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Ideona A2A. Così i data center scalderanno le case di Brescia

where Brescia when Ven, 27/06/2025 who luca

Allacciato alla centrale Lamarmora, il calore di scarto del centro dati fornirà 16 GWh di energia termica pulita attraverso la rete del teleriscaldamento, che ha da poco compiuto cinquant’anni. L’ad Mazzoncini: “Così dimezziamo l’impatto ambientale dell’intelligenza artificiale”.

di Matteo Cislaghi
 
Il numero dei bresciainaugurazionedatacentera2a-qarnotcentraletermoelettricalamarmora.jpgdata center in Europa sta crescendo, e continuerà a crescere in modo esponenziale. In Italia, la Lombardia è tra le aree più impattate da uno sviluppo legato alle enormi richieste dell’intelligenza artificiale. “Un’azienda come A2A, sempre a “caccia” di calore di scarto, recuperabile e alla giusta temperatura, vede nei data center una nuova fonte di energia. Il calore che recuperiamo in questo nuovo impianto di Brescia è totalmente decarbonizzato e sarà immesso nella rete cittadina del teleriscaldamento”: con queste parole l’amministratore delegato di A2A, Renato Mazzoncini, ha inaugurato, insieme alla sindaca di Brescia, Laura Castelletti, e al ceo dei partner di Qarnot, Paul Benoit, il nuovo data center installato alla centrale Lamarmora. Grazie a un sistema di raffreddamento a liquido, il sistema consente di recuperare energia termica a temperature elevate, fino a 65 gradi, da immettere direttamente nelle tubature per portare calore e acqua calda alle case dei bresciani.
“Possiamo chiamarlo teleriscaldamento 4.0”, ha aggiunto Mazzoncini: “È quello delle reti intelligenti che vanno a cercarsi il calore di scarto e che, sostanzialmente, dimezzano l’impatto ambientale delle nuove macchine per l’AI, molto energivore”.
 
La sindaca Castelletti
Quello aperto nella città della Leonessa è uno dei pochissimi impianti del genere attivi in Italia. “Un orgoglio per la nostra comunità”, ha commentato coi giornalisti la sindaca Castelletti, “che ambisce fin dagli anni Settanta a un ruolo di laboratorio d’innovazione, anche anticipando sensibilità ambientali che sono arrivate poi: la rete del teleriscaldamento, nata nel 1972, è parte integrante di questa visione”. Mai fermarsi, però. “Ancora una volta occorre essere anticipatori”, ha detto la prima cittadina, “collegando, oggi, la grande innovazione dell’AI al riuso del calore, e questo va fatto decarbonizzando. La nostra città in prospettiva vuole essere sempre meno dipendente dalle fonti fossili”.
Un target vicino per la rete del teleriscaldamento (oltre 684 chilometri di condotte, 22mila clienti allacciati, pari a 180mila appartamenti equivalenti) che a Brescia viaggia già per l’83% con energia di origine non fossile: dieci anni fa, nel 2015, la quota verde era il 63,3%.
 
Il fabbisogno elettrico raddoppierà

I data center sono strutture in cui sono conservati i computer e le relative apparecchiature hardware e non sono mai stati così pervasivi come in questi mesi di esplosione dell’intelligenza artificiale. L’infrastruttura It elabora, archivia e gestisce i dati associati alle applicazioni e ai servizi forniti ai clienti. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, entro il 2030 nel mondo il fabbisogno elettrico dei data center raddoppierà rispetto al 2024, raggiungendo i 945 TWh annui, un valore pari all’intero consumo elettrico del Giappone. Un trend a cui l’Italia non si può sottrarre: finora gli hub principali per l’AI in Europa si trovano a Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino, con potenze installate che variano dai 300 MW della capitale irlandese ai 1.000 della City (dati 2024). Ora, per i soli super server che verranno installati nell’area di Milano, Terna ha ricevuto richieste di connessione per un totale di 10 GW entro il 2030. Per capirci: il solo capoluogo lombardo esige una potenza di 1,5 GW.
 
Come funziona l’impianto
A Brescia il calore digitale dei data center si aggiunge dunque alle fonti green, rafforzando il modello di energia circolare. Il progetto tecnologico di Qarnot è strutturato in due fasi. La prima, già operativa, prevede trenta unità capaci di generare circa 800 MWh termici all’anno, grazie al raffreddamento a liquido che consente di recuperare calore fino a 65 gradi, idoneo all’utilizzo diretto nella rete del teleriscaldamento, attraverso gli scambiatori di calore. Il raffreddamento ad aria, invece, recupera calore a circa 30 gradi con la necessità di integrare il gap termico utilizzando pompe di calore.
È già in progettazione anche il secondo step, Qarnot 2, che prevede l’installazione dei server nell’ex deposito del carbone della centrale Lamarmora: una riconversione simbolica e concreta.
Il progetto, beneficiario di un finanziamento europeo, produrrà 16 GWh annui di energia termica pulita, in grado di fornire calore e acqua calda a circa 1.350 appartamenti. L’obiettivo è renderlo operativo nel prossimo biennio, anticipa A2A.
“Questo primo progetto realizzato in Italia rappresenta una tappa strategica per Qarnot”, ha precisato Paul Benoit, ceo e cofondatore dell’azienda tecnologica francese. “La nostra infrastruttura è indicata per settori come l’automotive, l’aerospazio, l’energia, il comparto marittimo e, in generale, tutte le industrie a forte intensità di simulazione: ambiti che richiedono non solo potenza di calcolo, ma anche controllo e sicurezza dei dati, viste le sfide che si trovano ad affrontare”.
 
Mazzoncini: “Fossili a rischio shortage”
La crisi geopolitica che sta scuotendo il mondo coinvolge anche l’energia. “Per le fonti fossili le guerre creano un rischio di shortage, come si dice in termini tecnici, ossia una potenziale carenza”, ha avvertito Renato Mazzoncini a margine del taglio del nastro del nuovo impianto. “A maggior ragione dobbiamo cercare di sviluppare il più possibile la nostra autonomia energetica che è fatta di acqua, sole, vento e rifiuti termovalorizzabili: l’Italia da questo punto di vista ha un potenziale enorme. Possiamo passare dal 25 al 60% di autonomia energetica sviluppando le rinnovabili, che sono le uniche fonti autoctone di cui il Paese dispone. Quindi, bene ha fatto la regione Lombardia decidendo di installare altri 12 GigaWatt di solare. Proprio per l’enorme volatilità a livello di prezzi delle fonti oil & gas, molto meglio installare un pannello solare o una pala eolica che per tutto il suo ciclo di vita fornirà energia a una tariffa controllata”, ha concluso l’ad di A2A.
Una sfida, quella verde, che comprende anche il teleriscaldamento. Come mostrato dal position paper “Sostenibilità urbana: decarbonizzazione, elettrificazione e innovazione – Opportunità e soluzioni per città future-fit”, realizzato dalla stessa utility lombarda in collaborazione con The european house Ambrosetti e Asvis, il teleriscaldamento è una delle leve tecnologiche chiave per ridurre le emissioni di CO2 nelle città italiane. L’obiettivo è tagliarle di oltre il 50% entro il 2050.

Nella foto, da sinistra, Luca Rigoni (presidente di A2a - Calore e servizi), Paul Benoit (ceo di Qarnot), Renato Mazzoncini (ad di A2a) e Laura Castelletti (sindaca di Brescia).
 

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