di cui 857 con procedimento attivo e 1.252 conclusi. Oltre il 44% dei siti presenti in banca dati sono localizzati nel territorio della Città Metropolitana di Torino; tale dato è da rapportare all’estensione, alla concentrazione e alla qualità delle attività insediate nell’area; seguono le province di Alessandria e Novara.
Le cause della contaminazione possono essere imputate principalmente alla cattiva gestione di impianti e strutture, alla scorretta gestione di rifiuti e ad eventi accidentali.
 
Fabbriche e benzinai
Sui siti con procedimento di bonifica si svolgono o si sono svolte principalmente attività industriali, di distribuzione carburante o di gestione rifiuti; considerando le attività commerciali prevalgono i siti in attività mentre per quanto riguarda le attività industriali il numero di siti in attività è di poco superiore a quello dei siti dismessi.
 
Inquinanti naturali
I risultati evidenziano per il Piemonte la presenza di tre principali gruppi di contaminanti responsabili di altrettante forme di contaminazione diffusa.
Contaminanti di prevalente origine naturale, fra i quali metalli pesanti quali cromo, nichel, cobalto, vanadio e arsenico che presentano aree critiche solitamente molto estese e ben delimitate sul territorio, con concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati rispetto ai limiti di legge. L’origine è principalmente attribuibile alle rocce e ai terreni.
Contaminanti di prevalente origine umana, come piombo, rame, zinco e antimonio che presentano aree critiche di dimensioni ridotte, concentrazioni più elevate in corrispondenza degli orizzonti superficiali ad indicare deposizione da contaminazione diffusa. L’origine dell’inquinamento diffuso è attribuibile a deposizioni atmosferiche (traffico stradale, riscaldamento domestico, attività industriali) e attività legate all’agricoltura intensiva (concimi, fitofarmaci, fanghi di depurazione, liquami zootecnici).
Contaminanti organici, come diossine e furani, policlorobifenili e idrocarburi policiclici aromatici di origine prevalentemente umana (combustioni di idrocarburi, attività industriali, incenerimento di rifiuti). Presentano forme lievi di contaminazione diffusa su tutto il territorio con concentrazioni medie e valori di fondo ampiamente al disotto dei limiti di legge. Non sono state individuate zone critiche, mentre i pochi superamenti riscontrati sono da attribuire a casi isolati di contaminazione puntuale.
 
Le acque sotterranee
I siti contaminati rappresentano uno dei fattori antropici che possono influenzare lo stato delle acque sotterranee; la contaminazione presente nella matrice suolo può determinare un impatto sulla risorsa acque sotterranee, attraverso l’infiltrazione delle acque meteoriche, la presenza di vie preferenziali nel terreno o il dilavamento da parte della falda. Le tipologie di inquinanti maggiormente rilevati nella matrice acque sotterranee sono rappresentate dagli idrocarburi, seguita in pari misura dai contaminanti inorganici e dai contaminanti inorganici più solventi.
 
L’amianto
Tra i siti contaminati di interesse nazionale (Sin) due sono legati alla presenza di amianto: Balangero riguarda la disponibilità in natura dell’amianto ed era sede della più grande miniera di amianto in Europa; Casale Monferrato, come noto, era sede dello stabilimento Eternit nel quale l’amianto veniva lavorato.
Arpa Piemonte, attraverso la struttura specialistica del Centro Regionale Amianto Ambientale, ha seguito tutte le principali operazioni di bonifica dei siti contaminati da amianto, effettuando campionamenti per la caratterizzazione iniziale dei siti, durante i lavori di bonifica e nella fase di restituibilità. I laboratori di Grugliasco e Casale dispongono delle più aggiornate tecnologie disponibili per l’analisi dell’amianto, microscopia ottica in fase di contrasto e microscopia elettronica a scansione.
A partire dal 2024 Arpa Piemonte svolge anche attività di qualificazione per i laboratori per le analisi ed i campionamenti di amianto, al fine di poter essere riconosciuti come Centri di Riferimento Regionali.
 
I tetti di amiantocemento
Dal 2013 è stata avviata la mappatura delle coperture contenenti amianto. L'attività è stata avviata attraverso una prima mappatura speditiva realizzata attraverso tecniche di riconoscimento e classificazione a partire da ortoimmagini basate sull’uso combinato delle bande del visibile e dell’infrarosso vicino, tecnica che negli ultimi anni è stata integrata con metodi di analisi di immagine basati su deep learning con reti neurali. Sulla base della mappatura speditiva sono stati organizzati i sopralluoghi e le verifiche in situ da parte dei tecnici di Arpa Piemonte finalizzati ad accertare i casi di presenza di cemento amianto. Attualmente le coperture censite sono quasi 70mila con una presenza maggiore nelle province di Torino ed Alessandria.
 
Tutti i dati e le politiche ambientali sono disponibili sul portale dello STATO DELL'AMBIENTE IN PIEMONTE all'indirizzo https://relazione.ambiente.piemonte....

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