GranTerre Food, al via il primo impianto per autoprodurre energia
Ne seguiranno altri otto, frutto dell’accordo da 20 milioni con Hera e Cpl Concordia. Obiettivo: passare dal 27% al 50% di energia autoprodotta, perseguendo gli obiettivi di carbon neutrality.
È in funzione nel reggiano il primo dei nove impianti che nei prossimi anni permetteranno di razionalizzare i consumi degli stabilimenti italiani di GranTerre, tra i principali player del food made in Italy. Il programma permetterà all’azienda di passare dal 27% al 50% di energia autoprodotta, perseguendo così gli obiettivi di carbon neutrality. Gli impianti nascono dalla collaborazione con il gruppo Hera, una delle maggiori multiutility italiane, e Cpl Concordia, società di progettazione, realizzazione e gestione di sistemi energetici.
Il percorso di efficienza energetica dei processi produttivi intrapreso da GranTerre, riporta una nota, è iniziato con la firma nel 2023 dell’accordo quadro tra le tre realtà industriali, che prevede un investimento di circa 20 milioni di euro in cinque anni.
Altri tre impianti sono in fase di realizzazione presso altri stabilimenti, mentre è stato avviato lo studio di fattibilità per cinque soluzioni impiantistiche in altrettanti siti produttivi. Una volta conclusi, i nove interventi di efficienza energetica permetteranno a GranTerre di ottenere significativi risparmi energetici, aumentando l’autoproduzione di energia, e di ridurre considerevolmente l’anidride carbonica emessa nei processi di produzione.