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Relazione Arera, per il teleriscaldamento resta una forte concentrazione nell’Italia settentrionale

where Roma when Ven, 16/07/2021 who roberto

Il gas naturale si conferma la fonte energetica nettamente prevalente, ma un contributo significativo è fornito anche dai rifiuti urbani residui

Si conferma il trend di crescita teleriscaldamento.pngdel teleriscaldamento e del teleraffrescamento, in termini di volumetria allacciata ed estensione delle reti. La diffusione del servizio rimane concentrata principalmente nell’Italia settentrionale e centrale: Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Veneto rappresentano, da sole, oltre il 95% dell’energia termica erogata. È quanto si apprende dalla Relazione Annuale di ARERA – l’Autorità di regolazione per l’energia e l’ambiente – sullo Stato dei servizi e sull’Attività svolta nel 2020, nel capitolo dedicato al teleriscaldamento.
 
Soprattutto gas, poi biogas
Il gas naturale si conferma la fonte energetica nettamente prevalente per il funzionamento degli impianti di telecalore, rappresentando il 69,4% del consumo energetico complessivo, in leggera flessione rispetto all’anno precedente. Un contributo significativo è fornito anche dai rifiuti urbani residui (RUR), pari al 15,1% delle fonti energetiche utilizzate, e dalle bioenergie (biomasse, biogas e bioliquidi) che, arrivando a rappresentare il 9,9% del totale, guidano la crescita delle fonti rinnovabili. Con riferimento alle tecnologie di generazione si conferma una netta prevalenza degli impianti di cogenerazione di elettricità e calore, che hanno prodotto il 67,6% dell’energia termica immessa nelle reti.
 
Aziende e mercato
Il numero delle imprese operanti nel settore del telecalore iscritte alle Anagrafiche dell’Autorità è pari a 259. Di queste, l’84% si occupa, di norma in forma integrata, di attività strettamente legate all’esercizio delle reti e alla fornitura dall’energia termica alle utenze (distribuzione o misura o vendita), mentre la quota rimanente si occupa solo di produzione di energia termica. L’energia distribuita dalle reti di telecalore è utilizzata principalmente per la climatizzazione ambientale (riscaldamento e raffrescamento) e la produzione di acqua calda a uso igienico-sanitario, mentre è marginale l’utilizzo in processi industriali. Una quota significativa del mercato è infatti costituita da utenze di tipo residenziale e terziario (rispettivamente il 64% e il 33,8% del totale), mentre la domanda del settore industriale rimane marginale (2,8%). Per quanto riguarda il prezzo applicato, dall’analisi effettuata è risultato compreso tra circa 68 e 106 €/MWh, con un valore medio pari a 89 €/MWh per gli utenti residenziali; per gli utenti del terziario, tra circa 66 e 105 €/MWh, con un valore medio pari a 85 €/MWh, mentre per gli utenti industriali, tra circa 62 e 105 €/MWh, con un valore medio pari a 80 €/MWh.

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