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Black-out nel Centro Italia: per Enel si tratta di “condizioni eccezionali”, per i sindacati di “ridotta manutenzione”

where Roma when Mar, 24/01/2017 who roberto

Oltre 300mila persone senza luce nel solo Abruzzo a causa della neve pesante e bagnata, che ha mandato in tilt le linee elettriche. Filctem Flaei e Uiltec parlano di stato di precarietà di linee e cabine. I rimborsi previsti

L'eccezionale ondata di maltempo, la neve-blackout.jpgneve umida, i manicotti di ghiaccio che avvolgono il filo, i guasti diffusi: sono le cause principali del black-out che ha coinvolto le reti elettriche di Abruzzo Marche. A spiegare le ragioni tecniche dei prolungati disservizi sono Enel e Terna, finiti sul banco degli imputati per l'assenza di corrente elettrica in zone già messe in crisi dal terremoto. Il bilancio parla di oltre 300mila persone rimaste prive di elettricità a causa dell'interruzione nelle sole linee delle province di Pescara, Chieti e Teramo.
“Si è trattato - hanno spiegato il direttore Infrastrutture e Reti Global Enel, Livio Gallo, e il responsabile Infrastrutture e Reti Enel Italia Gianluigi Fioriti - di quelli che tecnicamente vengono definiti guasti diffusi, che hanno interessato più zone della Regione, con il crollo sotto il peso della neve di cavi della media e alta tensione, di reti abbattute da alberi crollati e dalla formazione di manicotti di ghiaccio sugli impianti”. Spiegazione analoga è quella fornita dall'ad di Terna Rete Italia, Pierfrancesco Zanuzzi, secondo il quale i guasti alla rete dell'alta tensione di Terna “si devono alle eccezionali condizioni di maltempo e, in particolare, a un fenomeno preciso, vale a dire alla neve umida che, ghiacciando, si attacca ai sostegni e ai conduttori di energia e appesantisce le strutture”. In pratica, ha spiegato Zanuzzi, il filo elettrico si appesantisce e si avvicina al terreno e agli alberi, generando una scarica elettrica e segnalando così la linea come guasta: occorre quindi andare sul posto, con tutti i problemi di viabilità di questi giorni, e rimuovere il manicotto di ghiaccio.
Le accuse dei sindacati - I sindacati di settore segnalano però una situazione più generale. “Da tempo - rilevano in un comunicato i sindacati dei lavoratori del settore elettrico Filctem-Cgil Flaei-Cisl Uiltec-Uil - evidenziamo nei vari tavoli di confronto la situazione particolarmente delicata che sta vivendo Enel in molti suoi settori che, se non adeguatamente affrontata, potrebbe compromettere irrimediabilmente l’operatività dell’azienda stessa”.  Gli ultimi eventi hanno dimostrato l’estrema fragilità dell’assetto organizzativo e l’inadeguatezza degli investimenti e delle manutenzioni. Relativamente all’area e-distribuzione, le intense nevicate hanno evidenziato lo stato di precarietà in cui versano linee e cabine, che costituiscono il sistema di trasporto e distribuzione di energia elettrica - in bassa e media tensione - del nostro Paese. Il fatto che molti cittadini, nel corso di queste settimane, siano rimasti senza alimentazione “ci deve allarmare e preoccupare”. Questa preoccupante situazione - conclude la nota - ci deve far interrogare sulla correttezza delle scelte fatte sull’efficientamento.
Le accuse di CODICI - Più esplicite le accuse di CODICI, il coordinamento di associazioni per la tutela dei diritti del cittadino. “Le interruzioni potevano essere limitate se vi fosse stata una adeguata azione preventiva e di manutenzione”. La principale responsabilità della società nell'interruzione della corrente elettrica non è dipesa dalle forti nevicate, “ma a causa degli alberi che si sono abbattuti sulle linee elettriche e che non dovevano essere nelle loro vicinanze, e della difficoltà di arrivo dei mezzi alle centrali sul territorio, a causa della inadeguata manutenzione delle aree di accesso”.
Rientra tra gli obblighi della società di produzione e distribuzione dell'energia elettrica - rileva ancora l’assoconsumatori - il compito di manutenzione della rete, che prevede: la manutenzione degli accessi alle centrali sul territorio e in generale la tutela del patrimonio infrastrutturale, provvedendo all'eventuale taglio degli alberi al fine di garantire la regolarità del servizio e delle attività delle squadre della Società ENEL. Non solo è mancata un’attività di preventiva manutenzione che permettesse la riduzione dei rischi, ma anche l'attività in emergenza è stata totalmente inadeguata ad un evento ampiamente annunciato. La prima macroscopica carenza è evidenziata dall'assenza di squadre di pronto intervento locali, quindi con conoscenza del territorio e con efficacia di ispezione e immediata operatività, per la riparazione delle linee elettriche e il ripristino del servizio.
L'Associazione Codici ha avviato un’azione di classe contro Enel a cui tutti i cittadini delle zone interessate possono aderire per chiedere ed ottenere il risarcimento dei danni conseguenti alla mancata erogazione dell'energia in una situazione di tale gravità.
Il lavoro di e-distribuzione (Enel) - Sono stati 1.300 gli uomini messi in campo da e-distribuzione, la società del gruppo Enel che gestisce le reti elettriche di media e bassa tensione, per fronteggiare l'impatto sul servizio elettrico dell'emergenza maltempo con 400 mezzi operativi e più di 450 gruppi elettrogeni.
Dall'inizio dell'emergenza sono state rialimentate circa 130mila utenze. Il lavoro delle squadre ha permesso di portare a circa 90.000 le utenze senza energia elettrica, concentrate soprattutto nella provincia di Teramo, dove sono ancora fuori servizio due cabine primarie per mancanza di alimentazione della rete di Alta Tensione. Terna ha comunicato a e-distribuzione che le prove effettuate durante la notte hanno avuto esito negativo. Nel teatino la criticità ha coinvolto 19.000 clienti, nel pescarese per 16.900, mentre per l'aquilano la situazione ha interessato 1.300 clienti.
I rimborsi dell’Autorità - L’Autorità per l’energia ha ricordato che in caso di interruzioni di durata superiore al tempo previsto dagli standard fissati, il cliente domestico o non domestico con potenza inferiore o uguale a 6 kW (la maggioranza della popolazione dispone di una potenza di 3kW) ha diritto a un indennizzo automatico di 30 euro, aumentato di 15 euro ogni ulteriori 4 ore di interruzione, fino a un tetto massimo di 300 euro. Gli standard dipendono dalla densità abitativa dei Comuni nei quali si verificano i disservizi.
Per i clienti che abitano in Comuni con più di 50.000 abitanti (alta concentrazione), il tempo massimo di ripristino non deve superare le 8 ore consecutive (o non consecutive se interviene una seconda interruzione entro un'ora dal ripristino provvisorio).
Per i clienti che vivono in Comuni con più di 5.000 ma meno di 50.000 abitanti (media concentrazione), il tempo massimo di ripristino non deve superare le 12 ore consecutive (o non consecutive, se interviene una seconda interruzione entro un'ora dal ripristino provvisorio).
Per i clienti, infine, che abitano in Comuni con meno di 5.000 abitanti (bassa concentrazione), il tempo massimo di ripristino non deve superare le 12 ore consecutive (o non consecutive se interviene una seconda interruzione entro un'ora dal ripristino provvisorio). E' poi prevista una specifica misura per i clienti finali localizzati ad altitudini superiori a 1.500 metri sul livello del mare, per i quali si applica il medesimo tempo massimo di ripristino previsto per i clienti che abitano in comuni con meno di 5.000 abitanti (bassa concentrazione) indipendentemente dal numero di abitanti del Comune di appartenenza.

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traliccio congelato
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