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Efficienza energetica nell’industria, gli investimenti 2021 crescono dell’8% ma non è vera ripresa

where Milano when Ven, 10/06/2022 who roberto

Si tratta di 2,2 miliardi di euro, in crescita nelle PMI (+16%), quasi totalmente per tecnologie hardware e solo in minima parte per soluzioni digitali e software. I dati del Digital Energy Efficiency Report 2022

Nel 2021 in Italia gli investimentiindustria.jpg per l’efficienza energetica in ambito industriale hanno raggiunto i 2,2 miliardi di euro, quasi totalmente (90%) per tecnologie hardware e solo in minima parte per soluzioni digitali e software. Si tratta di un 8% in più rispetto all’anno precedente, ma è difficile parlare di ripresa, visto che il 2020 aveva fatto registrare risultati particolarmente negativi (-19,6%).
Sono alcuni dei risultati contenuti nel Digital Energy Efficiency Report 2022 redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano e presentato nell’ambito di un convegno. L’aumento più sensibile all’interno delle tecnologie hardware (+8,4% di investimenti in totale) riguarda la cogenerazione (+21%), seguita dall’illuminazione efficiente (+8%) che però è ancora ben lontana dal colmare il -21% registrato nel 2020 rispetto al 2019. Le soluzioni digitali, invece, sono cresciute appena del 4% e quasi la metà degli investimenti (74 milioni di euro, pari al 47%) ha riguardato i sistemi di raccolta e monitoraggio dei dati energetici di processo.

I paradigmi di data valorization e data monetization: lo stato attuale
Tra gli strumenti digitali, lo studio segnala la data valorization, cioè la rielaborazione dei dati energetici raccolti dalle tecnologie digitali presenti in azienda, in modo che il management possa prendere decisioni informate, mentre con data monetization si intende la vendita di tali dati, un’opzione che ben il 95% delle imprese interpellate con un’apposita survey non ha nemmeno preso in considerazione o approfondito ad oggi. Stando alla ricerca, le aziende sono spesso dotate di svariati sistemi di misurazione dei consumi energetici, ma ancora non hanno la consapevolezza del valore che si potrebbe estrarre dalla loro analisi e quindi non utilizzano questi approcci, annullando il vantaggio potenzialmente conseguibile. Sono i software provider o le ESCo che, oltre a offrire soluzioni software in grado di esaminare in maniera strutturata i dati energetici raccolti sul campo, supportano il cliente nella loro interpretazione: nel settore industriale, vengono sfruttati principalmente per efficientare i processi (96% dei casi) e ottimizzare gli impianti (78%), ma sempre più aziende stanno cercando di individuare opportunità di riduzione delle emissioni di CO2 attraverso l’impiego dei dati raccolti.

La survey 2022: le opinioni degli energy manager e lo stato di salute delle ESCo
Secondo la survey annuale condotta tra le imprese, è costante rispetto al 2020 (64%) la percentuale di aziende che nel 2021 ha investito in soluzioni hardware, leggermente più alta (67%) se ci si riferisce solo alle Grandi Imprese, che tuttavia sono diminuite del 13% rispetto al 2020: un calo evidenziato già nell’ultimo triennio. Nelle PMI, al contrario, la percentuale si ferma al 61%, ma rappresenta ben il 16% in più rispetto all’anno precedente. Sono cresciuti del doppio gli investimenti in illuminazione efficiente, che ammontano all’81% del totale, mentre sono rimasti pressoché stabili (63%) rispetto al biennio 2019-2020 quelli sul processo produttivo. Più che raddoppiata sul 2020 anche la quota relativa a motori elettrici e inverter (52%). Al contrario, solo il 29% del campione dichiara di aver realizzato investimenti in soluzioni digitali per l’efficienza energetica nel corso del 2021 (-9% rispetto al 2020), senza particolari differenze tra Pmi e Grandi Imprese. In cima alla classifica i software dedicati all’energia, in netto aumento rispetto al 2020, e la sensoristica di base.
In continuità con il triennio 2018-2020, le maggiori diffidenze sono legate agli eccessivi tempi di ritorno degli investimenti e all’incertezza del quadro normativo, ma nelle PMI si registra anche una mancanza di consapevolezza da parte del top management. Quasi il 90% delle imprese afferma che il rincaro dei prezzi dell’energia porterà a un incremento, nell’immediato o nel prossimo futuro, degli investimenti in efficienza energetica, soprattutto su tecnologie - illuminazione, inverter, motori elettrici, aria compressa - relative al processo produttivo. Quanto alle ESCo, si registra un rallentamento nella crescita, soprattutto rispetto al biennio 2017-2018: nel 2021 quelle certificate sono aumentate di appena 2 unità. Il 36% afferma di avere lo stesso numero di dipendenti del 2020, e una identica quota di averlo aumentato del 10% o più. Tuttavia, la maggioranza del campione (52%) dichiara un fatturato a fine 2021 accresciuto di oltre il 10% (anche l’Ebitda, nel 54% dei casi), a fronte di un 19% che ha subìto una diminuzione nei ricavi (il 14% di oltre il 20%). Emerge quindi un quadro sostanzialmente positivo, che conferma il percorso di ripartenza intrapreso dal settore dell’efficienza energetica industriale nel corso del 2021, atteso in ulteriore crescita nel 2022.

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