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Rete Irene: il decreto sui nuovi limiti di spesa per l’ecobonus danneggia l’economia

where Milano when Ven, 03/08/2018 who roberto

Il provvedimento, se confermasse quanto contenuto nella bozza in circolazione, rischia di azzerare, secondo Rete Irene, il mercato delle riqualificazioni energetiche

“Ci siamo purtroppo resi contorete-irene.jpg di quanto le istituzioni siano distaccate dalla realtà imprenditoriale, sociale e ambientale del nostro Paese. Il contenuto del decreto che potrebbe essere varato rappresenta infatti un danno irreparabile per la nostra economia e pone l’Italia in pieno contrasto con le strategie e le politiche concordate a livello europeo. Il nostro non è un grido d’allarme, ma un profondo invito alle istituzioni affinché rivedano quanto stanno per emanare”.  Così Manuel Castoldi, Presidente di Rete IRENE, dopo aver letto la bozza del decreto interministeriale in circolazione nelle ultime ore. "Un provvedimento con tante buone intenzioni, ma che rischia di azzerare il mercato delle riqualificazioni energetiche”.
 
“Il nuovo testo contiene una serie di aspetti positivi, come uno stimolo maggiore a favore degli interventi di riqualificazione integrata che coinvolgano l’involucro e gli impianti, o la precisazione che tutti i soggetti IRES possono accedere agli incentivi per ogni tipo di immobile anche se non direttamente detenuto” afferma Virginio Trivella, Coordinatore del comitato tecnico scientifico di Rete IRENE. “A fronte di questi aspetti positivi, però, i nuovi massimali specifici per categoria di intervento, che si affiancano ai massimali complessivi, sono fissati a livelli del tutto incompatibili con i reali costi che devono essere sostenuti per il compimento delle opere. Le nostre stime mostrano che, a fronte di detrazioni nominali del 70% per interventi condominiali, l’applicazione dei nuovi limiti di spesa condurrebbe alla fruizione effettiva di detrazioni difficilmente superiori al 35-40% del costo degli interventi, che si ridurrebbero ulteriormente computando anche gli oneri finanziari in caso di cessione dei crediti fiscali e di indebitamento per l’anticipazione della quota non coperta dagli incentivi (che a sua volta risulterebbe di gran lunga superiore a quella nominale del 30%)”.
 
A queste condizioni, l’efficacia dell’ecobonus subirebbe, conclude Rete Irene, “una gravissima menomazione e risulterebbe compromesso l’obiettivo di indurre la diffusione su larga scala delle attività di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare e la possibilità di centrare uno degli obiettivi principali della Strategia energetica nazionale”.

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