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Terror chimico. Allarme del Wwf: l’esposizione alla chimica “uccide 9 milioni di persone l’anno”

where Milano when Lun, 23/01/2023 who roberto

Ogni anno 220 miliardi di tonnellate di sostanze chimiche vengono rilasciate nell’ambiente. Secondo l’associazione in Italia l’aria sporca “provoca fino a 90mila morti premature l'anno”

Migliaia di sostanze chimiche, sia inquinamento-chimico.jpgsintetiche sia naturali presenti nell’ambiente, convivono con noi. Le ritroviamo nell’aria, nell’acqua, nel suolo, negli alimenti, nei vestiti, negli utensili, nei mobili, nei giocattoli, nei cosmetici e nei farmaci. La nostra società non sarebbe la stessa senza di esse ma secondo il Wwf “nonostante la loro utilità, molte possono avere un impatto negativo sulla salute dell’uomo e sull’ambiente”.
 
L’allarme del Wwf
Il Wwf Italia lancia l’allarme ricordando che ogni anno nel mondo 220 miliardi di tonnellate di sostanze chimiche vengono rilasciate nell’ambiente e che a livello globale sono in commercio oltre 100mila sostanze tossiche. Solo in Europa, nel 2020, sono state prodotte e utilizzate oltre 200 milioni di tonnellate di sostanze chimiche pericolose per la salute e oltre 50 milioni di tonnellate che interferiscono con l’ambiente.
 
Dove si nascondono gli inquinanti
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha identificato le 10 principali sostanze chimiche presenti nell’ambiente che destano preoccupazione per la salute pubblica mondiale, tra cui: particolato atmosferico (es. Pm10, Pm2,5), metalli pesanti (es. mercurio, piombo e arsenico), pesticidi e inquinanti organici persistenti (Pop) come i policlorobifenili (Pcb) e le sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), benzeni e diossine. Tutti gli ambienti possono essere potenziale fonte di inquinanti, avverte il Wwf: “dalle città, alle campagne, fino a spazi chiusi come case, scuole e luoghi di lavoro, soprattutto in un contesto di industrializzazione e urbanizzazione incontrollate, di crescita demografica e utilizzo intensivo di combustibili fossili. Possiamo bere, mangiare e respirare queste sostanze senza neanche accorgercene”.
 
Il terrore dei polimeri
Il Wwf dedica una parte cospicua della sua nota al tema dei polimeri, cioè le molecole formate da catene regolari di atomi come la cellulosa, le gomme naturali e sintetiche, le fibre tessili artificiali, sintetiche e naturali, i poliesteri vegetali con cui si proteggono le foglie, e così via.
Tra queste microplastiche invisibili spiccano i poliesteri diffusi in aria dai tessuti e dai processi di asciugatura e diffusi nelle acque di scarico dal lavaggio degli indumenti, poliesteri che tramite le piogge, gli scarichi idrici e i corsi d’acqua arrivano al mare. Inoltre le piogge e i drenaggi portano nei corsi d’acqua e poi nei mari un’enorme quantità di polvere di gomma generate dall’usura degli pneumatici sulla strada.
“Per fare alcuni esempi – scrive il Wwf - ogni giorno nel nostro corpo entrano più di 100mila microplastiche dall’aria, dall’acqua e dal cibo, una quantità pari a diversi milligrammi al giorno. In città, ad esempio, respiriamo microplastiche provenienti soprattutto dagli pneumatici, e in casa possiamo inalare microplastiche dalla polvere. A tavola invece possiamo ingerire non solo microplastiche attraverso soprattutto frutti di mare, verdure e acqua, ma anche metalli pesanti, che sono la causa di elevati tassi di malattia e mortalità in tutto il mondo. Si stima che con il consumo dei prodotti della pesca possiamo ingerire fino a circa 55mila microplastiche da pesci, molluschi, crostacei e ricci di mare e che con una sola porzione di pesce spada (circa 60 grammi per i bambini e 150 per gli adulti) si può superare la dose settimanale tollerabile di metilmercurio”.
Specifica giustamente il Wwf che per fortuna “l’entità dell’esposizione umana alle microplastiche attraverso la dieta e le conseguenze per la salute umana non sono ancora ben chiare”, cioè non ci sono evidenze di pericolosità.
“Per quanto riguarda i metalli pesanti si stima che oltre 500 milioni di persone in tutto il mondo siano a rischio di un’esposizione eccessiva ad esempio all'arsenico, e che oltre 900mila decessi prematuri ogni anno sono causati dal piombo. Altro contaminante che assumiamo attraverso la dieta sono i pesticidi. L’utilizzo dei pesticidi in agricoltura ad oggi è massiccio e solo una piccolissima percentuale raggiunge gli organismi bersaglio, mentre gran parte si disperde nell’ambiente e colpisce specie non bersaglio. Il risultato è che ritroviamo residui di pesticidi nell’aria, nell’acqua e nel cibo.
 
Le conseguenze per l’ambiente e per l’uomo
Particolarmente preoccupante è la presenza sempre più frequente di cocktail (miscele) di sostanze nocive note e sospette (soprattutto pesticidi, bisfenoli, ftalati, Pcb e Pfas) nel sangue materno, nel siero ombelicale, nella placenta, nel latte umano e nelle urine di mamme e bambini.
“Secondo l’Oms nel mondo il 22% del carico globale di malattie e il 24% di tutti i decessi sono legati a fattori ambientali, soprattutto l’inquinamento. Negli ultimi due decenni, i decessi causati dalle moderne forme di inquinamento multiplo e diffuso sono aumentati del 66% causando ogni anno oltre 9 milioni di morti nel mondo”, stima il Wwf. “In generale l'inquinamento atmosferico (sia indoor che ambientale outdoor) rimane il più pericoloso: causa oltre 5-7 milioni di morti all'anno a livello globale. Il 91% della popolazione mondiale è mediamente esposto a livelli di inquinanti nell’aria al di sopra dei valori raccomandati dall’Oms per la salvaguardia della salute. E l’Italia ha il triste primato fra i Paesi europei per morti attribuibili all'inquinamento atmosferico”.
Secondo i calcoli, lo smog potrebbe provocare “fino a 90mila morti premature l'anno”.
 
Le proposte del Wwf
Per limitare gli effetti negativi delle sostanze chimiche che fanno ormai parte del nostro attuale stile di vita, il Wwf promuove la ricerca scientifica in campo tossicologico ed ecotossicologico, i cambiamenti nelle abitudini e negli stili di vita dei cittadini, l’adozione di un'etichettatura adeguata che aiuti i cittadini ad essere consapevoli, l’adozione di criteri ambientali minimi nel Green Public Procurement per limitare l’esposizione alle sostanze pericolose, una strategia che orienti il nostro Paese verso un inquinamento zero,
la riduzione dell’uso di plastiche monouso, un’alimentazione che limiti l’esposizione alle sostanze tossiche.

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