Cin cin! Dogliani, patria del Dolcetto, accende il teleriscaldamento
Grazie a un investimento di 8 milioni di euro, l’impianto è operativo e serve oltre quaranta tra condomini ed edifici pubblici, interessando una volumetria di riscaldamento di 220mila metri cubi.
“Sì, anche nella patria del Dolcetto
si può festeggiare l’acqua, se è calda e consente benefici ambientali ed economici”. Lo ha scritto su LinkedIn Fabrizio Gaudio, responsabile della comunicazione territoriale del Piemonte per il gruppo Iren, dando la notizia dell’accensione del teleriscaldamento a Dogliani, nel Cuneese, patria del celebre vino rosso.
Il nuovo sistema di teleriscaldamento – secondo le stime – taglierà circa 1.200 tonnellate di CO2 l’anno, equivalenti alle emissioni medie di settecento automobili. Il progetto, che prevede un investimento di circa 8 milioni di euro, è operativo e serve oltre quaranta tra condomini ed edifici pubblici, interessando una volumetria di riscaldamento di circa 220mila metri cubi. Con l’avvio della stagione termica è entrata in funzione la rete interrata di circa tre chilometri realizzata da Dogliani Energia, società di Iren, che già in questa prima fase serve i primi edifici collegati. L’impianto è alimentato da una centrale ad alta efficienza posta nell’area industriale: un cogeneratore, due caldaie a gas e un sistema di accumulo. “La rete rappresenta un cambio di paradigma per la comunità locale”, spiega in una nota Dogliani Energia, sottolineando come la collaborazione fra pubblico e privato renda concreto il percorso verso la transizione energetica. Il progetto, nato da una convenzione con il Comune, è indicato come modello virtuoso nel panorama locale.
Il sistema sostituisce le vecchie caldaie condominiali e punta a ridurre l’inquinamento locale: secondo la relazione aziendale, l’efficienza della rete di teleriscaldamento consente minori emissioni complessive grazie all’utilizzo del fluido termovettore anziché singole caldaie. Entro il 2028 è prevista un’estensione della rete di ulteriori 2,5 chilometri e l’integrazione della centrale con fonti rinnovabili, tra cui un impianto solare termico.
Il finanziamento pubblico del progetto è garantito da circa 3,3 milioni di euro provenienti dal dl Energia (ex Pnrr) del ministero dell’Ambiente.
La novità risiede nell’approccio integrato: non solo tubazioni e centrale, ma un patto territoriale che unisce innovazione, efficienza e sostenibilità. Il risultato: più calore, meno smog.
Foto: la presentazione del progetto a Dogliani (LinkedIn)

