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Quelli che le trivelle. Greenpeace, Legambiente e Wwf insieme: sui giacimenti il Governo sbaglia

where Roma when Lun, 21/02/2022 who roberto

Critiche delle associazioni sul piano Pitesai: “In attesa del decreto ministeriale entro i prossimi tre mesi, dal piano strategico nessuna roadmap per lo stop definitivo alle trivellazioni”

Le tre più conosciute organizzazionitrivelle-gas.jpg ecologiste si associano nuovamente per esprimere una posizione congiunta con un comunicato. “Nell’affrontare il caro bollette ancora una volta il Governo sta sbagliando strada e soluzioni da adottare”, dicono Greenpeace Italia, Legambiente e Wwf Italia. “Il Paese non ha bisogno di soluzioni tampone, scellerate e insensate: non serve raddoppiare la produzione del gas e avviare nuove trivellazioni a terra e a mare. I veri interventi da mettere in campo, e che purtroppo al momento ancora latitano, riguardano la decuplicazione della velocità di sviluppo delle fonti rinnovabili, a partire dal solare fotovoltaico e dall'eolico, e l’avvio di serie politiche di efficienza energetiche nei consumi domestici e nei cicli produttivi. Occorrono soluzioni credibili e radicali per ridurre le emissioni di CO2, semplificando anche le procedure autorizzative e garantendo un ruolo sempre maggiore alle fonti rinnovabili e ai sistemi di accumulo e correggendo e stabilizzando il superbonus edilizio del 110%. Solo così si potranno ridurre davvero le bollette e aiutare allo stesso tempo l’ambiente e le famiglie ad abbattere i costi”.
Le tre organizzazioni verdi citano anche i meccanismi di mercato legati all’espansione delle energie rinnovabili, come il “capacity market” delle centrali a gas programmate per coprire l’instabilità meteorologica delle fonti rinnovabili: “Ci costeranno almeno 30 miliardi di euro”.

Le organizzazioni ribadiscono anche le loro critiche di fondo sul Pitesai, Piano di Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee, pubblicato nei primi giorni di febbraio dopo l'intesa con le Regioni e in attesa del decreto ministeriale conclusivo. “Ci saremmo attesi da un Piano strategico per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee come il Pitesai, in coerenza con l’obiettivo europeo di decarbonizzazione al 2050, uno stop a qualsiasi rilascio di nuove autorizzazioni per concessioni di coltivazioni di idrocarburi liquidi e gassosi a terra e a mare; un’indicazione chiara sul termine ultimo per chiudere qualsiasi attività estrattiva nel nostro Paese (come hanno fatto per legge da Francia e Danimarca); nessuna proroga per le concessioni di coltivazione e i permessi di ricerca che non siano stati sottoposti a Via (94 concessioni e 1 permesso di ricerca sui 248 titoli minerari vigenti al 30/6/2021)”.

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