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Fondo Nazionale per l’efficienza energetica, se gestito bene sarà un valido supporto per nuovi investimenti

where Roma when Ven, 15/03/2019 who roberto

A Roma stakeholder e istituzioni si sono confrontati sugli aspetti operativi e tecnici legati all’avvio del fondo

L’avvio del Fondo nazionale per l’efficienza efficienza-energetica.jpgenergetica rappresenta una fase importante per l’Italia: lo strumento, può infatti contribuire alla promozione di un uso più razionale dell’energia e al raggiungimento degli obiettivi al 2030.  Questo uno degli aspetti emerso  dal convegno organizzato da Federesco e FIRE a Roma.
 
Lo strumento a disposizione di imprese, ESCO e amministrazioni pubbliche è stato disegnato per facilitare gli investimenti in misure di efficientamento energetico di edifici, processi industriali, reti di teleriscaldamento, impianti termici e sistemi di illuminazione pubblica. Ha una dotazione di 185 milioni di euro, che saliranno a 310 milioni di euro nel 2020 e che è previsto siano incrementati ulteriormente negli anni, destinata per il 70% ai finanziamenti a tasso agevolato e per il 30% a fondo di garanzia. 
 
"L'avvio del Fondo nazionale per l'efficienza energetica ormai in ritardo da più di quattro anni, contribuirà certamente ad aumentare il numero di interventi che saranno realizzati.” - ha commentato Claudio G. Ferrari Presidente di Federesco.
 “Il concretizzarsi di uno strumento come il Fondo è molto importante, sia per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti al 2030, sia per lo sviluppo dei tanti settori economici connessi con la transizione energetica che ci accompagnerà nei prossimi decenni. Dopo che sarà avviato, comunque, auspichiamo che si possano apportare quelle modifiche correttive al decreto ministeriale istitutivo del 22/12/2017 tali che il Fondo possa esplicare in modo più efficace la sua funzione di volano economico per il nostro Paese". Un limite del Fondo è la dotazione iniziale. Per quanto ci sia un effetto leva, stimato pari a 5,5 (ossia per ogni euro messo a disposizione dal fondo saranno mobilitati 5,5 euro di investimenti), è chiaro che più risorse finanziarie saranno a disposizione del fondo, più lo strumento risulterà impattante.
 
Ha concluso i lavori Dario Di Santo, direttore FIRE  secondo cui “Iìil raggiungimento degli obiettivi al 2030 non sarà semplice, anche perché buona parte degli interventi riguarderà la riqualificazione energetica degli edifici e il sistema elettrico. In entrambi i casi sono previsti investimenti addizionali consistenti – la proposta di Piano nazionale integrato per l’energia e il clima stima nell’ordine dei 150 miliardi di euro – e tempi di ritorno degli investimenti lunghi. Il Fondo potrà aiutare a movimentare i capitali privati necessari, riducendo il costo di accesso al credito e aumentando l’effetto leva degli investitori. Va inoltre a rafforzare i vari strumenti di incentivazione in essere – certificati bianchi, conto termico e detrazioni fiscali”. Di Santo ha poi aggiunto “la FIRE sta inoltre sviluppando per l’Italia il modello ESI Europe, dedicato alle PMI e basato su un contratto standard a risparmi energetici garantiti e coperti da un pacchetto assicurativo, con validazione di parte terza dei progetti. Approcci di questo tipo ben si sposano con il Fondo, e confidiamo possano promuovere una crescita sana e sostenuta del mercato dell’efficienza energetica”.  

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