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Più consumi, meno paghi: il mondo ambientalista critica la nuova tariffa elettrica progressiva

where Roma when Lun, 29/06/2015 who michele

Nel corso di un incontro con l’Autorità dell’energia, consumatori e associazioni ambientaliste hanno criticato il nuovo sistema di tariffazione

Il mondo green ha espresso la propria preoccupazione per il  nuovo sistema di tariffazione elettrica progressiva proposta dall’Autorità per l’energia e sintetizzato nella formula: più consumi, meno paghi. Nel corso di un incontro avvenuto nella sede dell’Authority le associazioni ambientaliste (Greenpeace, Italia Solare, ISES Italia, Legambiente, Kyoto Club, Wwf), i consumatori (CODICI) ma anche il Movimento 5 Stelle, hanno criticato aspramente la riforma della tariffa elettrica che andrebbe nella direzione opposta all’Europa sia sul fronte dell’efficienza energetica e sia su quello del venir meno dell’equità sociale.

La riduzione dei consumi non è più un obiettivo prioritario - L’Autorità ha esplicitamente affermato che l’obiettivo della riforma è agevolare la transizione verso uno sfruttamento sempre maggiore del vettore elettrico grazie a una riduzione del costo dei consumi e alla possibilità per gli utenti di modulare con più libertà la potenza impegnata. Per l’Autorità la riforma porterà a una maggiore diffusione delle pompe di calore, che già da sole rappresentano un aumento della quota rinnovabile. Addirittura sostiene la tesi che, in uno scenario di produzione da rinnovabili, il contenimento dei consumi non sia più un obiettivo prioritario in evidente contrasto con le direttive europee e l’interesse delle famiglie.

Impatto negativo sull’autoproduzione fotovoltaica - Le associazioni presenti hanno manifestato la propria preoccupazione poiché ritengono che il risultato finale non potrà che essere un aumento della domanda di energia. Ad aggravare il contesto, se la riforma venisse confermata, efficienza energetica e impianti fotovoltaici risulterebbero molto danneggiati. Inoltre, con lo spostamento degli oneri in bolletta dalla parte variabile alla parte fissa, che l’Authority ha confermato, si determinerebbe un impatto negativo proprio sugli impianti fotovoltaici in autoproduzione.

Risparmi per pochi, aggravi per tutti gli altri - Secondo l’Authority la strategia andrebbe incontro alle famiglie numerose (oggi un’esigua parte della popolazione italiana secondo l’Istat) e si baserebbe sullo spostamento degli oneri di rete sulla quota fissa, in modo da aumentare (di molto, circa il triplo) i costi fissi degli utenti che consumano meno e parallelamente abbassare i prezzi dell'energia elettrica.  La conseguenza - rilevano le associazioni - sarebbe un aumento inevitabile per la bolletta elettrica annuale per chi consuma meno di 2640 kWh/anno (l'81,5% delle famiglie italiane, pari a circa 24 milioni di  famiglie su 29,3 milioni).  13,23 milioni di utenze con consumi minori avranno gli aumenti maggiori, compresi tra 70 e 100 euro l'anno, che significa tra il 10 e il 30% su base annuale. Di contro, chi consuma di più avrà riduzioni delle bollette dal 20 al 40% su basse annuale.

In base a questo sistema il mondo ambientale rileva il fatto che chi consumerà poco, perché per esempio non ha tanti elettrodomestici o chi ha fatto interventi per il risparmio energetico o ha installato un impianto fotovoltaico, si troverà un aumento della bolletta molto elevato. Chi consuma di più, invece, constatando un costo dell'energia elettrica tanto più basso, penserà che converrà consumare, anche senza interventi di efficienza, visto che non converranno più.

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Cielo contrastato con raggi di sole
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