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Il tesoro in soffitta: con le case green 30mila occupati e 17 miliardi di investimenti

where Firenze when Lun, 02/07/2012 who redazione

Sono i numeri potenziali del mercato delle riqualificazioni energetiche degli edifici pubblici e privati emersi da un convegno a Firenze. Paolo degli Espinosa (Fondazione per lo sviluppo sostenibile): “La nuova direttiva Ue impegna il settore pubblico a efficientare ogni anno il 3% del proprio patrimonio immobiliare”

Trentamila nuovi posti di lavoro nei prossimi dieci anni e un giro di investimenti stimati in 17,5 miliardi di euro. Sono i numeri, potenziali, del mercato delle riqualificazioni energetiche degli edifici pubblici e privati esistenti emersi a Firenze in occasione dell’incontro “Contratti e bancabilità per l’efficienza energetica degli edifici” organizzato da Federcasa e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con la collaborazione di Casa spa, nell’ambito dell’Energy day. Lo riferisce l’agenzia Adnkronos.

“La nuova direttiva sull’efficienza energetica in corso di approvazione a Bruxelles prevede per l’edilizia un fatto nuovo – ha detto Paolo degli Espinosa della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – ossia l’impegno vincolante per la proprietà edilizia delle amministrazioni centrali a provvedere, ogni anno, all’efficientamento energetico del 3% del suo patrimonio, valutato intorno a 60 miliardi. Annualmente, quindi, va riqualificato sotto il profilo dei consumi un valore immobiliare di circa 2 miliardi”.
Secondo l’esperto, si tratta di un nuovo mercato che può essere attraente anche per le proprietà dei comuni e delle province. “In questo modo – ha aggiunto degli Espinosa – le amministrazioni pubbliche potranno svolgere anche un ruolo pilota verso il patrimonio edilizio privato”.

Sono due le difficoltà emerse per avviare questo nuovo mercato dell’efficienza energetica di livello europeo, quindi a pieno edificio, comprensivo di involucro e impianto e basato sull’Epc, l’Energy performance contract, secondo quanto previsto decreto legislativo 115/2008: la mancanza di un nocciolo sufficiente e conosciuto di esperienze e di modalità codificate, tale da permettere una replicabilità senza troppe incertezze, e la mancanza di strumentazioni di incentivo economico, finanziarie e bancarie capaci di superare, nel contesto italiano, le difficoltà collegate agli elevati tempi di ritorno degli investimenti. Tempi che arrivano a 15 anni nel caso di enti pubblici. Proprio l’Epc, ricorda l’Adnkronos, potrebbe facilitare la bancabilità dell’intervento.

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