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Vajont, cinquant’anni dopo. Tutte le iniziative per ricordare il disastro

where Longarone (Belluno) when Mar, 07/05/2013 who matteo

Una tappa del Giro d’Italia e l’attore Marco Paolini che torna sulla diga con la sua celebre orazione civile. Una mostra itinerante racconta la storia del geologo che predisse la frana ma non venne ascoltato. Lo scrittore Mauro Corona: “Tragedia dimenticata dallo Stato”

Arrivo dell’undicesima tappa del Giro d’Italia, e partenza della dodicesima (15 e 16 maggio), e una serata con l’attore Marco Paolini che torna sulla diga del Vajont 15 anni dopo il clamoroso successo della sua orazione civile in diretta tivù. Sono i due eventi centrali del calendario di appuntamenti predisposti dal comune di Longarone, in provincia di Belluno, per le settimane che precederanno la celebrazione dei cinquant’anni della tragedia della diga del Vajont, il 9 ottobre prossimo.
Sono stati presentati dal sindaco Roberto Padrin, e dal suo omologo di Erto-Casso (Pordenone), Luciano Pezzin. Nell’occasione è stata scoperta una scultura commissionata all’artista Valentino Moro dalla fondazione Vajont per commemorare l’evento del 1963, quando la caduta di una colossale frana dal monte Toc nelle acque del neonato bacino idroelettrico portò alla tracimazione dell’invaso e alla conseguente inondazione e distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui la tristemente celebre Longarone che ne fu completamente inghiottita.
La mostra in venti città – Ma sarà tutta l’Italia a rendere omaggio alle 1.917 vittime. Grazie a una mostra itinerante che farà tappa in venti città e regioni italiane a raccontare le storie e i volti di un evento che scosse il paese.
“Il Vajont, come ogni tragedia, contiene diverse storie – afferma Francesco Maria Guadagno, presidente dell’Aiga, l’associazione italiana di geologia ambientale e applicata. – La storia della diga che doveva essere l’orgoglio dell’ingegneria italiana. La storia di inadempienze e mancati controlli. La storia di consulenti che non hanno visto o hanno male interpretato. La storia delle persone che sono state tragicamente coinvolte. La storia di Tina Merlin, giornalista dell’Unità e scrittrice che quasi da sola aveva descritto i possibili rischi. La storia di un processo penale”.
La mostra narra, attraverso le foto di un geologo, Edoardo Semenza, soprattutto un’altra storia: quella del riconoscimento della possibile frana prima che la stessa avvenisse. Ma, com’è noto, le deduzioni di Semenza non furono ascoltate.
L’evento è organizzato dal Consiglio nazionale dei geologi con l’Aiga.
Mauro Corona: “Tragedia dimenticata da papi e re” – “A Erto non è mai venuto nessuno, né papi, né re, né cardinali, né presidenti della repubblica”. Parola di Mauro Corona, scrittore, alpinista e scultore nato proprio qui nel 1950.
“Ho fatto una polemica mesi fa nei riguardi del presidente Giorgio Napolitano – prosegue Corona. – È venuto in Friuli a porgere omaggio, peraltro doveroso, ai morti del terremoto, a cinquanta chilometri da qui. Perché non è venuto da noi?”. E aggiunge, parlando della memoria del Vajont, in parte viva grazie a Marco Paolini: “Certo, in questo 2013 saranno cinquant’anni, e tutti gli altri? La felicità si dimentica, ma il dolore rimane dolore, diceva Lord Byron”. 

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