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L’Egitto firma con la Russia un accordo per la costruzione della centrale nucleare di Dabaa

where Mosca (Russia) when Lun, 16/02/2015 who redazione

Lo ha detto il presidente egiziano Addel-Fattah el-Sisi, che ha ricevuto il suo omologo russo Vladimir Putin durante la visita ufficiale del leader del Cremlino

14af29eb-f61f-4207-a279-799455d0121716x9600x338.jpgEgitto e Russia hanno firmato un accordo per la costruzione di una centrale nucleare in territorio egiziano. Lo scrive il sito del quotidiano governativo egiziano al Ahram, dando conto dei risultati della visita del presidente russo Vladimir Putin al Cairo. “Questo aprirà una nuova finestra nella cooperazione economica fra Russia ed Egitto”, ha detto Putin in una conferenza stampa congiunta con Sisi al palazzo El-Koba al Cairo, riferendosi all’intesa nucleare. Il presidente russo ha detto che i lavori di costruzione della centrale inizieranno immediatamente dopo la "decisione finale sulla costruzione dell’impianto nucleare". Sisi, peraltro, ha già reso noto che la centrale verrà costruita a El Daaba. La località si trova sulla costa settentrionale egiziana, circa 185 km a nord-ovest del Cairo, e da anni c'è l'intenzione di costruire entro il 2019 una centrale ad acqua leggera. Intenzione che in passato ha sollevato molte proteste, anche violente, tra gli abitanti.

Sono quasi dieci anni che l'Egitto vuole riprendere il suo programma nucleare - per ora senza centrali - sospeso dopo l'incidente di Chernobyl e la Russia si è sempre dichiarata pronta ad aiutarlo.
Già nel 2013 erano stati raggiunti accordi tra il presidente russo Putin e l'allora presidente egiziano Mohammed Morsi, in visita a Mosca, con la conferma biaterale di una collaborazione russo-egiziana in materia di energia nucleare. Il programma nucleare dell'Egitto risale al 1954, benché un vero progetto nazionale non sia mai partito. Il primo reattore nucleare è stato acquistato dall'Unione Sovietica nel 1961 e inaugurato da Gamal Abdel Nasser ad Anshas, sul Delta del Nilo.

La sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni nel 1967 con Israele, l'indebolimento dell'economia egiziana e la firma del Trattato di non proliferazione nucleare nel 1968 hanno segnato diverse battute d'arresto nello sviluppo del programma nucleare egiziano, definitivamente congelato dopo il disastro nucleare del 1986 a Chernobyl. Nel 2006, il governo del deposto presidente Hosni Mubarak ha annunciato di voler rilanciare il programma nucleare, in risposta a quello iraniano, presentandolo come la soluzione al crescente fabbisogno energetico dell'Egitto. Nel 2010, il Cairo stava per lanciare un processo di appalto internazionale per il suo primo impianto di energia nucleare a Dabaa ma la rivoluzione ha sconvolto i piani governativi.

Con la nuova amministrazione Morsi, l'Egitto pensa ora di costruire quattro reattori a Dabaa, per una capacità complessiva di 4.000 MW, con il primo reattore in funzione nel 2020. Considerati i costi per lo sviluppo di un programma nucleare e l'attuale situazione economico-finanziaria dell'Egitto, la volontà del Cairo di dotarsi di un programma nucleare civile con il sostegno russo risponderebbe alla volontà di riaffermare la propria posizione di forza all'interno dell'area mediorientale e rompere con l'eredità di Mubarak, diversificando i partner internazionali.

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Putin e Sisi
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