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​Una scuola lombarda su due è un colabrodo energetico, lo dice uno studio di Rete Irene

where Milano when Lun, 22/09/2014 who redazione

È quanto emerge dallo studio realizzato da Rete Irene, il primo network di imprese lombarde specializzato in riqualificazione energetica, su una base di 2170 scuole pubbliche primarie e secondarie della Lombardia

Vecchie, inefficienti e sprecone. È questo l'identikit delle scuole frequentate da bambini e ragazzi lombardi. Solo una scuola su 50 è in classe A o A+, mentre un edificio su due è in classe G. Dei “colabrodo” energetici, per i quali tra interventi urgenti e azioni di manutenzione straordinaria si spendono ogni anno più di 300 milioni di euro. È quanto emerge dallo studio realizzato da Rete Irene, il primo network di imprese lombarde specializzato in riqualificazione energetica, su una base di 2170 scuole pubbliche primarie e secondarie della Lombardia. Studio che ha poi analizzato elaborando i dati dell'ultimo dossier Ecosistema Scuola di Legambiente.
Per quanto riguarda l'età degli edifici scolastici della Lombardia, il 74,6% (in pratica 3 scuole su 4) è stato costruito prima del 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismica (percentuale più alta del 61,3% nazionale). La costruzione di oltre una scuola su quattro (27,4%), risale addirittura a prima del 1940. Appena il 3,5% delle scuole in Lombardia è stato edificato dopo il 1990. Secondo il dossier di Legambiente il 49,1% delle scuole lombarde necessita di interventi di manutenzione urgente, contro una media nazionale del 37,6%, mentre il 58,5% ha goduto di interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni. Se si considera che il costo medio di ogni singolo intervento di manutenzione straordinaria si avvicina ai 50mila euro, che la media annua di spesa per ogni singolo edificio scolastico è di oltre 72mila euro e che il numero delle scuole lombarde che negli ultimi 5 anni ha realizzato interventi straordinari di manutenzione è di oltre 4mila, Rete Irene stima un costo annuo (unicamente di interventi di manutenzione straordinaria) di quasi 300 milioni di euro. Senza contare, ovviamente, lo spreco di costi in termini di bollette, a partire dal riscaldamento.
“Si tratta di cifre che si possono tagliare in maniera radicale - spiega Manuel Castoldi, presidente di Rete Irene - semplicemente operando una diagnosi che permetta di razionalizzare gli interventi di manutenzione ordinaria e individuare le priorità in termini di riqualificazione energetica”. Tra gli interventi di riqualificazione più numerosi c'è al primo posto la sostituzione dei serramenti e degli infissi. Un intervento che andrebbe eseguito nel 49% delle scuole lombarde. Segue la necessità di un miglioramento e/o riqualificazione dell'impianto di riscaldamento (individuato nel 37% delle scuole). Al terzo posto la necessità di operare un isolamento delle pareti e del tetto (31% delle scuole, quasi una su tre). Solo il 2% degli edifici lombardi ha una certificazione che le colloca in classe A o A+. Il 13% si colloca fra la classe B e la classe C, un altro 33% si divide le mediocri classi energetiche D, E ed F, mentre il rimanente 52% ristagna in ultima classe, la G, la peggiore. Le scuole milanesi si collocano al 33esimo posto nella classifica nazionale della qualità dell'edilizia scolastica: ben dieci posizioni sotto l'Aquila, che però ha subito il terribile sisma del 2009. Meglio Sondrio, al nono posto, Brescia al decimo, Bergamo al 21esimo, Lecco al 24esimo e Como al 30esimo. Male Varese al 42esimo, Lodi al 44esimo, Cremona al 51esimo e Mantova (che ha risentito del sisma del 2012) al 57esimo. Di Monza e Pavia non sono disponibili i dati. Infine, soltanto il 5,2% gli edifici scolastici lombardi utilizzano fonti di energia rinnovabile, meno della metà del dato medio nazionale (13,5%). Rispetto ai soli edifici che utilizzano le rinnovabili, gli impianti solari fotovoltaici, con l'89,7%, sono i più utilizzati, seguiti dagli impianti solari termici con il 15,4% e dalla geotermia, con il 5,1%. La percentuale sulla geotermia, tuttavia, è la più alta tra le regioni italiane. Lodi è la città con la più alta percentuale di edifici scolastici che utilizzano fonti d'energia rinnovabile.

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