Caro energia. Ecco quanto incide sulle regioni manifatturiere del Nord
I dati dell’analisi di Confartigianato Imprese indica che il prezzo medio dell’elettricità per le micro e piccole aziende italiane è superiore del 22,5% alla media Ue. Le più penalizzate sono Lombardia e Veneto.
Sono soprattutto
le regioni del Nord Italia ad essere penalizzate dal caro energia: prima in assoluto è la Lombardia le cui piccole e medie imprese si accollano 443 milioni di extra-costi rispetto alla media europea, poi c’è Il Veneto si colloca al secondo posto, con 231 milioni di euro di extra-costi. Tra le province, le aziende vicentine subiscono un peso di 62 milioni di euro, mentre Treviso e Verona registrano rispettivamente 50 e 46 milioni rientrando nella top ten delle province con costi maggiori in bolletta. È quanto emerso alla 21ª edizione della convention “Energies and Transition Confartigianato High School”, svoltasi nei giorni scorsi a Cagliari.
L’analisi
Secondo l’analisi presentata dalla Confartigianato Imprese, il prezzo medio dell’elettricità per le micro e piccole aziende italiane è di 28 centesimi di euro per kWh, superando del 22,5% la media Ue. A incidere è anche il prelievo fiscale e parafiscale, più che doppio (+117,4%) rispetto all’Unione Europea. Peggio fa solo la Polonia, con 7,90 centesimi. Un paradosso, osserva Confartigianato, se si considera che le grandi imprese energivore beneficiano di un fisco in bolletta più leggero del 19,6% rispetto all'Europa. L'extracosto grava sulle aree manifatturiere: Lombardia (443 milioni), Veneto (231), Emilia-Romagna (208), Piemonte (181) e Toscana (92). Tra le province spiccano Brescia (80 milioni), Milano (65), Torino (64), Vicenza (62) e Bergamo (54).
“Il caro energia frena la competitività delle piccole imprese venete – ha detto Marco Granelli, presidente di Confartigianato Imprese - non chiediamo privilegi, ma regole chiare ed eque che non penalizzino chi fa impresa su piccola scala, come la maggior parte delle aziende della nostra regione”.


