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​Viva i pesticidi! Il Tar Lazio anti-Ogm boccia il granturco che resiste ai parassiti

where Roma when Lun, 28/04/2014 who redazione

Anche la Regione Lombardia chiede la messa al bando delle colture innovative

Il Tar del Lazio ha bocciato il ricorso presentato contro il decreto interministeriale, che proibisce la semina di mais biotech Mon810 modificato geneticamente per resistere al parassita piralide senza bisogno di usare pesticidi. Il ricorso contro il decreto era stato presentato da alcuni agricoltori che hanno seminato l’autunno scorso il granturco della Monsanto in Friuli in base alle norme europee.
Secondo la Coldiretti, la sentenza conferma definitivamente il divieto di coltivazione in Italia. “L’agricoltura italiana - sottolinea la Coldiretti - resta dunque libera dagli Ogm, come chiedono quasi otto italiani su dieci (76 per cento ) contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati dell’agricoltura in Italia”.
L’Ue dice che un prodotto Ogm, se è stato controllato e autorizzato in Europa, può essere utilizzato ovunque (con alcune attenzioni), e i singoli Stati membri non possono porre divieti. L’autorizzazione può essere ritirata dall’Europa solamente sulla base di studi che comprovino danni alla salute umana, animale o per l’ambiente.
Il mondo agricolo non è entusiasta del prodotto contestato, e finora solamente cinque dei 28 Paesi Ue coltivano il Mon810 (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari seminati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari).
La Regione Lombardia chiede intanto una moratoria straordinaria che vieti per un periodo massimo di 12 mesi la coltivazione di mais Ogm, verificando nel contempo la possibilità di adottare un progetto di legge che permetta la salvaguardia delle produzioni biologiche, biodinamiche e tutte le nostre tipicità del nostro settore agroalimentare da ogni forma di contaminazione. Sono alcune delle richieste della mozione presentata da Pd e Lega Nord, approvata a maggioranza in Commissione Agricoltura con i voti contrari di FI e Ncd, con la quale - si legge nel testo - la Lombardia apre una nuova fase di riflessione riguardo all'utilizzo di materiale genetico alterato in agricoltura attraverso l'impiego di tecniche ingegneristiche. Le richieste del documento partono dall'evidenza che la comunità scientifica non ha ancora assunto una posizione unica sugli Ogm e che lo sviluppo dell'agricoltura transgenica rispetto all'incertezza della scienza è in contrasto con il principio di precauzione.

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