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​Territorio e gestione dell’acqua: l’Anbi discute come risparmiare risorsa e denaro

where Roma when Mar, 22/07/2014 who redazione

Gli esperti a confronto e casi di successo alla Conferenza nazionale acque irrigue

"La Commissione Europea ha pubblicato il 14 novembre 2012 un Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee con l'obbiettivo strategico di garantire che la disponibilità di acqua di buona qualità sia sufficiente a soddisfare le esigenze dei cittadini, dell'economia e dell'ambiente. Infatti, nonostante i miglioramenti registrati negli ultimi anni, le acque dell'Unione Europea non godono di buona salute e la disponibilità di quantità sufficienti di risorse idriche è altrettanto preoccupante, perché la scarsità d'acqua si sta diffondendo in tutta Europa e troppi Stati membri sono colpiti sempre più spesso da alluvioni e altri fenomeni estremi."
A ricordarlo è Francesco Puma, Segretario Generale Autorità di Bacino Fiume Po, intervenendo alla Conferenza Nazionale Acque Irrigue per la crescita e il lavoro, in corso di svolgimento a Roma.
"La Commissione - prosegue Puma - chiede quindi di intensificare gli sforzi per poter affrontare sfide già note e future, tra cui l'inquinamento delle acque, il prelievo idrico per la produzione agricola ed energetica, l'uso del suolo e l'impatto dei cambiamenti climatici. È necessario mirare ad un equilibrio sostenibile tra la domanda e l'offerta d'acqua, senza dimenticare le esigenze dei cittadini e degli ecosistemi naturali, da cui dipendono.
Al fine di raggiungere l'obbiettivo di un buono stato delle acque entro il 2015, come già stabilito nella Direttiva Quadro Acque, il Piano propone un approccio strategico basato su tre pilastri: migliorare l'attuazione della politica idrica dell'Unione Europea, sfruttando tutte le opportunità date dalla legislazione in vigore: per esempio, aumentando la diffusione delle misure di ritenzione naturale delle acque, come il ripristino di zone umide e pianure alluvionali o un'applicazione più efficace del cosiddetto principio del "chi inquina paga", ricorrendo alla misurazione del consumo d'acqua, ad una tariffazione delle acque e ad una migliore analisi economica; integrare maggiormente gli obbiettivi di politica idrica in altri settori strategici correlati, come l'agricoltura, la pesca, le energie rinnovabili, i trasporti e i fondi di coesione e strutturali; colmare le attuali lacune, in particolare in merito agli strumenti necessari per incrementare l'efficienza idrica. A tale proposito il Piano prevede che gli Stati membri stabiliscano degli obbiettivi in materia di contabilità delle acque e di efficienza idrica e che siano elaborati standard per il riutilizzo delle acque reflue”.
In particolare, il miglioramento della gestione potrà permettere di sfruttare il potenziale di sviluppo dell'industria delle acque dell'Unione Europea e di garantire la prosperità dei settori economici, che dipendono dalla disponibilità di acqua con un determinato livello di qualità, sostenendo pertanto la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Secondo Puma, “al 2020 si prevedono, tra gli altri obiettivi: la piena attuazione di tutti i piani di gestione dei bacini idrografici; il raggiungimento nel 2015 in tutti i bacini idrografici del buono stato delle acque (qualità, quantità e utilizzo); la riduzione al minimo della siccità e delle inondazioni attraverso l'adozione di colture adattate, una maggiore ritenzione idrica dei terreni e sistemi efficienti di irrigazione”.
Di taglio differente la relazione Paolo Mannini, direttore generale del consorzio Cer-Canale Emiliano Romagnolo, intervenendo alla conferenza sulle acque irrigue promossa dall’Anbi. "Mentre nell'Europa centro-settentrionale l'irrigazione riveste un ruolo molto modesto, in Italia l'apporto di acqua alle colture è un fattore della produzione assolutamente irrinunciabile per l'economia delle aziende agricole. L'irrigazione e le produzioni di qualità conseguite sono anche motore per la crescita economica e lo sviluppo dell'occupazione”, ha detto Mannini.
"L'indispensabilità dell'irrigazione - prosegue Mannini - è cresciuta negli ultimi anni per effetto del cambiamento climatico, che ha provocato un incremento delle necessità d'acqua per le colture e quindi dei costi di produzione, proprio in coincidenza con l'aumento dei costi energetici per il sollevamento dell'acqua e con la riduzione pressoché generalizzata della remunerazione delle produzioni agricole. I Consorzi di bonifica ed il settore agricolo hanno saputo reagire a questa negativa congiuntura con una serie di importanti innovazioni tecnologiche e gestionali, che hanno portato ad un rapido ammodernamento e ad un incremento nell'efficienza nell'uso dell'acqua. Questo risultato è stato in gran parte conseguito con l'ammodernamento tecnologico e gestionale, ma anche mediante l'introduzione di metodi e sistemi irrigui efficienti nelle aziende agricole. Di straordinaria importanza è risultato l'impiego delle acquisizioni accumulate nella messa a punto di Irrinet (1984), primo sistema esperto di informazione agli agricoltori, che l'Anbi ha poi adottato, migliorato e trasferito nel sistema nazionale Irriframe”.
Oggi Irriframe è il servizio di informazione irrigua di maggiore diffusione in Italia ed in Europa. L'informazione precisa e personalizzata sul momento ottimale di intervento irriguo e sul volume d'adacquata consente al Consorzio di fornire agli agricoltori, assieme all'acqua, anche i criteri per un suo uso razionale, economico ed efficiente. L'informazione raggiunge l'agricoltore mediante il web o direttamente sul suo telefonino con messaggi semplici e precisi. Irriframe è attualmente adottato da 38 consorzi di bonifica italiani su circa il 50% della superficie irrigabile nazionale; si stima che il risparmio idrico ottenuto sia di circa 100 milioni di metri cubi d'acqua all'anno, con l'obiettivo di raggiungere i 500 milioni nei prossimi anni.
L'ultimo censimento agricoltura Istat ha mostrato che le aziende agricole, in pochi anni, hanno ridotto consistentemente l'uso del metodo irriguo per scorrimento, caratterizzato da una bassa efficienza dell'acqua, sostituendolo con i metodi tubati in pressione, come aspersione e microirrigazione, di elevata efficienza di applicazione alle colture. L'irrigazione a goccia è ormai impiegata su 422.000 ettari di superficie ed in alcune regioni, come la Puglia e la Basilicata, è il metodo irriguo più impiegato.