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Tutti al mare. Ecco come le perdite di petrolio uccidono il Mediterraneo

where Trieste-Lecce when Mar, 03/06/2025 who roberto

Nuove mappe per prevenire i disastri ambientali nel Mare Nostrum: lo studio della fondazione Cmcc analizza le traiettorie degli sversamenti. Tra le zone a maggior rischio il Canale di Sicilia e il nord Adriatico.

Il Mar Mediterraneo, crocevia sciencedirectcmccmediterraneo.jpgdel traffico petrolifero, è ora più protetto grazie a un innovativo studio che traccia le possibili rotte delle chiazze di petrolio in caso di incidenti. Pubblicata su “Science of the total environment”, la ricerca della fondazione Cmcc (Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici) utilizza modelli numerici ad alta risoluzione per prevedere la dispersione degli sversamenti, identificando le aree più vulnerabili del bacino.
Tra le zone a maggior rischio figurano il Canale di Sicilia, il nord Adriatico e l’area orientale del Mediterraneo. Lo studio, condotto nell’ambito del progetto europeo Neccton, ha simulato diversi scenari di sversamento considerando le condizioni meteo-marine stagionali, offrendo strumenti per una risposta in caso di problemi.
 
“Aiuta le autorità a gestire le emergenze”
“Non si tratta di sapere se ci sarà uno sversamento, ma di capire quanto gravi saranno le conseguenze”, afferma Svitlana Liubartseva, ricercatrice del Cmcc e prima autrice dello studio. “La nostra ricerca dimostra che è possibile prevedere le aree del Mediterraneo più esposte, informando le autorità sull’arrivo del petrolio e sulla percentuale che raggiungerà le coste”.
Il modello utilizzato, Medslik-II, è un sistema open source sviluppato da un consorzio internazionale che include il Cmcc, l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) e l’Università di Cipro. Questo strumento simula il trasporto e la trasformazione del petrolio in mare, tenendo conto di fattori come correnti, vento e processi fisico-chimici. È stato già impiegato in precedenti incidenti, come quello della Costa Concordia, fornendo supporto alle autorità per la gestione dell’emergenza.
 
Il contributo dell’Ogs
Neccton mira a migliorare la capacità dell’Unione europea di monitorare e proteggere la biodiversità marina, integrando nuovi modelli e dati nel servizio Copernicus Marine. Oltre alla modellistica degli sversamenti, il progetto sviluppa strumenti per valutare l’impatto dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini.
“Il Mediterraneo è un mare semi chiuso, densamente trafficato e ricco di biodiversità, dove anche piccoli sversamenti possono avere effetti duraturi”, sottolinea Donata Canu, ricercatrice dell’Ogs (Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale) e co-autrice dello studio. “Grazie alla modellistica avanzata, possiamo ora prevedere con maggiore precisione dove e come il petrolio si disperderà, sostenendo le autorità a intervenire in modo più efficace per proteggere ecosistemi fragili e coste vulnerabili”.
 
Leggi lo studio: https://www.sciencedirect.com/scienc...

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