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Centrale di Brindisi, per i sindacati i ritardi sulla decarbonizzazione mettono a rischio i posti di lavoro

where Brindisi when Mar, 30/03/2021 who roberto

I sindacati chiedono di scongiurare il rischio che Enel, in assenza delle previste autorizzazioni richieste, utilizzi tale circostanza per abbandonare definitivamente Brindisi

"Bisogna scongiurare il rischio centrale-brindisi-carbone.jpgche Enel, in assenza delle previste autorizzazioni richieste, utilizzi tale circostanza per abbandonare definitivamente Brindisi e la Puglia". È la richiesta formulata delle organizzazioni sindacali di categoria del comparto elettrico (Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil) in merito al processo di decarbonizzazione della centrale Enel Federico II di Brindisi nel corso dell'incontro che si è svolto, in videoconferenza, su convocazione del prefetto di Brindisi, Carolina Bellantoni, dopo la richiesta dei sindacati preoccupati per le ripercussioni sui livelli occupazionali legate ai ritardi per la realizzazione del ciclo a gas. Nel corso dell'incontro, la delegazione sindacale composta dai segretari Antonio Frattini, Marco Bernardo e Carlo Perrucci ha evidenziato che sono a rischio centinaia di posti di lavoro tra diretti e indotto.
 
"Siamo in ritardo di due anni - dicono - sul permitting di un progetto con un investimento di 800 milioni di euro, che non ha alcun collegamento con i fondi europei del Recovery Fund, nato per la sostituzione delle 4 unità a carbone, con 3 nuove unità a ciclo combinato alimentate a gas per una potenza complessiva di 1.680 Mw.” “Questi ritardi - aggiungono - rischiano di compromettere in maniera irreversibile le opere che vanno autorizzate, prima delle ultime aste previste da Terna rivolte ai produttori di energia per la costruzione dei nuovi impianti a gas indispensabili a garantire la piena efficienza del sistema elettrico italiano".
 
"La generazione elettrica a Brindisi è essenziale e per questo c'è bisogno di una decisa accelerazione nei tempi di rilascio delle autorizzazioni, per realizzare le infrastrutture di rete, gli impianti di accumulo e la costruzione dei nuovi impianti a gas per compensare l'intermittenza e la non programmabilità delle notevoli produzioni di energia rinnovabile eolica e fotovoltaica esistenti e per permettere di realizzare nei tempi previsti l'ambizioso obiettivo del phase-out del carbone", concludono.

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