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I veri problemi. L’insostenibile prezzo dello spreco. Così i no-triv hanno fatto aumentare le emissioni

where Roma when Lun, 12/12/2022 who roberto

Secondo l’associazione ambientalista, 15 anni di sussidi alle rinnovabili elettriche intermittenti hanno portato nel 2021 di solo il 3,4% dei consumi finali di energia

Secondo gli Amici della Terra, il movimentopipeline.jpg no-triv ha indotto un uso di gas d’importazione al posto di gas di origine nazionale e ciò ha aumentato le emissioni di metano in atmosfera. Da una stima degli Amici della Terra, con una maggiore produzione annua nazionale di 10 miliardi di metri cubi di gas naturale si sarebbero evitate a livello globale emissioni climalteranti per circa 3 milioni di tonnellate annue di CO2. Lo ha detto la presidente degli Amici della Terra Monica Tommasi nella relazione introduttiva della Conferenza nazionale per l’efficienza energetica.

Il dato - secondo l’associazione ambientalista - stride con l'efficacia di quindici anni di sussidi alle rinnovabili elettriche intermittenti che hanno portato un approvvigionamento nel 2021 di solo il 3,4% dei consumi finali di energia. Si tratta di 1,79 milioni di tonnellate equivalenti petrolio (Mtep) di eolico e 2,14 Mtep di fotovoltaico. "Uno sforzo che si è rivelato inutile di fronte all’emergenza. Che, anche in Germania, il programma Energiewende, con i maggiori investimenti in Europa nello sviluppo di nuove rinnovabili, rivela ora la propria incapacità di alimentare in modo adeguato l’economia tedesca, tanto da rendere indispensabile l’ampliamento di nuove estese miniere di lignite a cielo aperto e di un conseguente rialzo di emissioni, anche quelle dannose per il clima", rimarca Tommasi a proposito del rapporto dell'Agenzia Internazionale dell'Energia "Energy efficiency 2022” del 2 dicembre.

Il report evidenzia come, a livello internazionale, la reazione alla crisi mondiale dei prezzi energetici legata alla guerra abbia comportato un forte aumento degli investimenti in efficienza energetica (+16% rispetto al 2021). "Ciò, secondo la Iea, ha prodotto una conseguente accelerazione del tasso di miglioramento dell’intensità energetica globale che, nel 2022, dovrebbe raggiungere il 2% quadruplicando il suo valore dopo essere rimasto fermo a 0,5% negli ultimi anni”.
Secondo l’associazione ambientalista, i dati confermano che è il momento di mettere in campo strumenti adeguati di promozione dell’efficienza energetica per sostenere famiglie e imprese che si stanno orientando a investire per ridurre gli sprechi di energia, piuttosto che continuare a impegnare risorse pubbliche negli aiuti a pioggia indifferenziati contro il caro bollette. In questo modo, il paese potrebbe fare dei passi in avanti strutturali verso la riduzione dei costi energetici, la sicurezza energetica e gli obiettivi di decarbonizzazione, recuperando il ruolo prioritario della promozione dell’efficienza energetica che è stato formalmente riconosciuto dalla Ue con l’assunzione del principio “efficiency first” e che, poi, è rimasto sulla carta rispetto allo sbilanciamento sostanziale dell’impostazione dell’European Green Deal e del pacchetto “Fit for 55” verso rinnovabili elettriche intermittenti, mobilità individuale elettrica e idrogeno.

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