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Quelli che le trivelle. I consorzi di bonifica Anbi contro l’estrazione di acque metanifere

where Roma when Lun, 21/02/2022 who roberto

Sul piano Pitesai Francesco Vincenzi chiede una commissione di esperti, e chiarezza per il risarcimento di eventuali danni. Con una lunga premessa tecnica

Innanzitutto una premessa fotopolesine.jpgtecnica.
Oltre al naturale compattarsi dei terreni, la subsidenza (abbassamento del suolo) avviene quando si estrae acqua dalle falde acquifere poco profonde, per motivi irrigui, industriali, potabili oppure per sfruttamento di acque metanifere. Si usano le normali trivelle per pozzi idrici, e si estrae acqua, come facevano le aziende agricole ferraresi e polesane fino agli anni ’60, quando venne vietato. È acqua metanifera di recente formazione palustre, paludi sepolte da sedimenti di alluvioni in cui per fermentazione dei detriti si forma metano. Le acque metanifere gorgogliano come acqua frizzante ma il gas dissolto non è anidride carbonica, è metano.
Mentre Venezia è sprofondata per l’estrazione delle acque industriali usate nel polo industriale di Marghera, mentre la Romagna è sprofondata per l’estrazione di acque potabili, dagli anni ’40 agli anni ’60 a provocare l’abbassamento del Polesine e del Ferrarese di molti metri furono invece le attività di estrazione delle acque metanifere da parte delle aziende agricole, per riscaldare le stalle o per il funzionamento degli essiccatoi. I giacimenti di gas ad alta profondità non si trovano in falda acquifera, bensì in roccia compatta o in arenaria solida; a volte si registra un effetto al suolo esteso alla sola area dell’estrazione di gas. Fine della premessa tecnica.

“Sulla questione energetica, pur puntando prioritariamente sulle rinnovabili, l’Anbi non si schiera con un aprioristico partito del no, anche perché i consorzi di bonifica ed irrigazione sono vittime dei rincari, pagando bollette salatissime, nonostante siano produttori netti di energia green. Sulle trivellazioni in Alto Adriatico, però, ci appelliamo ad un elementare principio di precauzione verso popolazioni che hanno visto il territorio abbassarsi anche di 4 metri sia nel rodigino che nel ferrarese, a causa della subsidenza indotta delle estrazioni di acque metanifere”. A dirlo è Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi), intervenuto al sopralluogo lagunare della commissione Agricoltura del Senato, che ha visionato, su iniziativa del presidente Gianpaolo Vallardi i gravi danni indotti dalle estrazioni di acque metanifere superficiali nel Delta del Po.

I territori delle province di Rovigo, Ferrara e del comune di Ravenna sono stati interessati dallo sfruttamento di acque metanifere dal 1938 al 1964; l’emungimento innescò un’accelerazione, nell’abbassamento del suolo, decine di volte superiore ai livelli normali con punte massime di oltre 3 metri dal 1950 al 1980. Recenti rilievi effettuati dall’Università di Padova hanno evidenziato un ulteriore abbassamento di 50 centimetri nel periodo 1983-2008 nelle zone interne del Delta del Po.
Il sistema di bonifica è attualmente costituito da un numero importante di impianti idrovori: 201 nel rodigino, 170 nel ferrarese e 144 nel ravennate.
Attualmente i due enti di bonifica della provincia d Rovigo spendono quasi 7 milioni di euro all’anno per asportare circa 1 miliardo di metri cubi d’acqua, garantendo vivibilità ad un territorio altrimenti acquitrinoso. Di tale volume idrico , però, solo 400.000 metri cubi dipendono dalla pioggia; il restante sono infiltrazioni in aree “scese” abbondantemente sotto il livello del mare. “Allo stato attuale, le richieste di concessioni metanifere si basano su calcoli matematici, facilmente malleabili, perché non esistono univoche esperienze sperimentali – insiste Giancarlo Mantovani, direttore dei Consorzi di bonifica polesani. – Per questo, è necessaria una commissione indipendente di esperti, che esprima un parere tecnico sui rischi per il territorio in una cornice costi-benefici. C’è infine un’ulteriore questione da dirimere: nel caso, chi pagherà eventuali, ulteriori danni?”

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